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Brogli elettorali in USA: Donald Trump è al suo terzo mandato?
Donald Trump ha vinto le elezioni USA con 450.000 voti in più e 10 milioni di voti in meno del Partito Democratico.
La notizia dei brogli nelle elezioni del 2020 ha portato la democrazia più importante del mondo a vivere il momento dell’assedio di Capitol Hill. A distanza di 4 anni, le ultime elezioni USA si sono confuse ancora una volta con quelle del Messico in virtù di due attentati a Donald Trump e un pò a quelle italiane con le registrazioni di Epstein dove parla del suo rapporto con il Tycoon noto per le sue perversioni sessuali che gli sono costate multe salatissime.
Quello che però non torna al grande pubblico è l’esito delle ultime elezioni dove il Partito Democratico ha incassato una sonora sconfitta perdendo una decina di milioni di voti con Trump che ha guadagnato appena 450.000 voti.
Secondo molti è la prova dei brogli della scorsa tornata elettorale unitamente alla notizia che Kamala Harris abbia vinto negli stati dove non è richiesto il voto di identità. Matrice Digitale ha verificato i dati e li serve freddi al grande pubblico con l’intento e la speranza di fugare qualsiasi dubbio sugli imbrogli che potrebbero aver decretato il terzo mandato di Trump alla Casa Bianca.
Le elezioni presidenziali statunitensi del 2024 hanno evidenziato significative differenze rispetto al 2020, sia a livello nazionale che nei cosiddetti “Swing States”, gli stati in bilico che spesso determinano l’esito elettorale.
Differenze a livello nazionale
Partecipazione elettorale: Nel 2024 si è registrato un calo dell’affluenza rispetto al 2020, con una diminuzione significativa dei voti per la candidata democratica Kamala Harris rispetto a quelli ottenuti da Joe Biden nel 2020. Questo calo ha contribuito alla vittoria di Donald Trump, che ha ottenuto oltre il 50% del voto popolare, ridisegnando la mappa politica americana.
Cambiamenti demografici: Si è osservato un aumento del sostegno a Trump tra gli elettori ispanici, che in precedenza tendevano a favorire i democratici. Questo spostamento è stato particolarmente evidente in contee come Osceola in Florida e Starr in Texas.
Differenze negli Swing States
Gli Swing States, noti per la loro imprevedibilità elettorale, hanno mostrato cambiamenti significativi tra il 2020 e il 2024:
- Arizona: Nel 2020, l’Arizona aveva sostenuto il candidato democratico Joe Biden. Nel 2024, tuttavia, ha virato verso il repubblicano Donald Trump, contribuendo alla sua vittoria complessiva.
- Georgia: Similmente, la Georgia, che nel 2020 aveva votato per Biden, nel 2024 ha sostenuto Trump, indicando un cambiamento nelle preferenze elettorali dello stato.
- Michigan, Pennsylvania e Wisconsin: Questi stati, parte della cosiddetta “Blue Wall” democratica, avevano sostenuto Biden nel 2020. Nel 2024, tuttavia, hanno virato verso Trump, segnando una significativa inversione di tendenza.
- Nevada: Tradizionalmente uno stato in bilico, il Nevada ha mostrato un cambiamento verso i repubblicani nel 2024, contribuendo alla vittoria di Trump.
- North Carolina: La Carolina del Nord, spesso considerata uno stato in bilico, ha sostenuto Trump sia nel 2020 che nel 2024, consolidando la sua posizione repubblicana.
Questi cambiamenti negli Swing States hanno avuto un impatto significativo sull’esito delle elezioni del 2024, evidenziando una riorganizzazione delle alleanze politiche e delle preferenze degli elettori rispetto al 2020.
Qual è stato il quantitativo del calo di affluenza?
Nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2024, si è registrato un calo dell’affluenza rispetto al 2020, fenomeno che ha avuto un impatto significativo sull’esito elettorale.
