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Sorveglianza di massa: cosa è, cenni storici e situazione attuale nel mondo

Tempo di lettura: 4 minuti.

La sorveglianza di massa è una pratica che consiste nell’utilizzo di tecnologie e metodi per raccogliere, analizzare e utilizzare grandi quantità di dati su individui e gruppi di persone. Questi dati possono essere raccolti da fonti diverse, come telecamere di sorveglianza, app di tracciamento, social media e dispositivi mobili. La sorveglianza di massa è spesso utilizzata per scopi di sicurezza pubblica, ma può anche essere utilizzata per fini commerciali e di marketing.

La sorveglianza di massa è diventata sempre più diffusa negli ultimi anni a causa dell’aumento delle tecnologie che consentono di raccogliere e analizzare grandi quantità di dati. L’avvento dell’intelligenza artificiale e dell’analisi dei dati ha reso possibile l’elaborazione automatica di grandi quantità di informazioni, rendendo così più semplice e veloce la raccolta di dati su un numero sempre maggiore di individui.

La sorveglianza di massa è spesso utilizzata per scopi di sicurezza pubblica, come la prevenzione del terrorismo e la lotta contro la criminalità. Tuttavia, può anche essere utilizzata per fini commerciali e di marketing, ad esempio per raccogliere dati sui consumatori e personalizzare le pubblicità.

La sorveglianza di massa solleva preoccupazioni in merito alla privacy e alle libertà individuali. La raccolta e l’analisi di grandi quantità di dati su individui può portare a una limitazione della privacy e della libertà di espressione, e può anche creare disparità nell’accesso alle informazioni e nell’influenza sulla decisione politica.

In generale è importante considerare gli aspetti etici e legali della sorveglianza di massa, e valutare i benefici della sicurezza e della protezione contro i rischi per la privacy e le libertà individuali. E’ importante che siano adottate leggi e norme che garantiscano la trasparenza e la responsabilità nell’utilizzo dei dati raccolti, e che vengano adottate misure per proteggere i diritti e le libertà individuali.

Cenni storici

La storia della sorveglianza di massa è un argomento vasto e complesso che si estende per diversi secoli e attraversa molte nazioni. Le origini della sorveglianza di massa possono essere fatte risalire alla nascita dei sistemi di polizia moderni e all’adozione di tecnologie avanzate per raccogliere e analizzare i dati.

Nel XIX secolo, il Regno Unito ha introdotto il Penny Post, un sistema di posta economico che ha permesso la raccolta di dati sui comportamenti comunicativi dei cittadini. Questo ha portato alla prima crisi pubblica riguardante la sorveglianza di massa, la crisi dello spionaggio postale del 1844. In quel periodo, anche il sistema di polizia tedesco, denominato “Polizei” si è sviluppato con lo scopo di tenere sotto controllo la popolazione.

Durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, molti paesi hanno adottato tecnologie avanzate per la sorveglianza di massa, come la decrittazione dei codici e la sorveglianza delle comunicazioni. In seguito alla Seconda Guerra Mondiale, molti paesi hanno continuato a sviluppare le loro capacità di sorveglianza di massa sia per scopi di sicurezza nazionale che per controllare le attività dei propri cittadini. In Europa, la guerra fredda ha portato alla creazione di servizi di intelligence e sistemi di sorveglianza per contrastare la minaccia comunista. In America, gli eventi del 11 settembre 2001 hanno portato alla creazione del Patriot Act, una legge che ha ampliato significativamente le capacità del governo degli Stati Uniti di raccogliere e analizzare i dati sui propri cittadini.

Sistemi sofisticati ed avanzati

Con l’avvento dell’era digitale, la sorveglianza di massa si è ulteriormente diffusa con l’aumento delle tecnologie che consentono di raccogliere e analizzare grandi quantità di dati, come l’intelligenza artificiale e l’analisi dei dati. Oggi, la sorveglianza di massa è diventata una questione globale che coinvolge molti paesi e che solleva preoccupazioni in merito alla privacy e alle libertà individuali.

La Cina è stato un esempio di come la sorveglianza di massa può essere utilizzata per mantenere il controllo sulla popolazione e perseguire gli obiettivi del governo. Il paese ha una vasta rete di telecamere di sorveglianza, che copre città e campagne, e utilizza tecnologie avanzate come il riconoscimento facciale per identificare i cittadini. Queste tecnologie vengono utilizzate per monitorare i comportamenti dei cittadini, prevenire la criminalità e contrastare il terrorismo. Inoltre, il governo cinese utilizza anche la sorveglianza di massa per controllare la dissidenza politica e sopprimere le voci critiche.

La Russia ha anche un sistema di sorveglianza di massa, anche se meno esteso rispetto alla Cina. Il paese ha una rete di telecamere di sorveglianza in molte città e utilizza tecnologie avanzate come il riconoscimento facciale per identificare i cittadini. Anche in Russia la sorveglianza di massa è utilizzata per monitorare i comportamenti dei cittadini, prevenire la criminalità e contrastare il terrorismo.

In molte nazioni arabe, il governo utilizza la sorveglianza di massa per mantenere il controllo sulla popolazione e sopprimere la dissidenza politica. Spesso, questi sistemi di sorveglianza vengono utilizzati per monitorare i comportamenti dei cittadini, per prevenire la criminalità e per contrastare il terrorismo. Tuttavia, in molti casi, questi sistemi vengono utilizzati anche per reprimere le voci critiche e per perseguire gli oppositori del governo. In alcuni paesi arabi, la sorveglianza di massa include anche la censura dei media e la restrizione dell’accesso a Internet per limitare la libertà di espressione e il libero accesso alle informazioni. Inoltre, alcuni paesi arabi utilizzano anche la sorveglianza di massa per discriminare e perseguire determinate comunità, come gli oppositori politici, le minoranze etniche e religiose, e le comunità LGBTQI+.

In generale, la sorveglianza di massa in Cina, Russia e paesi arabi rappresenta una minaccia significativa per le libertà individuali e per la democrazia. Le tecnologie utilizzate per la sorveglianza di massa sono in continua evoluzione e diventano sempre più sofisticate, rendendo sempre più difficile per i cittadini proteggere la propria privacy e libertà. Inoltre, la sorveglianza di massa può essere utilizzata per reprimere la dissidenza politica e limitare la libertà di espressione, minando la democrazia e i diritti umani.

In sintesi, la storia della sorveglianza di massa è un processo evolutivo che ha visto la nascita di sistemi di polizia moderni, l’adozione di tecnologie avanzate e la risposta a eventi globali come le guerre e gli attacchi terroristici. Le attuali preoccupazioni riguardo alla sorveglianza di massa sono il risultato di questo lungo processo di sviluppo e di una maggiore dipendenza dalle tecnologie digitali.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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