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Draghi al 63%? Cosa non torna nei sondaggi sul Premier

Tempo di lettura: 3 minuti. Società di sondaggi che non riescono a fornire uno spaccato di realtà nel pensiero dei cittadini del Paese, ma che però aiutano le testate nelle loro linee editoriali.

Tempo di lettura: 3 minuti.

Nando Pagnoncelli ha pubblicato un sondaggio sul Corriere dove ha evidenziato il successo di Draghi nonostante le dimissioni. La cifra indicata da Pagnoncelli è quella del 63% di gradimento da parte degli italiani, ma c’è qualcosa che non torna.

Più volte è stata messa in evidenza l’agenda Draghi trasformatasi nel metodo Draghi in occasione della campagna elettorale che ha visto le destre salire al Governo ed in attesa di presentare la lista del futuro Direttivo al presidente Mattarella. L’aspetto più interessante lo abbiamo riportato anche noi di Matrice Digitale nella nostra analisi Draghi Asocial dove abbiamo notato che il consenso dell’ex governatore BCE si divide tra portatori di Like nel mondo dell’informazione italiana ed estera e gente qualunque che ne ha dette di tutti colori contro la gestione del Premier.

Questo è quello che riguarda il popolo dei social dove addetti ai lavori della politica e del giornalismo hanno il potere di essere più rappresentativi con una base di consensi che però non fa testo dinanzi ai commenti di tantissimi utenti che spesso sono sfavorevoli circa l’operato del Premier o dei modelli promossi dai giornalisti. Draghi è essenzialmente stato criticato per delle grandi bugie sul Covid, confermate anche da Pagella Politica, per aver negato l’economia di guerra così come per aver escluso l’aumento dei prezzi del gas a causa del conflitto russo ucraino. Nel marzo 2022 è stato sonoramente fischiato a Napoli ed in molte altre parti d’Italia i suoi ministri, Speranza e Di Maio, non hanno avuto vita facile. Quindi come è possibile che Draghi sia ancora stimato dal 63% degli italiani che in proporzione ai voti ottenuti dal centro sinistra, Terzo Polo non è rappresentativo di questa fetta che Pagnoncelli esprime come gradimento in crescita acquisito da Draghi?

Secondo Pagnoncelli, la Lega è il terzo partito dopo terzo polo e PD che gradisce Draghi tra i suoi elettori. Il voto della Lega è però finito a Fratelli d’Italia, da sempre in opposizione a Draghi, così come nella Lega sono rimasti i duri e puri Salviniani nonostante Giorgetti e Fedriga, ministro e governatore preferito dall’ex governatore della BCE, abbiano provato a scippare la Lega dalle mani del suo premier con la compiacenza di Zaia.

Un dato riciclato

Il dato espresso da Pagnoncelli è in linea con le previsioni pre elettorali fatte da YouTrend e Cattaneo Zanetto di cui ne riportiamo la schermata:

Questo ovviamente ci fa intendere che anche prima delle elezioni il Premier è stato lodato da una abbondante metà degli italiani, compresi gli astensionisti, ma il primo riscontro della ricerca avuto su Twitter non è stato positivo.

Nella massima trasparenza vi invitiamo a leggere i commenti, più delle preferenze, e non sono tutti positivi, anzi, per la maggiore sono negativi. Preferiamo che sia il lettore a farsi una idea visto che ci troviamo dinanzi ad una vera e propria notizia che mette in dubbio una società seria come quella di Pagnoncelli e anche molte altre che in questi mesi hanno caldeggiato il Draghi salvatore della patria. D’altronde già abbiamo fatto un approfondimento su questo rilasciando il foglio con tutti e 100.000 circa commenti che il pubblico social ha fatto in un determinato momento.

Se poi consideriamo il consenso che hanno avuto tutti coloro che hanno preso in giro il sondaggio o contestato i contenuti, comprendiamo allora che, almeno su Twitter e nelle urne, Draghi non è assolutamente gradito come vogliono farci credere.

La verità sul sondaggio e consigli a Pagnoncelli e ad altri

Il campione statistico si basa su 1000 interviste dopo le elezioni paragonate alle 5000 circa prima delle elezioni. Parliamoci chiaramente, non solo il dato è minore rispetto a quello fornito spesso da Matrice Digitale, ma consigliamo a Pagnoncelli di cambiare bolla di contatti perchè, prima di elaborare i sondaggi, dovrebbe qualificare le persone altrimenti rischia di pescare sempre negli stessi circoli di popolazione restando risucchiato in una bolla che non rappresenta la realtà delle opinioni del paese.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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