Il mercato delle criptovalute attraversa una fase di fermento in cui coesistono utili record per aziende quotate, volumi elevati e una volatilità che rimodella il quadro competitivo. Nel terzo trimestre 2025 Coinbase ha superato le attese con ricavi per 1,743 miliardi di euro e un utile netto di 397 milioni di euro, mentre MicroStrategy ha riportato 2,567 miliardi di euro di utile netto grazie a una strategia aggressiva di accumulo di Bitcoin. In parallelo Bitcoin oscilla in un range ampio con impennate di liquidazioni e il rapporto tra spot e derivati che torna a favorire gli scambi a pronti, mentre Ethereum vede crescere le posizioni short a fronte di riserve sugli exchange in rapido esaurimento, dinamica storicamente favorevole a rimbalzi di prezzo. Tra le infrastrutture si rilevano integrazioni cross-chain, nuove funzionalità di pagamento e prodotti regolamentati come ETF e ETP, segnale di una progressiva istituzionalizzazione. Le dichiarazioni dei leader bancari e le decisioni strategiche degli operatori delineano un settore che aumenta profondità di mercato, compliance e capacità tecnologica, pur restando sensibile a shock di liquidità e a rotazioni di portafoglio ad alta frequenza.
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Risultati trimestrali: Coinbase consolida ricavi e utili
La trimestrale di Coinbase conferma il ritorno di un ciclo favorevole, trainato da volumi di trading in crescita e da ricavi da transazione quasi raddoppiati a 963 milioni di euro rispetto ai 525 milioni dell’anno precedente. L’utile netto ha sfiorato 396,7 milioni di euro, pari a 1,37 euro per azione, con una marginalità sostenuta da commissioni stabili, custodia istituzionale e servizi di staking in ripresa nei mercati a maggiore chiarezza regolatoria. Il dato più strategico riguarda l’accumulo di Bitcoin in bilancio, con l’aggiunta di 2.772 BTC per oltre 275 milioni di euro, che colloca la società tra le prime dieci quotate per detenzione di Bitcoin e rafforza il posizionamento come infrastruttura di riserva oltre che come exchange. Questa scelta invia al mercato il segnale che asset digitali e tesoreria aziendale possono coesistere in chiave di diversificazione e copertura dall’inflazione, allineando la narrativa di Bitcoin come riserva di valore con la pratica di gestione patrimoniale corporate. L’effetto comunicativo della call, in cui il CEO Brian Armstrong ha enfatizzato termini come Bitcoin, Ethereum, blockchain, staking e web3, ha alimentato mercati di previsione su piattaforme come Polymarket e Kalshi, evidenziando come la guidance verbale e la linguistica finanziaria possano influenzare le aspettative degli operatori in tempo reale.
MicroStrategy: leva su Bitcoin e gestione del tesoro multi-asset
La strategia di MicroStrategy resta centrata su Bitcoin come asset principale, con gli acquisti che hanno spinto le detenzioni da 597.325 a 640.031 BTC entro settembre e ulteriori incrementi a 640.808 unità in ottobre. L’oscillazione del prezzo da 98.166 a circa 104.537 euro ha contribuito ai risultati, ma il titolo ha scontato prese di profitto con un calo del 14% nel trimestre e un ulteriore 20% in ottobre. Al di là della volatilità azionaria, il messaggio strategico è che l’allocazione di tesoreria su asset digitali resta una tesi d’investimento per l’azienda, affiancata da un utilizzo selettivo di validatori su Ethereum, Solana e ZIGChain per migliorare il rendimento del capitale. L’adozione corporate trova eco in iniziative come quella di SEGG Media, che annuncia un piano da 275 milioni di euro concentrato all’80% su un tesoro crypto multi-asset con prevalenza di Bitcoin per stabilità, a conferma di un fenomeno che progressivamente punta a standardizzare policy di bilancio con cripto-componenti.
Volatilità di Bitcoin e segnali on-chain di Ethereum
L’analisi di ottobre restituisce un picco dei volumi spot su Bitcoin, metrica che segnala un ritorno di domanda e offerta reali rispetto alle fasi dominate dai derivati. In queste condizioni l’ampiezza del range tende a favorire fasi di stabilizzazione se la liquidità spot rimane profonda e il funding dei perpetual si normalizza. Sul fronte Ethereum, l’aumento delle posizioni short in concomitanza con il calo delle riserve sugli exchange genera un setup contrarian tipico: scarsa disponibilità immediata a vendere e potenziali short squeeze in presenza di catalizzatori, con dati on-chain che richiamano pattern già osservati in cicli precedenti. Il contesto appare quindi favorevole a rimbalzi tecnici su ETH, soprattutto se gli afflussi su soluzioni L2, gli ETF sintetici e le integrazioni di stablecoin manterranno la rete finanziariamente attiva.
