BlackRock, Microsoft, Nvidia e xAI acquistano Aligned Data Centers per 36,7 miliardi rischiando bolla AI

di Redazione
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BlackRock, Microsoft, Nvidia e xAI acquistano data center per 36,7 miliardi rischiando bolla AI

Un consorzio formato da BlackRock, Microsoft, Nvidia e xAI ha completato l’acquisizione di Aligned Data Centers per 36,7 miliardi di euro, una delle più grandi operazioni infrastrutturali mai registrate nel settore. L’iniziativa, parte della Artificial Intelligence Infrastructure Partnership (AIP), consolida un network globale da 5 GW di capacità operativa e pianificata, destinata a sostenere l’esplosione della domanda di potenza computazionale per l’intelligenza artificiale. L’accordo, chiuso interamente in equity, segna un punto di svolta nella corsa alle infrastrutture AI, ma avviene in un contesto di crescente preoccupazione per una possibile bolla. Secondo gli analisti di Citigroup, quasi la metà delle aziende dell’S&P 500 presenta oggi un livello di esposizione medio o alto all’intelligenza artificiale, con una capitalizzazione complessiva di 18,3 trilioni di euro.

L’acquisizione di Aligned Data Centers

Fondata come realtà emergente nella progettazione sostenibile dei data center, Aligned Data Centers opera in oltre 50 campus distribuiti tra Stati Uniti, America Latina e prossime espansioni globali. Le sue principali sedi includono Virginia settentrionale, Chicago, Dallas, Ohio, Phoenix e Salt Lake City, mentre le operazioni internazionali si estendono a San Paolo, Querétaro e Santiago del Cile. Il consorzio AIP, nato a settembre 2024, ha richiesto più di un anno di trattative per concretizzare l’acquisizione. I partner strategici rappresentano i poli centrali dell’ecosistema AI:

  • BlackRock e Global Infrastructure Partners apportano capitale e competenze di gestione patrimoniale;
  • Microsoft integra l’infrastruttura nel cloud Azure;
  • Nvidia fornisce le piattaforme GPU e la tecnologia di accelerazione;
  • xAI, l’azienda di Elon Musk, sfrutta le risorse per l’addestramento dei propri modelli linguistici;
  • MGX (Abu Dhabi), la Kuwait Investment Authority e Temasek (Singapore) garantiscono il supporto sovrano e la diversificazione geografica.

La struttura del deal, completamente finanziata in equity, riduce l’esposizione al debito e trasforma l’operazione in un asset tangibile di lungo periodo. L’obiettivo del consorzio è assicurarsi un accesso privilegiato alle risorse infrastrutturali, evitando colli di bottiglia nella costruzione di data center e nel provisioning di GPU.

Infrastrutture AI come nuova riserva strategica

L’acquisizione segna un’evoluzione nel modo in cui le big tech e i fondi di investimento percepiscono le infrastrutture computazionali: da asset operativi a veri e propri strumenti di potere economico e geopolitico. Con una capacità complessiva pari al consumo di una grande metropoli, i data center di Aligned diventano fondamentali per l’addestramento dei modelli linguistici di prossima generazione, la gestione di workload su larga scala e la costruzione di reti cloud resilienti a livello globale. Per Nvidia, la mossa assicura continuità alla catena di fornitura di GPU, mentre Microsoft può integrare direttamente la capacità nel proprio ecosistema Azure AI. Allo stesso tempo, BlackRock rafforza il proprio portafoglio infrastrutturale, posizionando gli asset data center come beni rifugio tecnologici.

Rischi sistemici e segnali di surriscaldamento

Il boom dell’intelligenza artificiale, tuttavia, solleva crescenti interrogativi sulla sostenibilità degli investimenti. Gli strategist di Citigroup sottolineano che quasi metà delle aziende dell’S&P 500 — per un valore complessivo di 18,3 trilioni di euro — mostra una forte dipendenza economica dall’AI, integrandola in modelli di business e strategie di crescita. Tra i nomi più esposti figurano Nvidia, Oracle, xAI, OpenAI, Arm e SoftBank, che hanno intrecciato una rete di investimenti incrociati: Nvidia finanzia xAI, SoftBank usa azioni Arm come collaterale per un prestito da 4,6 miliardi di euro a OpenAI, mentre Oracle cavalca l’onda con l’integrazione dell’AI nei propri database cloud. Questo circuito chiuso di capitali alimenta valutazioni sempre più elevate, ma su basi ancora fragili. Gli analisti ricordano i parallelismi con la bolla dot-com del 2000, quando euforia e investimenti circolari portarono a un collasso esteso dei titoli tecnologici. Citigroup avverte che un crollo improvviso nel settore AI potrebbe avere effetti sistemici sull’intero indice S&P 500, vista l’interconnessione tra i principali titoli e il peso delle big tech sulla capitalizzazione totale.

La corsa globale alle fabbriche AI

In parallelo, aziende come Nvidia, SoftBank e xAI stanno alimentando un’ondata di investimenti infrastrutturali senza precedenti. Nvidia ha richiesto 458,9 miliardi di euro per costruire nuove fabbriche AI globali, mentre xAI ha firmato un accordo chip da 18,3 miliardi di euro per espandere la propria capacità di calcolo. Il risultato è un ciclo di espansione continua, in cui le aziende investono l’una nell’altra per sostenere il momentum di mercato, rischiando però di amplificare l’effetto bolla.

Differenze tra hype e valore reale

Il consorzio AIP tenta di distinguersi da questa spirale speculativa concentrandosi su asset fisici — infrastrutture reali e sostenibili — piuttosto che su promesse tecnologiche non ancora monetizzabili. L’approccio mira a stabilizzare la catena di fornitura AI, garantendo continuità operativa anche in caso di recessione o riduzione dei flussi di capitale nel settore. Questa strategia potrebbe costituire una forma di “hedge infrastrutturale”: mentre il mercato corre verso valutazioni record, il controllo diretto delle strutture fisiche offre un ancoraggio concreto e resiliente.

Prospettive e possibili scenari

La domanda di potenza computazionale non mostra segni di rallentamento. L’AI continua a spingere l’espansione dei data center, ma la concentrazione di capitali in pochi player globali — tutti interconnessi — espone il sistema a un rischio di vulnerabilità collettiva. Il consorzio AIP, nel tentativo di anticipare questa fragilità, si posiziona come garante dell’autonomia tecnologica delle proprie partecipanti, unificando capitale, hardware e know-how. Tuttavia, se le previsioni di Citigroup si avverassero, un eventuale rientro dell’euforia AI potrebbe causare una correzione generalizzata di mercato, toccando non solo i titoli tech ma l’intera economia americana.