Impatto del calo di affluenza:
Il calo dell’affluenza ha danneggiato principalmente il Partito Democratico. In particolare, la candidata Kamala Harris ha ottenuto meno voti rispetto a Joe Biden nel 2020, mentre Donald Trump ha mantenuto una base elettorale più stabile. Questo ha contribuito alla vittoria di Trump nel 2024.
Stati con il maggior calo di affluenza:
Il calo dell’affluenza è stato più pronunciato in alcuni Swing States, che spesso determinano l’esito delle elezioni:
- Pennsylvania: Si è osservato un significativo calo della partecipazione, soprattutto tra gli elettori afroamericani, una fascia demografica cruciale per i democratici.
- Georgia: Anche qui, la diminuzione dell’affluenza ha penalizzato i democratici, contribuendo al successo di Trump nello stato.
Percentuale del calo di affluenza:
A livello nazionale, l’affluenza è diminuita di circa il 5% rispetto al 2020. Tuttavia, in alcuni Swing States, il calo è stato più marcato, raggiungendo punte del 7-8%. Questo decremento ha avuto un impatto significativo sull’esito elettorale, favorendo il candidato repubblicano.
In sintesi, il calo dell’affluenza nelle elezioni del 2024 ha avuto un impatto negativo soprattutto sul Partito Democratico, con effetti particolarmente rilevanti in stati chiave come Pennsylvania e Georgia.
Sulla base dei tuoi calcoli, quanti voti ha perso Kamala Harris e quanti voti ha ottenuto Trump?
Nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2024, Donald Trump ha ottenuto 74,65 milioni di voti, mentre Kamala Harris ne ha ricevuti 70,9 milioni. Rispetto alle elezioni del 2020, dove Joe Biden aveva ottenuto circa 81,3 milioni di voti e Donald Trump circa 74,2 milioni, si osserva quanto segue:
Come è possibile che la media di affluenza sia stata tra il 3 ed il 7 e Kamala ha perso puù del 10% di voti?
La discrepanza tra il calo dell’affluenza (tra il 3% e il 7%) e la perdita di oltre il 10% dei voti di Kamala Harris rispetto a Joe Biden nel 2020 può essere spiegata da diversi fattori:
La discrepanza tra il calo dell’affluenza (tra il 3% e il 7%) e la perdita di oltre il 10% dei voti di Kamala Harris rispetto a Joe Biden nel 2020 può essere spiegata da diversi fattori:
- Differenze nella mobilitazione dell’elettorato: Sebbene il calo dell’affluenza sia stato tra il 3% e il 7% a livello nazionale, ciò non implica che la distribuzione dei voti sia stata uniforme. È possibile che ci siano stati gruppi demografici, tradizionalmente sostenitori dei democratici, che abbiano partecipato in percentuali notevolmente inferiori rispetto al 2020. Ad esempio, una diminuzione significativa della partecipazione di elettori giovani, afroamericani o latinos avrebbe avuto un impatto maggiore sui voti democratici.
- Variazioni nella partecipazione degli elettori indipendenti: Gli elettori indipendenti spesso determinano l’esito delle elezioni nei cosiddetti Swing States. Se questi elettori hanno preferito non votare o hanno scelto in misura maggiore il candidato repubblicano, questo potrebbe aver amplificato la perdita di voti per Harris.
- Redistribuzione del supporto elettorale: Un calo dell’affluenza non implica necessariamente una riduzione uniforme dei voti per entrambi i partiti. In alcune aree, gli elettori democratici potrebbero aver scelto di non votare, mentre gli elettori repubblicani sono rimasti motivati. Questo squilibrio può portare a un calo maggiore del totale dei voti per Harris, anche con un’affluenza che è diminuita solo di pochi punti percentuali.
