Digital Services Act: la relazione annuale AGCOM rafforza vigilanza e trasparenza online

AGCOM pubblica la relazione annuale sul DSA: reclami, certificazioni e regole per piattaforme e CDN in Italia nel 2024.

di Redazione
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Il Digital Services Act (DSA) costituisce il pilastro normativo dell’Unione Europea per garantire un ambiente digitale sicuro, trasparente e responsabile. La relazione annuale AGCOM per il periodo 1 gennaio – 31 dicembre 2024, pubblicata con delibera n. 207/25/CONS, delinea l’attività svolta dall’Autorità come Digital Services Coordinator (DSC) per l’Italia. Il documento include reclami gestiti, organismi certificati, segnalatori attendibili e iniziative per uniformare la regolazione con le linee guida europee, in linea con la Direttiva UE 2018/1972. Particolare attenzione è dedicata alla moderazione dei contenuti, alla protezione dei minori e alla lotta contro i contenuti illegali. La relazione evidenzia la crescente necessità di armonizzazione normativa, in particolare per le Very Large Online Platforms (VLOPs), soggette a obblighi di risk assessment, audit indipendenti e accesso ai dati per i ricercatori. L’Italia ha visto nel 2024 un numero contenuto ma rilevante di 8 reclami, l’avvio di procedure per segnalatori attendibili, e la certificazione di un primo organismo extragiudiziale per la risoluzione delle controversie. Il report si chiude con raccomandazioni per la cooperazione internazionale, l’adeguamento infrastrutturale e la costruzione di un mercato digitale affidabile, anche attraverso un regime di autorizzazione generale per reti CDN attive. AGCOM conferma così il proprio ruolo centrale nella governance digitale italiana, bilanciando innovazione, diritti degli utenti e regolazione efficace.

Premessa e contesto normativo

La relazione AGCOM 2024 si inserisce in un quadro normativo in rapido consolidamento. Il DSA, entrato in piena attuazione dal 17 febbraio 2024, mira a regolamentare in modo uniforme tutti i servizi digitali, includendo intermediari, motori di ricerca e piattaforme. AGCOM, designata come Digital Services Coordinator, svolge un ruolo chiave nella gestione dei reclami, nel rilascio di certificazioni e nel coordinamento tra autorità. La consultazione pubblica avviata con delibera n. 55/25/CONS ha permesso di raccogliere pareri da stakeholder nazionali e internazionali, tra cui BEREC, su temi come frammentazione normativa e necessità di coerenza europea. AGCOM richiama norme pregresse come la legge 249/1997 e il Codice delle Comunicazioni Elettroniche, proponendo una regolazione mirata per le CDN, non più semplici cache ma reti attive di trasporto dati. La necessità di un regime autorizzativo generale emerge anche dal precedente su DAZN Edge (delibera n. 206/21/CONS), dove l’interconnessione con reti pubbliche giustificava l’obbligo di notifica. AGCOM si muove quindi per tutelare le infrastrutture critiche, evitando al contempo un’eccessiva frammentazione del mercato.

Gestione reclami ai sensi dell’articolo 53 DSA

L’articolo 53 del DSA attribuisce agli utenti il diritto di presentare reclami contro le piattaforme che violano i propri obblighi. AGCOM ha regolamentato il processo con delibera n. 25/25/CONS, stabilendo tempi certi e requisiti formali. Nel 2024 sono stati gestiti 8 reclami, in gran parte riferiti a provider esteri: 7 sono stati inoltrati ai DSC competenti nei paesi d’origine, uno a un provider italiano ha dato luogo a indagini senza sanzioni. I reclami hanno riguardato mancanza di trasparenza nella moderazione dei contenuti (art. 17 DSA) e difficoltà di accesso ai sistemi interni di reclamo (art. 20 DSA). AGCOM ha inoltre inoltrato 5 segnalazioni alla Polizia Postale, in particolare su contenuti di emittenti russe sottoposte a sanzioni UE. Le tempistiche sono state rispettate: decisioni entro 90 giorni, con estensione di 60 in caso di approfondimenti. Il processo include feedback obbligatorio ai complainant e possibilità di procedimenti sanzionatori nei casi di competenza nazionale.

