Raspberry Pi OS introduce il supporto HiDPI e Imager 2.0 rinnova l’esperienza di installazione

di Redazione
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La Fondazione Raspberry Pi pubblica uno degli aggiornamenti più importanti degli ultimi anni, presentando una nuova versione di Raspberry Pi OS e il nuovo Raspberry Pi Imager 2.0. La release del sistema operativo, datata 24 novembre 2025, introduce il tanto richiesto supporto HiDPI, aggiornamenti profondi al compositor Labwc, miglioramenti grafici estesi e aggiornamenti ai browser di sistema. In parallelo, Imager 2.0 rivoluziona l’interfaccia utente con un wizard passo-passo, integrazione Cloud-Init, rilevamento automatico dei dispositivi e gestione potenziata di SSH e configurazioni avanzate. Le due release, progettate per funzionare su tutta la gamma Raspberry Pi e ottimizzate per modelli come il nuovo Raspberry Pi 500, segnano un passo avanti significativo nel rendere la piattaforma più moderna, accessibile e pronta per le esigenze di sviluppo e didattica del 2026.

Novità principali della nuova release di Raspberry Pi OS

La nuova versione di Raspberry Pi OS si basa su Debian 13 “Trixie” ed è alimentata dal kernel Linux 6.12.47, una combinazione che porta con sé miglioramenti strutturali in termini di stabilità, sicurezza e compatibilità. La modifica più visibile è l’introduzione di Labwc 0.9.4 come compositor Wayland predefinito, al posto delle configurazioni ibride precedenti. Labwc, ispirato alla filosofia minimalista di Openbox, offre una gestione delle finestre più efficiente e reattiva, con un aspetto grafico coerente e moderno. L’interfaccia trae beneficio anche dall’aggiornamento dello stile Openbox, ottimizzato per allinearsi alle caratteristiche di Labwc, offrendo un ambiente più pulito e ordinato. L’OS introduce numerosi miglioramenti all’usabilità quotidiana. Gli utenti possono ora sfruttare una gestione più intuitiva dello slider del volume, con possibilità di chiusura diretta, mentre un click sull’icona dell’orologio apre il calendario tramite un pop-up dedicato. La Fondazione ha inoltre migliorato la presentazione degli elementi nella taskbar, nascondendo automaticamente i dialoghi dei plugin del Control Centre quando non necessari e correggendo le icone per i drive esterni per garantire coerenza visiva. L’eliminazione del supporto PulseAudio rappresenta una scelta finalizzata a semplificare lo stack audio e ridurre possibili conflitti. La gestione audio risulta ora snellita e più stabile, un cambiamento importante per i contesti multimediali e IoT. La release introduce aggiornamenti significativi alle traduzioni, con particolare attenzione a quelle portoghesi, e porta nuove versioni dei browser: Mozilla Firefox 145 e Chromium 142.0.7444.162, entrambi essenziali per garantire navigazione sicura e compatibile con gli standard web più recenti. Questi aggiornamenti risolvono vulnerabilità note e migliorano la stabilità del sistema in scenari di utilizzo intensivo.

Supporto HiDPI e miglioramenti grafici

Una delle aggiunte più importanti è l’introduzione del supporto HiDPI, una caratteristica molto richiesta dagli utenti che utilizzano monitor ad alta densità di pixel. Lo scaling può essere configurato dal pannello Schermi, dando così la possibilità di adattare l’interfaccia grafica ai monitor moderni, inclusi display 4K. Questa novità porta a un notevole salto di qualità: icone più nitide nel pannello, un file manager con elementi renderizzati ad alta risoluzione e un miglioramento della leggibilità generale in tutte le applicazioni compatibili. La Fondazione ha aggiunto icone nuove anche nello switcher delle attività Wayland, migliorando l’esperienza multitasking. Le app basate su Qt 6 possono ora adottare temi grafici in modo coerente con l’ambiente desktop, mentre le app Qt 5 beneficiano di una selezione font rinnovata che porta maggiore chiarezza e leggibilità. Il rendering generale dell’interfaccia è stato ottimizzato per funzionare anche su hardware limitato, mantenendo fluidità e reattività su dispositivi come Raspberry Pi Zero 2 W. L’attenzione posta allo scaling grafico rende il sistema più accessibile a professionisti, studenti e sviluppatori che utilizzano Raspberry Pi come workstation leggera. L’obiettivo della Fondazione è chiaramente quello di portare Raspberry Pi OS più vicino agli standard di desktop environment più maturi, pur mantenendo la leggerezza che ne ha sempre contraddistinto l’adozione.

