Le tensioni geopolitiche e la corsa all’intelligenza artificiale ridisegnano il panorama tecnologico mondiale. Nelle ultime settimane la Cina ha ampliato i controlli sull’export delle terre rare, Intel ha svelato il primo processore client basato su nodo 18A, gli Stati Uniti cercano un equilibrio produttivo con Taiwan, mentre Nvidia ottiene una licenza per fornire GPU AI di ultima generazione negli Emirati Arabi Uniti. A completare il quadro, un ex sviluppatore Microsoft ha raccontato la storia della chiave di attivazione più famosa di Windows XP, simbolo della vulnerabilità del software pre-cloud.
Cosa leggere
Controlli export sulle terre rare in Cina
Pechino rafforza il controllo strategico sulle risorse critiche, ampliando la lista dei materiali soggetti a restrizioni. Dal prossimo dicembre saranno necessarie licenze per esportare holmio, tulio, erbio e itterbio, elementi fondamentali nella produzione di magneti, dischi rigidi e semiconduttori. Il Ministero del Commercio cinese giustifica la misura con “ragioni di sicurezza nazionale”, ma l’azione è percepita come una risposta diretta alle restrizioni USA sui chip avanzati. Le nuove regole estendono quelle introdotte ad aprile e impongono permessi anche per i prodotti che contengono tracce di materiali cinesi, un vincolo che potrebbe influenzare catene di fornitura globali nel settore ICT e componentistica PC. La Cina, che detiene la quasi totalità della raffinazione mondiale delle terre rare, consolida così la sua posizione dominante e segnala la volontà di difendere il proprio vantaggio strategico nella filiera dei magneti industriali e dei semiconduttori.
Intel Panther Lake: il primo processore su nodo 18A
Durante un evento in Arizona, Intel ha presentato Panther Lake, il primo processore client realizzato sul nodo 18A, la tecnologia più avanzata della roadmap aziendale. Il chip unisce innovazioni architetturali derivate da Lunar Lake e Arrow Lake, promettendo 50% di performance in più a parità di potenza o 30% di efficienza superiore in modalità multi-thread rispetto ai modelli precedenti.
Il nodo 18A introduce due elementi chiave:
- RibbonFET, il transistor gate-all-around che riduce le correnti di dispersione e migliora il controllo del flusso elettronico;
- PowerVia, un sistema di alimentazione dal retro del wafer che aumenta la densità e riduce le perdite energetiche.
Panther Lake impiega P-core Cougar Cove e E-core Darkmont, con fino a 12 core CPU e grafica integrata Xe3, oltre a una NPU di quinta generazione e un’IPU di settima per gestione AI e imaging. Supporta memorie LPDDR5X fino a 9600 MT/s e fino a 20 linee PCIe, con versioni destinate a notebook premium e workstation ultramobili. La produzione di massa inizierà entro la fine del 2025, con disponibilità sul mercato prevista per gennaio 2026.
Ambizione USA per un’industria chip “50-50” con Taiwan
Negli Stati Uniti cresce il dibattito sulla sovranità tecnologica. Il finanziere Howard Lutnick ha proposto un accordo “50-50” con Taiwan, mirato a produrre sul suolo americano almeno la metà dei chip destinati al mercato interno. L’obiettivo politico è ridurre la dipendenza da Taipei, che oggi copre oltre il 90% della produzione mondiale di logica avanzata, ma il piano incontra difficoltà concrete: la mancanza di una supply chain locale e di manodopera qualificata. Il progetto punta a raggiungere il 40% di capacità produttiva domestica entro il 2030, ma restano incognite legate ai costi, stimati 30% superiori rispetto a Taiwan, e alla dipendenza da materiali giapponesi come i photoresist, mercato previsto in crescita fino a 4,86 miliardi di euro nel 2028. L’espansione di TSMC in Arizona, con la Fab 21 e il nodo N2, potrebbe portare fino al 25–30% della capacità globale TSMC negli Stati Uniti entro la fine del decennio, ma senza un ecosistema completo — litografia europea, DRAM statunitense, componenti coreani — la visione resta principalmente geopolitica.
Nvidia ottiene licenza per GPU AI negli Emirati Arabi Uniti
Il Dipartimento del Commercio USA ha concesso a Nvidia una licenza speciale per esportare GPU AI della serie Blackwell negli Emirati Arabi Uniti, nell’ambito di un accordo bilaterale da 1.283 miliardi di euro. Il contratto consente la fornitura di fino a 500.000 processori all’anno, con possibilità di estensione alle future architetture Rubin e Feynman. Le GPU saranno destinate a data center statunitensi operanti negli UAE, mantenendo quindi conformità con le restrizioni sull’export di hardware AI verso Paesi terzi. Il patto prevede investimenti reciproci “dollar-for-dollar”, consolidando la partnership tecnologica tra Washington e Abu Dhabi. È esclusa dal programma la società G42, che continuerà tuttavia a collaborare con OpenAI attraverso un proprio datacenter da 5 GW per applicazioni di linguaggio naturale.