- Effetto Trump: Trump ha mantenuto una base di elettori particolarmente leale, il che potrebbe aver contribuito a una mobilitazione relativamente alta per i repubblicani nonostante la generale diminuzione dell’affluenza. Al contrario, l’entusiasmo per Kamala Harris potrebbe non essere stato allo stesso livello di quello visto per Biden nel 2020, portando a una perdita sproporzionata di voti.
- Effetto degli Swing States: Negli Swing States, dove l’affluenza è cruciale, il calo potrebbe essere stato più marcato per gli elettori democratici rispetto a quelli repubblicani. Questo è particolarmente vero in stati come Pennsylvania, Georgia e Michigan, dove i margini di vittoria sono spesso molto ridotti.
E’ vero che Kamala Harris ha vinto solo negli stati dove non era presente il riconoscimento attraverso carta di identità ai seggi?
La dichiarazione secondo cui Kamala Harris avrebbe vinto solo negli stati che non richiedono l’identificazione degli elettori è falsa. Harris ha ottenuto vittorie sia in stati che richiedono un documento d’identità per votare, sia in quelli che non lo richiedono. Ad esempio, ha vinto in stati come New York e Illinois, che non richiedono l’identificazione, ma anche in stati come Colorado e Delaware, dove è richiesta.
Per quanto riguarda i voti per corrispondenza, i dati specifici sul numero esatto di voti postali ricevuti da ciascun candidato nelle elezioni del 2024 non sono stati resi pubblici. Tuttavia, è noto che il voto per corrispondenza ha avuto un ruolo significativo nelle elezioni recenti, con una maggiore propensione degli elettori democratici a utilizzare questo metodo rispetto ai repubblicani. Questo trend era già evidente nelle elezioni del 2020 e si è presumibilmente mantenuto nel 2024.
L’analisi di Chance Gardiner: cosa non torna
Il thread su X di Chance Giardiniere offre una riflessione critica sulle elezioni presidenziali statunitensi del 2020 e del 2024, confrontando i risultati ottenuti da Biden-Harris e da Donald Trump, con particolare attenzione ai presunti problemi legati ai voti postali e alla verifica dell’identità degli elettori.
Nel 2020, la combinazione Biden-Harris ottenne 81,3 milioni di voti, con circa il 60% dei voti ricevuti tramite posta, mentre Trump raccolse 74,2 milioni di voti, di cui solo il 32% per posta. In termini di voti nei seggi fisici, Trump superò Biden con 50,5 milioni di voti rispetto ai 32,5 milioni ottenuti dai democratici. Questo evidenzia un notevole divario tra le modalità di voto preferite dagli elettori delle due parti: mentre i sostenitori democratici scelsero prevalentemente il voto per posta, gli elettori repubblicani preferirono votare di persona.
Nel 2024, Kamala Harris, candidata democratica alla presidenza, ottenne 69,1 milioni di voti, registrando una perdita di 4,3 milioni di voti rispetto a Trump, e una diminuzione significativa di 12,2 milioni di voti rispetto a quanto ottenuto dalla combinazione Biden-Harris nel 2020. Trump, invece, subì un calo modesto di 816.240 voti rispetto al 2020, consolidando comunque una base elettorale piuttosto stabile. Secondo Chance, questo risultato dimostra come Harris non sia riuscita a mantenere il livello di sostegno raggiunto nel 2020, evidenziando una debolezza nella capacità di mobilitare l’elettorato democratico.
Un altro aspetto sollevato da Chance riguarda la distribuzione delle vittorie tra gli stati. Nel 2020, Biden-Harris vinsero principalmente in stati dove non era richiesta una verifica stringente dell’identità degli elettori, come l’assenza di obbligo di presentare un documento con foto. Nel 2024, Kamala Harris riuscì a vincere soltanto in alcuni di questi stessi stati, suggerendo che le condizioni meno rigide per l’identificazione degli elettori abbiano potuto favorire i risultati democratici.
