ChatGPT ricorda chi sei, Veo 2 crea video dai prompt: ridisegnata l’intelligenza artificiale

OpenAI e Google spingono oltre la personalizzazione e la creatività: il futuro dell’AI è esperienziale e visivo

da Maria Silvano
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veo 2 chatgpt memory

Nel panorama in continua evoluzione dell’intelligenza artificiale, due aggiornamenti recenti stanno segnando una nuova direzione per l’interazione uomo-macchina. Da una parte, Google lancia in anteprima Veo 2, il suo generatore video AI accessibile tramite AI Studio, una risposta diretta al celebre Sora di OpenAI. Dall’altra, OpenAI introduce una nuova versione della funzionalità Memory di ChatGPT, pensata per costruire una relazione a lungo termine tra l’utente e l’assistente, basata su memoria persistente e conoscenza personale progressiva.

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Entrambe le evoluzioni non solo potenziano gli strumenti offerti, ma delineano un nuovo paradigma di AI esperienziale, dove creatività, contesto e interazione personalizzata diventano elementi centrali. L’intelligenza artificiale smette di essere un assistente impersonale per trasformarsi in un interlocutore che conosce l’utente e può interpretare desideri, gusti e routine con precisione crescente.

Veo 2 trasforma i prompt in video: l’IA visiva di Google debutta con risoluzione 720p e supporto sketch

Presentato durante l’evento Cloud Next 2025, Veo 2 rappresenta l’ultima scommessa di Google nella competizione sull’AI generativa. Il sistema è capace di trasformare comandi testuali e input grafici in video animati, seguendo istruzioni sia semplici che complesse. Nella sua versione attuale, l’output è limitato a video di 8 secondi a 720p e 24 fps, con un costo di circa 0,33 euro al secondo generato.

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L’accesso è attualmente disponibile solo negli Stati Uniti attraverso Google AI Studio, ma Google ha confermato che le funzionalità saranno integrate in futuro anche in Gemini, l’ecosistema AI trasversale dell’azienda. Alcuni utenti hanno già condiviso i primi esperimenti, tra cui video generati da sketch manuali, con risultati descritti come “sorprendentemente fedeli” all’input visivo fornito.

L’interfaccia prevede una semplice area di testo e un sistema di toggle per parametri visivi, con possibilità di regolare movimento, stile, prospettiva e coerenza tra frame. Nonostante le limitazioni iniziali, l’approccio modulare suggerisce un’espandibilità verso formati più lunghi, risoluzioni più elevate e una possibile interazione multimodale con gli altri strumenti di Google Workspace.

Prompt, privacy e API: Veo 2 nasce per unire AI creativa e linguaggi professionali

Oltre al potenziale ludico e creativo, Veo 2 dimostra un chiaro orientamento all’integrazione con flussi di lavoro professionali, in particolare per chi opera in settori come design, produzione video, marketing visivo e educazione digitale. La possibilità di scrivere un prompt descrittivo e ottenere un contenuto visivo coerente e personalizzabile promette di abbattere tempi e costi di produzione, rendendo accessibile anche a singoli creatori strumenti che finora richiedevano team dedicati.

Dal punto di vista della privacy, i contenuti generati sono associati all’account dell’utente, ma non utilizzati per il training dei modelli, secondo le policy attuali di Google. Resta comunque aperta la questione delle licenze d’uso e della paternità dei contenuti video, che potrebbe diventare cruciale in contesti editoriali o commerciali.

ChatGPT con memoria permanente: l’IA inizia a ricordare davvero

L’aggiornamento alla funzione Memory di ChatGPT rappresenta una delle evoluzioni più significative nella storia della piattaforma. Se in precedenza l’assistente era in grado di ricordare istruzioni limitate e temporanee, la nuova versione abilita una memoria conversazionale estesa e personalizzata, capace di mantenere nel tempo informazioni rilevanti sul profilo dell’utente.

Annunciata da Sam Altman in un post su X, la novità permette a ChatGPT di fare riferimento a tutte le conversazioni passate, migliorando sensibilmente la coerenza delle risposte e la capacità di adattamento. “È una funzione sorprendentemente potente,” ha affermato il CEO di OpenAI, sottolineando come l’AI stia evolvendo verso un’entità capace di accompagnare l’utente nella quotidianità, imparando preferenze, contesto e stile comunicativo.

Dal comportamento alle preferenze: cosa può ricordare ChatGPT

Con la nuova versione, ChatGPT può memorizzare informazioni come:

  • il tono preferito dell’interlocutore,
  • soggetti ricorrenti d’interesse,
  • l’eventuale evitamento di stili come elenchi o grassetti,
  • nomi, ruoli, contesti lavorativi,
  • risposte personalizzate a domande tecniche ripetute.

Il sistema costruisce un profilo incrementale che si arricchisce con l’uso e diventa visibile nella sezione “Memory” delle impostazioni. L’utente può rimuovere elementi singolarmente o resettare l’intera memoria, garantendo un controllo totale sullo storico e la privacy. È inoltre possibile utilizzare le Temporary Chat, che non vengono memorizzate e funzionano come sessioni isolate.

Esclusività e rollout: solo per utenti Pro, ma in arrivo per Plus

Attualmente, la nuova Memory è disponibile esclusivamente per gli abbonati Pro da 200 dollari al mese, il piano che offre accesso prioritario ai modelli GPT-4 Turbo e supporto professionale. L’estensione alla fascia Plus da 20 dollari mensili è prevista nelle prossime settimane, anche se OpenAI non ha ancora annunciato una data precisa. Per gli utenti gratuiti, non è previsto al momento l’accesso alla memoria persistente.

Questa scelta ha generato un dibattito nella community, dove alcuni vedono nella memoria una feature fondamentale per il futuro dell’AI e ritengono discutibile vincolarla a un piano così costoso. Tuttavia, dal punto di vista di OpenAI, questa limitazione ha funzione di test scalato, permettendo di monitorare l’effetto della memoria su larga scala prima di un’eventuale distribuzione universale.

Una AI che conosce l’utente: etica, relazioni e prossime frontiere

Il concetto di AI che “conosce l’utente nel tempo” apre una serie di interrogativi etici e psicologici. Da un lato, si prospetta un’era in cui l’intelligenza artificiale non solo esegue, ma anticipa bisogni, memorizza frustrazioni, rielabora abitudini e risponde con crescente familiarità. Dall’altro, ciò implica una forma di relazione con l’utente che sfiora il confine tra assistente e compagno virtuale, con tutti i rischi connessi in termini di dipendenza, privacy e identità digitale.

La funzione Memory di ChatGPT e l’arrivo di Veo 2 da parte di Google mostrano che il futuro dell’AI è sempre più personale, visivo e contestuale. Le interfacce non si limitano più a interpretare comandi, ma iniziano a costruire una mappa cognitiva dell’utente, evolvendo da strumenti passivi a partner di pensiero e creatività.

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