Google investe 8,25 miliardi in South Carolina tra tensioni globali sui chip

di Redazione
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Google annuncia un investimento da 8,25 miliardi di euro per ampliare la propria infrastruttura AI negli Stati Uniti, mentre sul fronte geopolitico l’Olanda sequestra Nexperia al gruppo cinese Wingtech e la Cina avvia un’indagine antitrust su Qualcomm per l’acquisizione di Autotalks. Questi sviluppi riflettono la crescente frammentazione del mercato tecnologico globale e il passaggio verso catene di fornitura regionali e resilienti. Google rafforza così la propria presenza in South Carolina, dove la società espande il campus di Berkeley County e avvia la costruzione di due nuovi data center in Dorchester County entro il 2027. Parallelamente, l’Europa protegge asset strategici e la Cina reagisce con leve regolatorie, trasformando l’industria dei semiconduttori in un campo di competizione multipolare.

Espansione delle infrastrutture Google in South Carolina

L’investimento da 8,25 miliardi di euro rappresenta uno dei più grandi progetti infrastrutturali di Google negli Stati Uniti. L’azienda espande il proprio campus data center a Berkeley County, finanziando la costruzione di due nuovi poli tecnologici in Dorchester County. Questi centri gestiranno workload AI complessi, supportando Google Cloud, Gemini AI e i futuri modelli multimodali dell’azienda. L’iniziativa mira a soddisfare la crescente domanda di capacità computazionale legata all’addestramento di reti neurali su larga scala. Google accompagna l’espansione con una sovvenzione Google.org destinata all’Electrical Training Alliance, per integrare strumenti di intelligenza artificiale nei programmi di formazione tecnica. Oltre 160 apprendisti verranno preparati per carriere nei settori tech ed energetico, favorendo la creazione di nuovi posti di lavoro qualificati e il potenziamento dell’economia digitale locale. L’azienda collabora con le autorità statali per garantire sostenibilità ambientale e allineamento con i bisogni della comunità. L’obiettivo è costruire un ecosistema che unisca innovazione tecnologica e sviluppo umano, posizionando la South Carolina come hub critico per le infrastrutture AI americane.

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Questo piano si inserisce nella strategia di reshoring tecnologico promossa da Washington, volta a ridurre la dipendenza da data center esteri e a rafforzare la leadership statunitense nel calcolo ad alte prestazioni. Google, insieme a Microsoft e Amazon, guida la corsa all’espansione di infrastrutture cloud e AI, con progetti paralleli nel Regno Unito e in Belgio, ma con focus strategico sul territorio americano. L’iniziativa rientra nel piano di reindustrializzazione tech degli Stati Uniti, che punta a consolidare una filiera nazionale di semiconduttori, energia e formazione digitale.

Sequestro olandese di Nexperia a Wingtech

Mentre Google espande le sue fondamenta negli Stati Uniti, l’Olanda adotta una misura straordinaria nel settore dei semiconduttori: il sequestro di Nexperia, azienda olandese controllata dalla cinese Wingtech Technology. L’intervento, disposto dal Ministero degli Affari Economici, blocca trasferimenti tecnologici sensibili verso la Cina e salvaguarda capacità produttive nazionali ed europee. La decisione invoca la legge sulla “disponibilità dei beni strategici” e rappresenta un precedente di rilievo nella politica industriale europea.

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Nexperia, con stabilimenti chiave a Newport e Nijmegen, produce chip analogici e di potenza impiegati in settori critici come automotive, energia e difesa. Il governo olandese ha dichiarato che la misura è “eccezionale ma necessaria” per preservare la sovranità tecnologica. La decisione, coordinata con autorità europee, riflette la volontà di rafforzare il controllo sugli asset strategici dopo anni di acquisizioni cinesi nel comparto microelettronico. Wingtech ha annunciato che valuterà azioni legali internazionali, sostenendo la legittimità del proprio investimento, ma l’episodio segna un chiaro inasprimento dei rapporti tra Europa e Cina. Il sequestro di Nexperia non è un caso isolato: si inserisce in un contesto di politiche di de-risking europee, tese a proteggere know-how e capacità produttive da operazioni M&A considerate sensibili. L’Olanda, che ospita anche ASML, fulcro della litografia avanzata mondiale, si muove in linea con la dottrina della sicurezza economica UE, che riconosce i semiconduttori come bene strategico critico. L’intervento potrebbe fungere da precedente per misure analoghe in altri Paesi membri, come Germania e Francia, impegnati nel ridurre la dipendenza tecnologica dalla Cina.

