Sommario
Un modello di conflitto più realistico La recente guerra in Ucraina ha evidenziato come gli Stati Uniti debbano concentrarsi su conflitti cyber prolungati, piuttosto che temere un attacco repentino e devastante come un “cyber Pearl Harbor” o un “cyber 9/11”, come previsto da alcuni esperti negli ultimi anni.
La resilienza ucraina: una lezione di adattabilità
Le reti ucraine e i loro difensori, con l’aiuto occidentale, hanno dimostrato una notevole resilienza sotto la pressione delle forze russe. Illia Vitiuk, capo del dipartimento di cyber sicurezza del Servizio di Sicurezza dell’Ucraina (SBU), ha sottolineato come il loro paese abbia imparato ad utilizzare strumenti e tecniche in situazioni critiche, come quando una città è sul punto di essere circondata o sotto attacco missilistico.
La delusione delle aspettative russe
I russi speravano in un blitzkrieg, ma si sono dovuti confrontare con la resilienza ucraina. Vitiuk ha spiegato che gli attacchi cyber russi hanno avuto alti e bassi, ma non hanno mai raggiunto l’intensità del periodo gennaio-aprile 2022.
Il mito del “cyber Pearl Harbor”
Nonostante le aspettative di un attacco cyber devastante, l’esperienza ucraina dimostra che la difesa può tenere testa all’offensiva. Michael Martelle, ricercatore presso gli Archivi della Sicurezza Nazionale, ha messo in discussione l’ipotesi di un “cyber Pearl Harbor”, suggerendo piuttosto un’analogia con la guerra sottomarina del Pacifico durante la Seconda Guerra Mondiale.
La forza della rete: decentralizzazione e ridondanza
Le reti informatiche sono caratterizzate da decentralizzazione e ridondanza, con molteplici nodi e percorsi, il che le rende estremamente resilienti. David Fahrenkrug, docente di cyber guerra presso la Georgetown University, ha sottolineato come la natura stessa delle reti permetta di resistere anche a attacchi massicci.
La crescente importanza del dominio cyber
Anche se gli attacchi cyber non possono competere con la distruzione fisica provocata da un bombardamento, possono comunque fornire supporto alle operazioni militari convenzionali. Martelle ha sottolineato come l’uso più efficiente delle reti informatiche in un conflitto armato sia quello di fornire supporto alle operazioni cinetiche.