Google e il controllo sulla privacy: tra blocco degli ad blocker e digital fingerprinting

da Redazione
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Google sta ridefinendo il modo in cui gli utenti possono proteggere la propria privacy online, con due cambiamenti controversi che hanno acceso il dibattito:

  • L’aggiornamento a Manifest V3 in Chrome, che sta progressivamente disattivando estensioni come uBlock Origin, limitando l’efficacia degli ad blocker.
  • L’introduzione del digital fingerprinting, una tecnica che consente ai siti web di tracciare gli utenti senza l’uso di cookie, aumentando i timori per la privacy online.

Questi sviluppi segnalano un cambio di direzione di Google, che cerca di bilanciare le esigenze degli inserzionisti con la crescente pressione per garantire una maggiore protezione della privacy.

Google disattiva uBlock Origin su Chrome: l’effetto Manifest V3

Con l’introduzione di Manifest V3, Google ha imposto nuove restrizioni alle estensioni di Chrome, limitando la capacità degli ad blocker di filtrare i contenuti prima che vengano caricati sulle pagine web.

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Secondo quanto riportato da BleepingComputer, il rollout di Manifest V3 sta avvenendo gradualmente e alcuni utenti hanno già trovato uBlock Origin disattivato automaticamente nei loro browser. Un messaggio avvisa che l’estensione non è più supportata, offrendo come uniche opzioni la rimozione o la gestione delle estensioni.

Perché Manifest V3 penalizza gli ad blocker?

Manifest V3 impone una nuova architettura per le estensioni che limita:

  • L’accesso ai dati di rete: gli ad blocker non possono più intercettare e bloccare richieste prima che vengano elaborate.
  • L’uso di script remoti: gli sviluppatori non possono più aggiornare in tempo reale le liste dei domini bloccati.
  • Il numero di filtri attivi: i blocchi degli annunci sono meno efficaci a causa di un limite massimo imposto da Chrome.

Per gli utenti che vogliono continuare a bloccare la pubblicità, esiste una versione alternativa chiamata uBlock Origin Lite, disponibile nel Chrome Web Store, ma con funzionalità ridotte rispetto alla versione originale.

C’è un modo per continuare a usare uBlock Origin?

Google ha concesso una deroga fino a giugno 2025 per alcune aziende e utenti enterprise, che potranno continuare a usare le estensioni basate su Manifest V2 modificando specifiche policy di Chrome Enterprise. Tuttavia, questa opzione non è disponibile per gli utenti comuni.

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Google e il controllo sulla privacy: tra blocco degli ad blocker e digital fingerprinting 7

Chi vuole mantenere la protezione avanzata contro la pubblicità invasiva e il tracciamento potrebbe dover valutare alternative a Chrome, come Firefox, Brave o Edge, che al momento supportano ancora ad blocker senza restrizioni.

Google introduce il digital fingerprinting: addio alla privacy?

Mentre da un lato Google promette di eliminare i cookie di terze parti, dall’altro ha introdotto una tecnologia ancora più invasiva: il digital fingerprinting.

Secondo Malwarebytes, Google ora permette agli inserzionisti di raccogliere dati sugli utenti attraverso una serie di parametri unici del loro dispositivo, come:

  • Sistema operativo (Windows, macOS, iOS, Android)
  • Tipo e versione del browser
  • Indirizzo IP e posizione approssimativa
  • Estensioni installate
  • Risoluzione dello schermo e fuso orario

Questa tecnica crea una “impronta digitale unica” che permette ai siti di riconoscere gli utenti anche se cancellano i cookie o usano la modalità incognito.

Google aveva promesso di proteggere la privacy…

In passato, Google aveva dichiarato che il digital fingerprinting rappresentava una minaccia alla privacy, affermando:

“A differenza dei cookie, gli utenti non possono cancellare il proprio fingerprint e quindi non possono controllare come vengono raccolte le loro informazioni.”

Tuttavia, nel dicembre 2024, Google ha annunciato che dal 16 febbraio 2025 avrebbe permesso alle aziende pubblicitarie di utilizzare questa tecnologia, giustificando la scelta come un compromesso per mantenere un Internet gratuito e finanziato dagli annunci.

L’ICO (Information Commissioner’s Office) del Regno Unito ha già avvertito che qualsiasi uso del fingerprinting deve rispettare la normativa sulla protezione dei dati, e che le aziende potrebbero essere soggette a sanzioni se utilizzano questa tecnica senza il consenso esplicito degli utenti.

Come proteggersi dal digital fingerprinting e dal nuovo Chrome?

Con il declino degli ad blocker su Chrome e l’aumento del fingerprinting, gli utenti devono adottare nuove strategie per proteggere la propria privacy:

  • Usare browser con protezioni avanzate, come Firefox o Brave, che bloccano automaticamente il fingerprinting.
  • Installare estensioni anti-fingerprinting, come Privacy Badger o Trace, per impedire ai siti di raccogliere informazioni uniche.
  • Usare una VPN, che maschera l’indirizzo IP e impedisce il tracciamento geografico.
  • Disabilitare JavaScript, anche se questo potrebbe compromettere il corretto funzionamento di alcuni siti web.

La privacy online è a rischio?

Le recenti decisioni di Google mostrano un chiaro spostamento verso un modello più favorevole agli inserzionisti e meno attento alla privacy degli utenti.

  • Manifest V3 limita l’efficacia degli ad blocker, costringendo gli utenti a cercare soluzioni alternative per proteggersi dalla pubblicità invasiva.
  • Il digital fingerprinting permette il tracciamento degli utenti senza cookie, rendendo più difficile per gli utenti proteggere la propria identità online.

Mentre Google afferma di voler trovare un equilibrio tra privacy e sostenibilità economica del web, le recenti mosse sollevano dubbi sul vero impatto di queste politiche. Gli utenti attenti alla privacy dovranno adattarsi rapidamente, scegliendo strumenti e browser che offrono ancora protezioni efficaci contro il tracciamento.

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