Violenza digitale e femminicidi: l’allarme del CNU sulle minacce contro le donne online

di Redazione
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La Giornata internazionale contro la violenza sulle donne diventa l’occasione per analizzare una trasformazione sempre più evidente: la violenza digitale non è più un fenomeno separato, ma un preludio alla violenza fisica. Il Consiglio Nazionale degli Utenti, attraverso la presidente Sandra Cioffi, richiama l’attenzione sul legame crescente tra aggressioni online e femminicidi, un nesso che emerge con forza in un contesto in cui la tecnologia, l’iperconnessione e l’uso distorto dell’intelligenza artificiale alimentano nuovi modelli di controllo, minaccia e intimidazione. Cioffi riconosce il valore dell’impegno bipartisan di Governo e Parlamento nel rafforzare gli strumenti normativi contro la violenza di genere, ma sottolinea che l’evoluzione delle dinamiche digitali impone un salto di qualità. La violenza in rete diventa sempre più spesso un indicatore precoce di escalation, e la quasi totale sovrapposizione tra dimensione online e offline rende necessario un approccio che unisca regolamentazione, educazione, cooperazione istituzionale e prevenzione. Il CNU chiede inoltre una maggiore integrazione tra realtà educative, società civile e autorità, e annuncia la richiesta di un’audizione presso la Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio per affrontare più da vicino i rischi della violenza digitale.

La crescita dei rischi digitali e il ruolo dell’intelligenza artificiale

La presidente del CNU evidenzia come digitalizzazione e intelligenza artificiale abbiano accelerato l’emergere di nuove minacce rivolte alle donne. Il ciclo della violenza può iniziare da comportamenti apparentemente meno gravi, come stalking digitale, manipolazioni psicologiche tramite chat, monitoraggio occulto o diffusione non autorizzata di contenuti, fino ad arrivare a episodi più gravi. Le tecnologie moderne consentono a soggetti malintenzionati di amplificare il controllo, nascondere l’identità, colpire la vittima in modo continuo e spesso anonimo. La velocità con cui questo accade supera la capacità di reazione di famiglie, istituzioni scolastiche e strutture di supporto, creando un divario che espone le vittime a pressioni costanti. Secondo Cioffi, la perdita di confini tra vita digitale e vita reale rende impossibile trattare la violenza online come un fenomeno separato, perché troppo spesso rappresenta il preludio di condotte aggressive che trovano sfogo nella dimensione fisica.

L’importanza di un fronte istituzionale comune

Il contrasto alla violenza digitale richiede una strategia che vada oltre la sola repressione. La presidente Cioffi sottolinea l’urgenza di rafforzare i rapporti tra istituzioni, società civile e mondo della scuola: solo una collaborazione sistemica può affrontare un fenomeno in continua evoluzione. Nelle sue parole emerge una visione che vede il digitale come terreno di responsabilità condivisa, in cui educatori, famiglie, associazioni e autorità devono operare in modo coordinato. L’impegno bipartisan di Governo e Parlamento viene accolto come segnale positivo di unità nazionale, ma è solo un punto di partenza. Le minacce online crescono più rapidamente delle contromisure, e questo richiede un approccio dinamico capace di aggiornarsi con la stessa velocità delle tecnologie emergenti.

Gli strumenti normativi già in vigore e il loro impatto

Cioffi richiama l’attenzione su diversi strumenti regolatori già operativi, come il Digital Services Act, la legge 132 sull’intelligenza artificiale, il decreto Caivano e le linee guida AGCOM. Questi meccanismi costituiscono una base solida per la tutela delle donne, ma la loro efficacia dipende dalla capacità di applicarli in modo coerente e completo. La rapidità con cui si diffondono tecniche di violenza digitale richiede misure capaci di proteggere le vittime in tempo reale, prevenire escalation e offrire canali di denuncia accessibili e attivi anche in contesti tecnologici complessi. Non basta intervenire dopo l’episodio violento: serve una prevenzione che riconosca segnali digitali, comportamenti sospetti e dinamiche di controllo che si manifestano nei social network, nelle app di messaggistica, nei giochi online e nelle piattaforme di condivisione.

Il confine scomparso tra online e offline

Uno dei passaggi più significativi della posizione del CNU è l’affermazione che il confine tra online e offline è ormai quasi inesistente. La violenza psicologica e digitale agisce come un processo continuo che prepara il terreno per episodi fisici, alimenta isolamento, paura, senso di colpa e dipendenza emotiva. L’ambiente digitale amplifica messaggi denigratori, minacce e contenuti umilianti che, restando sempre accessibili, spezzano la percezione di sicurezza. Questo ciclo può durare mesi o anni prima di sfociare in atti estremi. La mancanza di confini territoriali rende inoltre più difficile individuare responsabili, soprattutto quando le tecnologie vengono usate per occultare la provenienza delle aggressioni o per orchestrare campagne di manipolazione da remoto.

Il valore della prevenzione e dell’educazione digitale

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On. Sandra Cioffi

Il CNU chiede con forza un approccio integrato che affianchi alle norme un investimento stabile in educazione digitale. L’obiettivo è fornire alle nuove generazioni strumenti critici per riconoscere manipolazioni, pressioni psicologiche, truffe e forme di controllo che si manifestano attraverso smartphone, social network e sistemi di messaggistica. La consapevolezza diventa un elemento centrale della prevenzione, insieme alla capacità di identificare segnali di rischio. La comunicazione istituzionale gioca un ruolo essenziale nel rendere più visibile il fenomeno, soprattutto perché molte violenze digitali si consumano nel silenzio e non vengono denunciate per paura di ritorsioni o per mancanza di fiducia nelle strutture di supporto.

Il fenomeno riguarda tutta la società

Cioffi evidenzia che la violenza contro le donne non è una questione che riguarda solo le vittime, ma un fenomeno che coinvolge l’intera società. Il cambiamento culturale è un passaggio fondamentale per combattere radici profonde della violenza, che spesso si alimenta di stereotipi, narrazioni distorte e modelli comportamentali che trovano terreno fertile nelle piattaforme digitali. Il coinvolgimento della società civile rappresenta un elemento essenziale per promuovere esempi positivi, contrastare l’odio online e costruire una cultura che respinga qualsiasi forma di sopruso.

La richiesta di audizione alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio

In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la presidente Cioffi annuncia l’intenzione di chiedere una audizione del CNU – che include anche il gruppo Donne e Media – presso la Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio. L’obiettivo è rafforzare l’analisi istituzionale e migliorare la capacità di risposta ai fenomeni emergenti della violenza digitale. Questa iniziativa mira a consolidare un dialogo diretto tra esperti, regolatori e legislatori per valutare criticità, trend e possibili interventi strutturali.