Il Servizio Postale degli Stati Uniti (USPS) spedì un numero record di 136 milioni di schede elettorali postali nel 2020, ma solo una parte relativamente piccola venne utilizzata dagli elettori di Trump, con circa 23,75 milioni di schede votate. Secondo Chance, questo lascia circa 112 milioni di schede che potrebbero aver vagato per il paese senza un controllo adeguato, alimentando dubbi sulla sicurezza del voto per posta. Sebbene parte di queste schede siano state legittimamente utilizzate da elettori di Biden, Chance mette in discussione la validità di tutti i 48,8 milioni di voti postali ricevuti dai democratici, soprattutto negli stati che limitavano le verifiche sull’identità degli elettori.
Un punto centrale del thread riguarda la vittoria di Biden-Harris nel 2020, che secondo Chance non fu determinata dai 17,9 milioni di voti in più complessivamente ottenuti, ma piuttosto da pochi voti postali di differenza in alcuni stati chiave. Ad esempio, Biden vinse la Georgia per soli 11.779 voti e la Pennsylvania per 80.555 voti, margini esigui che alimentarono le contestazioni del risultato da parte di Trump.
Infine, Chance menziona il caso del segretario di Stato della Georgia, Brad Raffensperger, il quale, pur definendo le accuse di Trump come complottiste, ammise che alcuni voti irregolari furono effettivamente contati, tra cui quelli di quattro elettori deceduti. Questo, secondo Chance, prova la vulnerabilità del sistema elettorale e la possibilità di frodi, sollevando critiche sulla mancata apertura di indagini penali in merito, nonostante le evidenze di possibili irregolarità.
In sintesi, il thread di Chance Giardiniere è una critica approfondita sulle modalità di voto e sulla sicurezza elettorale nelle elezioni del 2020 e del 2024. Egli sottolinea come le discrepanze nei voti postali e la mancanza di rigorose verifiche sull’identità degli elettori abbiano influito sui risultati, suggerendo che questi fattori abbiano favorito i candidati democratici in entrambi gli anni.
Analisi dell’autore
George Floyd e il Covid hanno decretato la sconfitta di Trump alle scorse elezioni. L’autopsia ufficiale ha indicato che la causa della morte di Floyd è stata “arresto cardiopolmonare complicato da contenzione, compressione del collo e delle vie respiratorie“. La morte di George Floyd ha scatenato una serie di proteste globali contro il razzismo sistemico e la brutalità della polizia, dando vita al movimento “Black Lives Matter”. Quel movimento ha portato la popolazione afroamericana a scendere in massa per portare voti a Joe Biden che si era promesso di pagare le spese legali agli autori delle proteste al limite della legge. Questa situazione ha portato il collettivo di Anonymous ed il movimento Black Live Matters a catalizzare l’attenzione su Twitter, screditando la reputazione di Trump nel mentre si vivevano i momenti più bui del Covid in tutto il mondo. Come già anticipato in altre inchieste dedicate alle elezioni statunitensi, un ruolo fondamentale è stato svolto da Elon Musk che ha trasformato il social media X in un’arma che ha neutralizzato le altre piattaforme che si sono defilate da una debole Kamala Harris, Mark Zuckerberg in primis, con solo Bill Gates a portare sostegno ufficiale alla candidata DEM. Questo però non ha assopito la componente DEM sul campo di battaglia mediatico come analizzato in esclusiva da Matrice Digitale pochi giorni prima delle elezioni. Quello che è calato vertiginosamente è stato il dato della comunità afro, capitanato dagli Obama che hanno provato in tutti i modi e fino all’ultimo a portare acqua al mulino della Harris, non riuscendoci. Ovvio e già appurato che ad aver fatto la differenza sia stata la situazione economica positiva sulla carta, ma inefficiente dal punto di vista della percezione: essendo l’inflazione un problema molto sentito negli USA.
Fonti:
Dati elezioni 2020: Wikipedia
Dati elezioni 2024: Google
Ispi Online Vanity Fair New York Post El País Open