Aggiornamenti e modalità di installazione dell’OS

Gli utenti che già utilizzano Raspberry Pi OS possono aggiornare il sistema attraverso il terminale tramite i comandi dedicati o tramite l’aggiornatore grafico integrato. La Fondazione raccomanda come sempre un backup preventivo. Le immagini ISO possono essere scaricate dal sito ufficiale in versioni Lite o Complete, sia a 32 sia a 64 bit, e includono supporto per tutti i modelli della gamma Raspberry Pi, dal più datato Raspberry Pi 1A+ al più recente Raspberry Pi 500, oltre ai Compute Module come CM1 e CM4S. Gli utenti che effettuano una nuova installazione possono preparare la scheda SD tramite Raspberry Pi Imager 2.0, ora completamente rinnovato.

Raspberry Pi Imager 2.0: interfaccia moderna e funzionalità avanzate

La nuova versione di Raspberry Pi Imager 2.0 apporta un cambiamento sostanziale alla gestione delle installazioni. Il tool introduce una interfaccia utente ridisegnata, con nuovo schema colori, pulsanti più leggibili, dialoghi unificati e una navigazione più intuitiva. La novità più importante è l’introduzione di un wizard passo-passo, che guida l’utente dalla scelta dell’OS alla configurazione delle opzioni avanzate.

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Imager 2.0 integra Cloud-Init, uno strumento molto utilizzato nei deployment di server Linux che consente di configurare automaticamente password, hostname, rete e script personalizzati al primo avvio. La presenza di Raspberry Pi Connect permette invece l’accesso remoto immediato dopo l’installazione, rendendo più semplice la gestione di dispositivi headless.

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Una delle funzionalità più attese è il rilevamento automatico dei dispositivi: collegando un Raspberry Pi tramite USB o lettori compatibili, Imager identifica il modello e imposta automaticamente i parametri corretti. Questa funzione riduce drasticamente gli errori nella selezione della board, specialmente in contesti educativi o in laboratori con numerosi dispositivi.

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Il tool migliora anche la gestione SSH, consentendo agli utenti di impostare chiavi e credenziali sicure direttamente durante la fase di preparazione dell’immagine. Le impostazioni includono inoltre supporto per repository locali, gestione avanzata dei timezone e un miglior controllo dell’openUrl per la gestione dei link esterni.

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Raspberry Pi Imager 2.0 viene distribuito come AppImage universale compatibile con Linux, Windows e macOS, rendendolo accessibile a qualsiasi utente indipendentemente dal sistema operativo. La versione 2.0.0, rilasciata su GitHub, integra dialoghi di file nativi, miglioramenti al Keychain su macOS e un sistema di gestione degli errori più chiaro e informativo.

Miglioramenti nelle prestazioni e nella configurazione remota

Le due release sono progettate per ottimizzare le prestazioni di Raspberry Pi sia in fase di installazione sia durante l’utilizzo quotidiano. Raspberry Pi OS, grazie al kernel aggiornato e alle ottimizzazioni grafiche, offre un ambiente più reattivo e stabile anche sulle board meno recenti. Imager 2.0 riduce notevolmente il tempo necessario per configurare un nuovo dispositivo, rendendo più semplice il deploy di numerosi Raspberry Pi in contesti didattici, aziendali o industriali. L’integrazione di Cloud-Init e Connect porta inoltre un forte miglioramento alla configurazione remota, rendendo Raspberry Pi particolarmente adatto per scenari headless o per applicazioni IoT distribuite. L’utente può impostare SSH, Wi-Fi, hostname e script automatici senza dover accendere il dispositivo, semplificando l’intero workflow.