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Sim swap a Napoli, condannate Intesa Sanpaolo e Telecom Italia

Tempo di lettura: < 1 minuto. Le due aziende dovranno risarcire il 50% dei 29.000 euro rubati

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In un recente caso di truffa di sim swap a Napoli, due donne hanno perso 29.000 euro a causa di un truffatore che ha sottratto il denaro dai loro conti correnti presso Intesa Sanpaolo. La vicenda ha portato alla condanna sia della banca che di Telecom Italia, ritenute responsabili per il 50% del danno subito dalle vittime.

Il meccanismo della truffa

La truffa è avvenuta attraverso una serie di passaggi complessi, tra cui l’accesso non autorizzato all’account delle vittime, l’invio di notifiche ai cellulari collegate al conto, e l’utilizzo fraudolento delle credenziali di accesso e dei dati anagrafici delle correntiste. Il truffatore ha poi ottenuto una nuova sim card a nome di una delle vittime da Telecom Italia, perfezionando la truffa di sim swap e consentendo ulteriori operazioni illecite sul conto corrente.

La responsabilità di Intesa Sanpaolo e Telecom Italia

La sentenza finale stabilisce che Intesa Sanpaolo è responsabile della truffa in quanto non ha adottato un sistema di sicurezza immune a questo tipo di truffe e non ha bloccato l’account delle vittime in tempo utile. Telecom Italia, dal canto suo, è ritenuta responsabile per aver fornito al truffatore la sim intestata a una delle vittime senza adeguata verifica di identità.

Il risarcimento e le possibili conseguenze legali

Intesa Sanpaolo e Telecom Italia sono state condannate a risarcire il 50% dei 29.000 euro rubati, oltre agli interessi e alle spese legali. Tuttavia, gli avvocati delle vittime hanno annunciato che presenteranno appello, ritenendo che la responsabilità delle due aziende sia stata accertata con certezza, mentre non è stato dimostrato un concorso di colpa delle attrici nel caso.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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