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Neuralink di Musk può cambiare il mondo?

Tempo di lettura: 2 minuti.

Elon Musk, noto per le sue affermazioni audaci, ha recentemente annunciato che la sua divisione Neuralink ha impiantato con successo il primo chip cerebrale wireless in un essere umano. Questa tecnologia, che potrebbe a lungo termine salvare la razza umana, non è nuova. Già negli anni ’60 e ’70, la stimolazione elettrica veniva utilizzata per influenzare il comportamento in animali, e all’inizio degli anni 2000, le scimmie venivano addestrate a muovere un cursore su uno schermo con il pensiero.

Neuralink, insieme ad altre aziende e dipartimenti universitari, sta cercando di affinare e commercializzare questa tecnologia, inizialmente focalizzata sul trattamento della paralisi e di condizioni neurologiche complesse. Il dispositivo Neuralink, grande come una moneta, viene inserito nel cranio e può leggere l’attività dei neuroni e trasmettere un segnale wireless a un’unità ricevente. Sebbene Neuralink abbia ricevuto l’approvazione per le prove umane negli Stati Uniti nel maggio 2023, è ancora in fase di recupero rispetto ai suoi rivali, come Synchron, che ha già impiantato il suo dispositivo in 10 pazienti.

Il vero obiettivo a lungo termine di Musk per Neuralink è la “simbiosi uomo/IA”, che considera di importanza “a livello di specie”. La sfida sarà sviluppare un sistema che possa interpretare i segnali provenienti dal cervello con un livello di precisione molto più elevato. Se ciò avverrà, potremmo comunicare con i computer e altri dispositivi elettronici in modi oggi difficili da comprendere.

Tuttavia, ci sono enormi barriere pratiche all’adozione di Neuralink come prodotto di consumo mainstream. Ogni cervello è diverso, e non è possibile avere un chip unico che si adatti a tutti e faccia la stessa cosa. Inoltre, la tecnologia avanza: sarà necessario sostituire il chip ogni cinque anni?

Nonostante le sfide, Musk suggerisce che l’obiettivo finale non sia tanto accelerare l’ordine di un takeaway, quanto proteggere meglio l’umanità dai rischi dell’intelligenza artificiale, che ha descritto in passato come una “minaccia esistenziale”. Combinando meglio i cervelli umani e computerizzati, potremmo evitare di essere “lasciati indietro” come specie.

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