Liquidazioni a leva e ruolo delle piattaforme
La singola liquidazione più ampia su Hyperliquid in BTC-USD pari a 19,63 milioni di euro nelle ultime 24 ore sottolinea l’impatto della leva in ambienti a bassa latenza. In fasi di volatilità verticale le piattaforme devono assorbire squilibri con meccanismi di auto-deleveraging e insurance fund adeguati, pena shock sui prezzi e amplificazione delle code di distribuzione. La compresenza di exchange centralizzati e venue decentralizzate aumenta la eterogeneità microstrutturale del mercato, dove differenze di tick size, margini, orari di manutenzione e criteri di rischio possono tradursi in arbitraggi e divergenze temporanee di prezzo. La gestione della leva resta quindi una variabile sistemica nel pricing di breve periodo.
Rotazioni di portafoglio: dal caso Jump Crypto al segnale di fiducia
La conversione di Jump Crypto di circa 188 milioni di euro in Solana (SOL) verso 243 milioni di euro in Bitcoin tramite Galaxy Digital evidenzia una rotazione che va letta su due piani. Da un lato segnala una ricomposizione del rischio in direzione dell’asset più liquido e con maggiore profondità. Dall’altro, mantiene intatto l’impegno di Jump sull’ecosistema Solana attraverso lo sviluppo di Firedancer, client validatore ad alte prestazioni. Il messaggio al mercato è che Bitcoin resta il collaterale di riferimento nei momenti di incertezza, senza precludere l’investimento infrastrutturale sulle chain a throughput elevato.
Ricchezza dormiente e narrativa su Satoshi Nakamoto
La stima della ricchezza in Bitcoin attribuita a Satoshi Nakamoto evidenzia un calo di 4,493 miliardi di euro sulla scia della correzione di mercato, portando il controvalore a 108,57 miliardi di euro. Al di là della curiosità, la persistenza dell’inattività dei wallet storici rimane uno dei più forti segnali di fiducia nella immutabilità del protocollo e nella neutralità dell’offerta circolante, poiché scongiura shock di liquidità derivanti da movimenti inattesi.
Integrazioni tecnologiche: agenti, pagamenti e L2
L’accordo tra Shekel e Symphonyio introduce agenti di trading V2 no-code in grado di operare su Hyperliquid e Gains Network, ottimizzando funding e entrate su mercati multipli. La componente agentica AI-driven porta nella DeFi strumenti simili a quelli dell’execution algotrading tradizionale, con il vantaggio di composabilità nativa e gestione programmatica del rischio. Kalshi espande i depositi nativi USDC su Base, consolidando un percorso che dall’originaria copertura su Ethereum e Sui approda ora a un L2 ad alte prestazioni, mentre l’integrazione con Aptos per depositi USDC e APT segnala la volontà di multichain operativa. Halliday riduce la frizione nell’on-ramp integrando la rete TRON, con tempi di onboarding che scendono da oltre trenta minuti a circa uno grazie a routing intelligente e sfruttando una base transazionale giornaliera in USDT superiore a 21,18 miliardi di euro nel Q2 2025. Questi tasselli compongono un mosaico in cui pagamenti, derivati on-chain e scalabilità L2 convergono verso una esperienza utente più rapida e prevedibile.
MegaETH: raccolta lampo e valutazioni elevate
L’asta token di MegaETH ha registrato quasi 1,284 miliardi di euro in bid, oversubscribed di 27,8 volte rispetto a un cap di 45,85 milioni di euro, con raccolta completata in cinque minuti il 27 ottobre. La valuazione fully diluted intorno a 25,48 miliardi di euro rende il progetto una delle iniziative L2 più osservate, complici il sostegno di figure come Vitalik Buterin e Joe Lubin e la promessa di rotazione del sequencer e mercati di prossimità. L’euforia da ICO si accompagna tuttavia alla necessità di governance trasparente, gestione delle code di domanda e policy di sblocco che minimizzino i rischi di dumping post-listing.
Regolazione locale: la pausa di Bybit in Giappone
La decisione di Bybit di sospendere l’onboarding di nuovi utenti in Giappone dal 31 ottobre 2025 per allinearsi alla Financial Services Agency conferma che la compliance resta un fattore competitivo. La continuità per gli utenti esistenti mitiga l’impatto, ma l’episodio mostra come le giurisdizioni avanzino con licensing e presidi che determinano il grado di accesso al mercato per gli operatori globali.
Prodotti regolamentati: ETF ed ETP spingono l’adozione
L’aggiornamento del filing S-1 di Canary Funds per un ETF spot XRP, con obiettivo di listing il 13 novembre e rimozione del delaying amendment per il regime auto-effective, si inserisce nella scia di approvazioni per Solana, Litecoin e Hedera. La regola dei 20 giorni consente a prodotti idonei di procedere senza ulteriore intervento, riducendo l’incertezza regolatoria e ampliando la distribuzione di strumenti spot. In Europa la decisione di Nordea di permettere il trading di ETP linked Bitcoin sulle proprie piattaforme porta i clienti bancari tradizionali verso esposizioni crypto-linked in un perimetro MiFID-compatibile, mentre la collaborazione di provider come Valour con banche regionali accelera la integrazione tra finanza tradizionale e tokenizzazione.
