Sommario
Nel panorama delle distribuzioni basate su Arch Linux, EndeavourOS si distingue da anni per un approccio accessibile, senza sacrificare la filosofia rolling release. Con il lancio di EndeavourOS Mercury Neo, la community guidata dal team di sviluppo ufficiale introduce un importante aggiornamento di mantenimento che perfeziona e consolida le basi poste dalla versione Mercury rilasciata nel febbraio 2025. Più che una rivoluzione, Mercury Neo rappresenta un raffinamento tecnico che interessa il kernel, l’ambiente desktop, i driver grafici e il processo d’installazione, con miglioramenti orientati alla stabilità, alla compatibilità e alla flessibilità di utilizzo.
Aggiornamenti del kernel e dell’ambiente desktop per una base più moderna
Il cuore del sistema è stato aggiornato al kernel Linux 6.13.7, sostituendo la versione 6.13.0 introdotta con la release precedente. Questo aggiornamento include importanti patch di sicurezza, miglioramenti nella gestione dell’energia, nel supporto ai nuovi chipset e in alcune funzionalità di scheduling. In parallelo, la sessione live e l’installazione offline adottano ora l’ambiente KDE Plasma 6.3.3, un salto rispetto alla versione 6.2.5, che porta con sé una rinnovata esperienza grafica e numerose ottimizzazioni.
Plasma 6.3 introduce un’interfaccia più coerente, una gestione avanzata dei compositori Wayland, nuove animazioni e un incremento della reattività percepita. EndeavourOS continua a posizionarsi come una delle distribuzioni più reattive e fluide nel mondo Arch-based, e l’integrazione con le nuove librerie di KDE rafforza ulteriormente questa percezione.
EFI da 2 GB per installazioni più flessibili con systemd-boot
Componente | Versione precedente (Mercury) | Versione attuale (Mercury Neo) |
---|---|---|
Kernel Linux | 6.13.0 | 6.13.7 |
KDE Plasma (live/offline) | 6.2.5 | 6.3.3 |
Driver NVIDIA | 545.xx (variabile) | 570.124.04 |
Mesa | 24.0.x | 25.0.1 |
Firefox | 135.x | 136.0.2 |
XOrg Server | 21.1.15 | 21.1.16 |
Calamares Installer | 25.02.1 | 25.02.2.1-2 |
Partizione EFI automatica | 1 GB | 2 GB (con systemd) |
Opzioni NVIDIA legacy | Presenti | Rimosse |
Pacchetto xwaylandvideobridge | Incluso | Escluso |
Uno degli interventi più significativi riguarda la gestione della partizione EFI durante l’installazione automatica. In Mercury Neo, quando si opta per systemd-boot
come bootloader, la partizione EFI viene ora creata con una dimensione predefinita di 2 GB, raddoppiando la configurazione precedente. Questo cambiamento, apparentemente marginale, risolve una delle criticità più frequenti riscontrate dagli utenti avanzati: la mancanza di spazio nella partizione EFI durante l’installazione di kernel multipli, temi di boot, e script personalizzati. La modifica permette un’espansione della personalizzazione e una maggiore sicurezza nel caso di upgrade futuri.
Driver NVIDIA aggiornati e rimozione di opzioni legacy nel menu di avvio
Dal punto di vista grafico, Mercury Neo include i driver NVIDIA versione 570.124.04, aggiornamento critico per migliorare la compatibilità con le schede video di ultima generazione e correggere vulnerabilità precedenti. In parallelo, gli sviluppatori hanno eliminato dal menu di boot tutte le opzioni obsolete relative ai vecchi driver NVIDIA, contribuendo così a snellire la procedura di avvio ed evitare confusioni da parte dell’utente finale.
La gestione delle mirrorlist è stata affinata grazie alla correzione del bug nella classificazione dei mirror Arch Linux, che in alcuni casi causava rallentamenti nei download e sincronizzazioni poco efficienti. Anche questa modifica migliora la qualità dell’esperienza rolling, rendendo più prevedibili e performanti gli aggiornamenti di sistema.
Rimozione di pacchetti deprecati e aggiornamenti software critici
Un ulteriore passo verso la pulizia del sistema è rappresentato dalla rimozione del pacchetto xwaylandvideobridge dallo script di installazione. Questa componente, ormai eliminata a livello upstream, non risulta più necessaria e la sua esclusione consente un processo d’installazione più snello e privo di errori.
Parallelamente, EndeavourOS Mercury Neo integra aggiornamenti chiave su altri fronti applicativi. Il display server XOrg viene aggiornato alla versione 21.1.16, mentre la suite grafica Mesa raggiunge la versione 25.0.1, assicurando maggiore compatibilità con schede AMD, Intel e con ambienti Vulkan. Anche il browser Firefox incluso nella live ISO viene portato alla versione 136.0.2, migliorando la sicurezza web e l’aderenza agli standard moderni.
Infine, il Calamares graphical installer viene aggiornato alla build 25.02.2.1-2, introducendo miglioramenti di stabilità, compatibilità con dispositivi moderni e correzioni di bug rilevati durante l’installazione in modalità EFI su determinati hardware.
Modello rolling release e aggiornamento immediato via terminale
Essendo EndeavourOS una distribuzione rolling, gli utenti già attivi non devono reinstallare il sistema per beneficiare delle novità di Mercury Neo. È sufficiente avviare un aggiornamento completo del sistema tramite il comando:
sudo pacman -Syu
Questo comando sincronizza l’intero sistema con gli ultimi pacchetti dei repository Arch e EndeavourOS, portando l’installazione esistente allo stesso livello della nuova ISO. La scelta di un modello rolling continuo riduce la necessità di reinstallazioni e permette agli utenti di mantenere sempre un sistema aggiornato.
EndeavourOS consolida la sua posizione tra le Arch-friendly più solide
Con la release Mercury Neo, EndeavourOS conferma la propria missione di offrire un’esperienza Arch semplificata, potente e stabile, pur mantenendo la flessibilità avanzata che contraddistingue questa famiglia di distribuzioni. La qualità dell’integrazione con KDE Plasma 6.3, la reattività del sistema, il supporto driver aggiornato e una migliore gestione del boot ne fanno una delle release più curate del progetto.
Per i nuovi utenti, l’ISO aggiornata rappresenta un punto di partenza solido, privo di bug critici noti e pronto per l’uso immediato. Per chi già utilizza EndeavourOS, l’aggiornamento porta miglioramenti tecnici invisibili ma sostanziali. E in entrambi i casi, si rafforza l’idea che questo progetto sia una delle vie più affidabili per abbracciare il mondo Arch senza complicazioni inutili.