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Sicurezza Informatica

VPNLAB.net chiusa dall’Europol: utilizzata per crimini informatici

Tempo di lettura: 3 minuti.

Le forze dell’ordine hanno preso provvedimenti contro l’uso improprio criminale dei servizi VPN prendendo di mira gli utenti e l’infrastruttura di VPNLab.net. Il servizio del provider VPN, che mirava a offrire comunicazioni schermate e accesso a Internet, veniva utilizzato a sostegno di gravi atti criminali come l’implementazione di ransomware e altre attività di criminalità informatica. 

Il 17 gennaio si sono svolte azioni dirompenti in maniera coordinata in Germania, Paesi Bassi, Canada, Repubblica ceca, Francia, Ungheria, Lettonia, Ucraina, Stati Uniti e Regno Unito. Le forze dell’ordine hanno ora sequestrato o interrotto i 15 server che ospitavano il servizio di VPNLab.net, rendendolo non più disponibile. 

Un fornitore preferito dai criminali informatici

VPNLab.net è stata fondata nel 2008, offrendo servizi basati sulla tecnologia OpenVPN e crittografia a 2048 bit per fornire l’anonimato online per un minimo di 60 USD all’anno. Il servizio prevedeva anche una doppia VPN, con server dislocati in molti paesi diversi. Ciò ha reso VPNLab.net popolare nell’ambiente vicino ai criminali informatici, grazie a cui hanno potuto utilizzare i suoi servizi per continuare a commettere i propri crimini senza timore di essere scoperti dalle autorità.

Le forze dell’ordine si sono interessate al provider dopo che numerose indagini hanno scoperto criminali che utilizzavano il servizio VPNLab.net per facilitare attività illecite come la distribuzione di malware. Altri casi hanno mostrato l’uso del servizio nella configurazione dell’infrastruttura e delle comunicazioni dietro le campagne di ransomware, nonché l’effettiva distribuzione del ransomware. Allo stesso tempo, gli investigatori hanno trovato il servizio pubblicizzato sul dark web stesso.

A seguito delle indagini, più di cento aziende sono state identificate come a rischio di attacchi informatici. Le forze dell’ordine stanno lavorando direttamente con queste potenziali vittime per mitigare la loro esposizione. 

Chiusura sul servizio VPN utilizzato per scopi criminali

Commentando la rimozione di VPNLab.net, il capo del Centro europeo per la criminalità informatica di Europol, Edvardas Šileris, ha osservato:

Le azioni svolte nell’ambito di questa indagine chiariscono che i criminali stanno esaurendo i modi per nascondere le proprie tracce online. Ogni indagine che intraprendiamo informa quella successiva e le informazioni ottenute sulle potenziali vittime significano che potremmo aver prevenuto diversi gravi attacchi informatici e violazioni dei dati.

Il capo del dipartimento di polizia di Hannover, Volker Kluwe, ha dichiarato:

Un aspetto importante di questa azione è anche mostrare che, se i fornitori di servizi supportano azioni illegali e non forniscono alcuna informazione su richieste legali da parte delle autorità di contrasto, questi servizi non sono a prova di proiettile. Questa Operazione mostra il risultato di un’efficace cooperazione delle forze dell’ordine internazionali, che consente di chiudere una rete globale e distruggere tali marchi.

Il Centro europeo per la criminalità informatica (EC3) di Europol ha fornito supporto per la giornata d’azione attraverso il suo progetto di analisi “CYBORG“, che ha organizzato più di 60 riunioni di coordinamento e 3 seminari di persona, oltre a fornire supporto analitico e forense. Lo scambio di informazioni è stato facilitato nel quadro della Joint Cybercrime Action Taskforce (J-CAT) ospitata presso la sede dell’Europol all’AiaEurojust ha organizzato una riunione di coordinamento per preparare le azioni operative e ha fornito supporto per consentire la cooperazione giudiziaria transfrontaliera tra tutti gli Stati membri interessati.

All’operazione hanno preso parte le seguenti autorità: 

  • Germania: Dipartimento di polizia di Hannover (Polizeidirektion Hannover) – Ufficio penale centrale e Ufficio del pubblico ministero di Verden
  • Paesi Bassi: l’unità nazionale olandese per la criminalità hi-tech
  • Canada: Royal Canadian Mounted Police, polizia federale
  • Repubblica Ceca: Sezione Cyber ​​Crime – NOCA (Agenzia nazionale per la criminalità organizzata)
  • Francia: Sous-Direction de la Lutte Contre la Cybercriminalité à la Direction Centrale de la Police Judiciaire (SDLC-DCPJ)
  • Ungheria: Dipartimento sulla criminalità informatica dell’RSPS National Bureau of Investigation
  • Lettonia: Polizia di Stato della Lettonia (Valsts Policija) – Dipartimento centrale di polizia criminale 
  • Ucraina: Polizia nazionale ucraina (Національна поліція України) – Dipartimento di polizia informatica 
  • Regno Unito: The National Crime Agency
  • Stati Uniti: Federal Bureau of Investigation
  • Eurojust
  • Europol: Centro europeo per la criminalità informatica (EC3)

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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