Indagine antitrust cinese su Qualcomm e il caso Autotalks

Sul versante asiatico, la Cina avvia una indagine antitrust su Qualcomm, focalizzata sull’acquisizione della israeliana Autotalks, società specializzata in tecnologie per veicoli connessi (V2X). L’inchiesta è condotta dalla State Administration for Market Regulation (SAMR), l’agenzia di Pechino per la regolamentazione del mercato. Nonostante l’accordo avesse già ricevuto approvazioni negli Stati Uniti e in Israele, la Cina sospetta rischi di monopolio e posizioni dominanti nel settore automotive connesso. L’indagine si inserisce in un quadro di tensioni commerciali e tecnologiche USA-Cina, e funge da leva negoziale contro le restrizioni americane su GPU e componenti per AI. Pechino potrebbe imporre multe fino al 10% dei ricavi di Qualcomm in Cina o ritardare la chiusura dell’operazione come strumento di pressione diplomatica. L’inchiesta segue indagini analoghe su Nvidia e Micron, e testimonia l’uso crescente delle normative antitrust come arma geopolitica. Qualcomm, dal canto suo, mira a integrare le tecnologie di Autotalks per ampliare la propria offerta nel segmento automotive intelligente, un mercato cruciale per la transizione verso veicoli autonomi e reti 5G V2X. Tuttavia, la probe cinese rischia di rallentare le strategie di integrazione e di interferire con la supply chain globale dei chip per connettività. In parallelo, la Cina limita l’export di terre rare e impone vincoli portuali su chip Nvidia, aggravando la tensione con Washington. Le restrizioni reciproche tra USA e Cina su GPU high-end e materie prime critiche ridefiniscono i flussi industriali e spingono entrambe le economie verso autonomia strategica.

Impatti geopolitici e frammentazione industriale

L’insieme di queste mosse — investimento infrastrutturale USA, sequestro olandese e probe cinese — riflette un cambiamento strutturale: la transizione da un’economia globale integrata a un sistema tecnologico multipolare. Gli Stati Uniti puntano su autosufficienza AI e semiconduttori, l’Europa protegge le tecnologie chiave da acquisizioni straniere, e la Cina risponde con strategie China+N, diversificando le partnership industriali in Malesia, Indonesia, Vietnam e Thailandia. Secondo analisi di settore, l’attività M&A tecnologica cinese nel primo semestre del 2025 è cresciuta del 45%, raggiungendo 157,3 miliardi di euro e includendo 29 operazioni oltre il miliardo, segnale che Pechino punta a consolidare una rete industriale autonoma in Asia. Tuttavia, le GPU domestiche restano inferiori di anni rispetto agli equivalenti americani, e i colli di bottiglia infrastrutturali limitano i progressi del settore. La politica China+N — evoluzione del modello China+1 — mira a creare catene di fornitura parallele, riducendo la dipendenza dal mercato statunitense ma mantenendo accesso a know-how regionale.

Equilibrio tra crescita e sicurezza economica

Mentre Google investe per espandere la capacità AI americana, i governi occidentali rafforzano i controlli su tecnologie critiche e la Cina accelera la propria autosufficienza hardware. Questa dinamica conferma un mondo tecnologico polarizzato, dove la sicurezza nazionale e la resilienza industriale pesano più dell’integrazione globale. Gli Stati Uniti capitalizzano su formazione e innovazione domestica, l’Europa su regolamentazione e sovranità tecnologica, e la Cina su diversificazione e consolidamento interno. Il risultato è una ricomposizione dell’ordine economico digitale, che ridisegna confini, filiere e alleanze.