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ChatGPT di OpenAI potrebbe ridurre del 19% i posti di lavoro negli Stati Uniti

Tempo di lettura: 4 minuti.

Un gruppo di ricercatori ha esaminato come la tecnologia utilizzata da ChatGPT di OpenAI potrebbe influenzare il mondo del lavoro. Molti lavori sono esposti a cambiamenti legati a questa evoluzione tecnologica. 

Molte sono le evoluzioni che i modelli di linguaggio mossi da algoritmi di intelligenza artificiale, come ChatGPT di OpenAI, hanno portato nel nostro quotidiano. Tante sono le applicazioni che già ora sono disponibili e moltissime saranno aggiornate nei prossimi mesi. In molti settori si vede una utilità concreta di questi strumenti, pur nella versione embrionale che abbiamo ora. Inizia però da più parti a emergere un dubbio, sostituirà il lavoro umano? Una domanda semplice che però non può avere una risposta altrettanto semplice. Per cercare di capire come questi strumenti influenzeranno i posti di lavoro arriva uno studio di OpenAI e dell’Università della Pennsylvania. Questo studio evidenza come in effetti questi nuovi strumenti potrebbero, in prospettiva, compromettere seriamente il 19% dei posti di lavoro negli Stati Uniti.

Le prime evidenze

Questa stima si basa sul fatto che il chatbot ChatGPT è abbastanza potente da scrivere saggi e presentazioni di marketing, scrivere codici di programmazione in diversi linguaggi, estrarre approfondimenti dai rapporti finanziari, riassumere articoli, tradurre testi, creare romanzi, favole, canzoni, immagini e a breve video. Su questa base i ricercatori OpenAI stimano che ChatGPT, e i futuri strumenti analoghi, potrebbero avere un impatto su almeno il 50% dei compiti connessi a queste attività e coinvolgere di conseguenza circa il 19% dei posti di lavoro negli Stati Uniti.

Lo studio specifica: “La nostra analisi indica che è probabile che gli impatti dei LLM (large language models) come GPT-4 siano pervasivi”. Si stima che alcune tipologie di lavoro saranno impattate più di altre. I ricercatori hanno scoperto che i lavori con molte attività basate su software potrebbero essere maggiormente esposti a potenziali intrusioni da parte dei nuovi chatbot.
Lo studio aggiunge che “…scopriamo che i ruoli fortemente dipendenti dalla scienza e dalle capacità di pensiero critico mostrano una correlazione negativa con l’esposizione, mentre le capacità di programmazione e scrittura sono positivamente associate all’esposizione LLM.

I ricercatori di OpenAI hanno catalogato quali professioni potrebbero subire i maggiori sconvolgimenti utilizzando varie metriche di misurazione. Le professioni più colpite includono interpreti e traduttori, poeti, parolieri e scrittori creativi, specialisti di pubbliche relazioni, scrittori e autori, matematici, fiscalisti, contabili e revisori dei conti e giornalisti.

Il documento analizza anche l’impatto di ChatGPT per settore. I settori che includono l’hosting dell’elaborazione dei dati, le industrie editoriali, per esempio, vedono la maggiore esposizione potenziale rispetto ai nuovi strumenti. Al contrario, le industrie note per il lavoro manuale, servizi alimentari, disboscamento, assistenza sociale e produzione alimentare, registrarono il minor impatto potenziale.

Limiti di questo studio

Queste le prime evidenze, bisogna però dire che lo studio presenta diversi vincoli e condizioni al contorno, necessari per meglio delimitare i campioni e le attività considerate. OpenAI ha esaminato oltre 1.000 professioni negli Stati Uniti e le ha analizzate nei vari compiti necessari per svolgere i lavori. I ricercatori hanno utilizzato esseri umani e un modello GPT-4 per valutare se questo tipo di strumento avrebbe ridotto il tempo necessario a un essere umano per eseguire un’attività specifica. Il limite fissato di riduzione è di “almeno il 50%” .

Lo studio stesso ammette che esiste un pregiudizio/limite intrinseco necessario per riassumere ogni professione utilizzando semplici etichette per descrivere le diverse attività lavorative. Su questo infatti aggiunge: “Non è chiaro fino a che punto le occupazioni possano essere interamente suddivise in compiti e se questo approccio ometta sistematicamente determinate categorie di competenze o compiti che sono tacitamente richiesti per l’esecuzione competente di un lavoro”.

Uno dei problemi principali riscontrato al momento in ChatGPT, è il poter commettere errori evidenti. Tra questi la creazione di informazioni poco attendibili, questo, per esempio, rende necessario che un essere umano sovrintenda al lavoro. Questo, per esempio, è un fattore che lo studio non è stato in grado di prendere in considerazione. Inoltre, lo studio ha esaminato solo se ChatGPT potesse ridurre la quantità di tempo necessaria per completare varie attività per la singola professione. Ciò non significa che ChatGPT sia necessariamente abbastanza “intelligente” da automatizzare completamente determinati lavori.

I ricercatori però su un punto sono abbastanza concordi, prevedono che ChatGPT e le sue future evoluzioni possano sconvolgere il modo in cui le persone lavorano. Per questo la società e responsabili politici devono prepararsi ai nuovi scenari prima possibile. 

Nel documento infatti si legge: “Sebbene le capacità delle LLM siano costantemente migliorate nel tempo, si prevede che il loro crescente effetto economico persisterà e aumenterà anche se oggi fermassimo lo sviluppo di nuove capacità.” 

Già da questi primi studi possiamo capire come questi temi debbano essere affrontati quanto prima a livello politico e sociale. Meglio evitare di inseguire l’impatto dell’AI sul lavoro e governare il fenomeno.


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