Pagamenti e carte: ritorno di Uphold con premi in XRP
Il rilancio della carta di debito di Uphold negli USA con reward fino al 6% in XRP dimostra che il modello spend-to-earn mantiene appeal quando combinato con depositi diretti, funzioni di borrowing collateralizzate e integrazione con protocolli come Exactly. La possibilità di utilizzare asset crypto come collaterale senza controllo del credito crea un ponte tra finanza decentralizzata e consumo quotidiano, pur imponendo gestione del rischio su volatilità e loan-to-value.
Dichiarazioni dei leader: la posizione di Jamie Dimon
Le parole del CEO di JPMorgan, Jamie Dimon, che definisce blockchain e stablecoin tecnologie reali adottate per transazioni più efficienti e miglior servizio clienti, confermano un shift pragmatico nel banking di primo livello. L’uso di smart contract per automazione dei flussi e la disponibilità a accettare Bitcoin come collaterale per prestiti fiat delineano un percorso in cui asset digitali e infrastruttura bancaria coesistono, pur con presidi di rischio operativo, KYC/AML e custodia qualificata.
Governance, trasparenza e il caso FTX
Le affermazioni del rappresentante di Sam Bankman-Fried secondo cui FTX non sarebbe stata realmente in bancarotta al momento del Chapter 11 riaprono un dibattito sulla contabilità degli asset, sul perimetro del filing e sulla tracciabilità dei fondi. Al di là delle dichiarazioni, la giurisprudenza e la recuperabilità dei crediti dipendono da prove documentali, audit e cooperazione inter-giurisdizionale. Il mercato reagisce a questi eventi regolando il premio per il rischio e richiedendo audit proof-of-reserves più robusti.
Strategie industriali: Core Scientific rifiuta la fusione
Il rifiuto di Core Scientific alla proposta di fusione con CoreWeave segnala la preferenza degli azionisti per una crescita indipendente nel mining di Bitcoin e nei data center per AI, in un momento in cui la capacità computazionale per modelli generativi e hashrate competono per capex e energia. La scelta suggerisce fiducia nel pricing dell’hashrate e nella resilienza dei margini con efficienze energetiche crescenti.
Ciclicità, liquidità e segnali di prossimità al risk-on
La combinazione di utili corporate forti, volumi spot in aumento, scarico di riserve su exchange e prodotti regolamentati in fase di lancio compone un quadro tendenzialmente risk-on. Tuttavia la presenza di short su Ethereum, liquidazioni a leva e rotazioni veloci indica che la fase resta tecnicamente fragile e dipendente da trigger macro, come politiche monetarie, flussi verso ETF e stabilità delle stablecoin nei principali corridoi fiat-crypto. L’operatività professionale tende a privilegiare gestione della leva, hedging dinamico e arbitraggi di basis tra spot e futures per smussare la varianza del PnL.
Prospettive: tokenizzazione, custody istituzionale e standard
Nei prossimi trimestri l’espansione di ETP/ETF in Europa e USA, l’avanzamento di custody istituzionale con segregazione on-chain e la tokenizzazione di asset tradizionali su L1/L2 contribuiranno a compressione dello spread di adozione tra retail e istituzionali. La standardizzazione dei proof-of-reserves, l’interoperabilità tra layer e l’arrivo di soluzioni real-world asset su larga scala potrebbero ridurre la frizione regolatoria, aumentando la profondità di libro e abbassando la volatilità strutturale. In questo quadro la educazione finanziaria dell’utente finale e la trasparenza dei protocolli restano determinanti per trasformare picchi speculativi in crescita sostenibile. Dal punto di vista tecnico-operativo il trimestre ha mostrato tre vettori chiave di valutazione per desk e risk manager. Il primo riguarda il mix tra volumi spot e derivati: quando gli scambi a pronti prevalgono, la price discovery tende a riflettere flussi genuini, con basis più stabile e minore probabilità di liquidation cascades; i desk dovrebbero calibrare hedge ratio e delta contando sullo skew delle opzioni per misurare il sentiment. Il secondo asse è la disponibilità on-exchange delle riserve, soprattutto per Ethereum: il calo di inventario vendibile compresso nel breve riduce l’elasticità dell’offerta, amplificando short covering e movimenti direzionali; il monitoraggio continuo di exchange balance, netflow e age of coins aiuta a stimare la pressione di vendita effettiva. Il terzo riguarda la compliance dei prodotti regolamentati: il ritmo di approvazione di ETF/ETP e le finestre di listing incidono sull’elasticità della domanda istituzionale; la misurazione della creazione/rimborso delle quote e la lettura della base di investitori consentono di anticipare i regime shift di liquidità. Integrare questi tre indicatori con open interest, funding, CVD e heatmap di liquidità consente una mappatura più precisa del rischio, mantenendo VaR e stress test coerenti con scenari di tail risk.
 
			         
			         
														