Ordini e richieste di informazione (articoli 9 e 10 DSA)

Nel 2024, AGCOM non ha emesso ordini ai sensi degli articoli 9 e 10 del DSA. Tuttavia, ha avviato la predisposizione di protocolli di cooperazione con altre autorità italiane per garantire un futuro flusso di richieste efficiente. L’articolo 9 consente di ordinare la rimozione di contenuti illegali, mentre l’articolo 10 abilita l’accesso alle informazioni sugli utenti da parte delle autorità competenti. L’assenza di ordini è attribuita alla fase iniziale di implementazione, ma AGCOM prevede un aumento significativo nel 2025, soprattutto su tematiche sensibili come hate speech, fake news e contenuti dannosi per i minori. L’autorità sottolinea la necessità di garantire trasparenza e tracciabilità di tali ordini, per evitare abusi o discrezionalità.

Risoluzione extragiudiziale delle controversie (articolo 21 DSA)

AGCOM ha certificato il primo Organismo di Risoluzione delle Controversie (ODS) in Italia nel 2024, come previsto dall’articolo 21 del DSA. Il meccanismo consente agli utenti di contestare decisioni di moderazione delle piattaforme senza ricorrere alla giustizia ordinaria. I criteri di certificazione includono imparzialità, efficienza, indipendenza e accessibilità gratuita. Due richieste di certificazione sono state ricevute: ADR Center S.r.l. è stato certificato con delibera n. 501/24/CONS, mentre un’altra richiesta è stata rigettata. La lista degli ODS certificati è pubblicata da AGCOM, che svolge attività di monitoraggio per garantirne la qualità. L’attività è ancora limitata ma con crescita prevista nel 2025, anche grazie alla diffusione delle regole DSA tra utenti e operatori.

Segnalatori attendibili (articolo 22 DSA)

Il riconoscimento dei segnalatori attendibili rappresenta un elemento centrale per migliorare la qualità delle segnalazioni su contenuti illegali. L’articolo 22 del DSA stabilisce che gli enti certificati ottengono priorità di trattamento da parte delle piattaforme. AGCOM ha approvato il regolamento con delibera n. 283/24/CONS, in vigore dal 15 settembre 2024. Nel primo anno, AGCOM ha ricevuto 4 richieste, ne ha archiviate 3 e concesso una certificazione nel 2025. I requisiti includono accuratezza, expertise e indipendenza, e lo status è revocabile in caso di abuso. La funzione dei segnalatori attendibili si dimostra cruciale nella lotta a hate speech, disinformazione e contenuti criminali, con la pubblicazione di una lista ufficiale aggiornata.

Ricercatori abilitati (articolo 40 DSA)

Per rafforzare l’accountability delle VLOPs, l’articolo 40 del DSA introduce il concetto di ricercatori abilitati, a cui deve essere garantito accesso controllato ai dati delle piattaforme. AGCOM ha avviato procedure per la certificazione, valutando parametri come finalità accademica, indipendenza e sicurezza. Nel 2024 non sono state completate certificazioni, ma è in corso una collaborazione con la Commissione Europea per armonizzare gli standard. Questo consente l’avvio di studi su rischi sistemici, come quelli legati alla disinformazione, e contribuisce a una migliore sorveglianza algoritmica. L’accesso è garantito nel rispetto della protezione dei dati personali, con policy di sicurezza multilivello.

Dettaglio tecnico: definizione e funzionamento delle CDN nel DSA

AGCOM introduce un’analisi tecnica sulle Content Delivery Network (CDN), considerate ormai reti attive e non semplici cache. Le CDN operano su architetture distribuite, con server edge che memorizzano contenuti statici e li consegnano all’utente tramite routing geolocalizzato. Questo riduce latenza e migliora efficienza, ma pone problemi di regolazione. Il documento classifica le CDN come reti pubbliche di comunicazione elettronica a commutazione di pacchetto, soggette a obblighi di notifica e autorizzazione secondo l’articolo 11 del Codice delle Comunicazioni Elettroniche. Il riferimento al documento BEREC BoR (24) 139 distingue tra CDN proprietarie, terze o ibride, evidenziando le implicazioni per interconnessione, qualità del servizio e resilienza delle infrastrutture. AGCOM ribadisce che le CDN non sono soggette a obblighi editoriali, ma necessitano di un regime uniforme per garantire interoperabilità e sicurezza.

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