Sommario
La rilevazione OSINT di Matrice Digitale, Metaverso Politico, per il mese di agosto ha analizzato l’ecosistema politico italiano su X attraverso la piattaforma Antares per l’estrazione dei contenuti e Aldebaran per la sentiment analysis. Il perimetro ha incluso i profili dei leader di partito Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani, Giuseppe Conte, Matteo Renzi, Carlo Calenda, Nicola Fratoianni, Riccardo Magi, Angelo Bonelli, Maurizio Lupi, con Emma Bonino ed Elly Schlein assenti in pubblicazione diretta da tempo e “sorrette” in visibilità da menzioni e citazioni di terzi. Il periodo osservato va dal 1 al 31 agosto. Nel mese l’ecosistema ha prodotto 373.488 tweet che hanno generato 5.847.176 like, 1.020.629 retweet, 785.381 risposte e 72.213 citazioni. Numeri che fotografano un agosto solo apparentemente “vacanziero”: il dibattito si è polarizzato attorno a poche figure e a pochi frame, amplificati da reti esterne al contesto italiano.
Volume, attivismo e performance dei profili
Per volume di pubblicazione, ad agosto ha primeggiato Carlo Calenda con 110 post, seguito da Matteo Salvini (61), Antonio Tajani (39), Giuseppe Conte (35), Matteo Renzi (34) e Giorgia Meloni (30). In coda Nicola Fratoianni (22), Riccardo Magi (21), Angelo Bonelli (15) e Maurizio Lupi (5). L’assenza di output originali di Bonino e Schlein ha confermato una dinamica già nota: la loro rilevanza in timeline dipende da reti di menzione, non da una programmazione nativa e continuativa.

Il volume però non coincide con la capacità di attrarre consenso per post. Qui emerge in modo netto Giorgia Meloni, che con 30 pubblicazioni concentra 335.548 like, pari a una media di oltre 11 mila per contenuto. Salvini si assesta intorno a 1.200–1.300 like medi, Conte intorno a 1.100, Calenda intorno a 770, Renzi poco sotto i 900. La resa per singolo contenuto separa dunque la dimensione quantitativa (chi pubblica di più) dalla qualitativa (chi trasforma i post in consenso visibile).

Un dato ulteriore rafforza il quadro: Meloni concentra anche l’attenzione nelle altre metriche, con 43.654 retweet complessivi, 4.127 citazioni e 47.025 risposte, nonostante un output numericamente inferiore a quello dei competitor più prolifici. È il segno di contenuti-evento che attivano cicli informativi e conversazionali superiori alla media.
Gradimento, viralità, dibattito: come si muovono gli indici
Gli indici proprietari di Aldebaran – gradimento, viralità, dibattito – convergono su una dinamica chiara. Il gradimento premia i post identitari e istituzionali della premier, che sommano alti like a basso scarto negativo. La viralità beneficia delle reti estere e dei media USA che rilanciano contenuti pro-governo e pro-Meloni, con spillover immediati in italiano. Il dibattito si distribuisce su tre assi: immigrazione e ordine pubblico, UE/PNRR/giustizia, politica estera (Washington, Kiev, Gaza). In questa geografia, Salvini marca il terreno su immigrazione e infrastrutture, Calenda capitalizza su policy e accountability, Conte polarizza su welfare e giustizia, mentre Tajani stabilizza il fronte atlantico-europeo con toni meno performativi ma coerenti con il ruolo.

In sintesi, chi aggancia un frame internazionale e lo traduce in contenuti-evento primeggia in gradimento e viralità; chi presidia temi divisivi domestici alimenta dibattito ma paga prezzo reputazionale maggiore; chi non pubblica subisce il sentiment eterodiretto dall’ecosistema.
La classifica dei contenuti: il mese di Meloni
La top dei post per like è stata monopolizzata da Giorgia Meloni. Spiccano il video dell’intervento al Vertice alla Casa Bianca con 51.109 like, l’augurio di Ferragosto a 43.927, il punto stampa da Washington a 35.833, fino al frame di un Occidente unito a 22.277. Hanno performato anche contenuti domestici ad alta salienza, come il dossier Almasri, la giustizia, l’immigrazione, il Giubileo dei Giovani e i botta-e-risposta con Parigi e Bruxelles. In tutti i casi, la narrazione ha valorizzato un registro istituzionale-identitario: leadership, ordine, sicurezza nazionale, affidabilità internazionale. Questa centralità non è solo “domestica”. Una parte consistente dell’engagement è stata co-prodotta da account non italiani che hanno insistito sulla figura della premier come alleata di Washington e pivot conservatore europeo. Si tratta di un’amplificazione che ha spostato il baricentro del dibattito oltre i confini nazionali, trasformando contenuti italiani in trigger per audience USA-centriche.
Gli amplificatori: rete pro-Trump, media e attivisti globali
Gli amplificatori più efficaci, misurati per somma dei like, sono stati MAGA Voice (121.911), Sarah For Trump???????????????????? (118.409), Nick Sortor (97.563), RadioGenoa (81.157), Fox News (71.292), con a ruota un ecosistema di creator e attivisti pro-Trump e pro-Meloni. I contenuti top di questa rete – dal sondaggio pro-Meloni ai “Do you support…” – hanno spinto picchi di interazione ben oltre le platee italiane, finalizzando il frame “Meloni best European leader” e agganciandolo al lessico del MAGA-verse. In parallelo, voci critiche su Israele, Gaza e Ucraina hanno innestato conversazioni laterali ad alto conflitto, mantenendo comunque l’Italia nel fuoco del ciclo USA-first.

Questa internazionalizzazione dei trigger ha due effetti. Il primo è quantitativo: alza la soglia dei like sui contenuti filogovernativi e reindirizza porzioni di traffico verso platee estere. Il secondo è semantico: americanizza parte del dibattito, semplificando cleavage e policy frame su immigrazione, sovranità, sicurezza e allineamento atlantico. Il risultato è una competizione asimmetrica: chi dispone di contenuti-evento coerenti con il frame internazionale incassa moltiplicatori di visibilità e sentiment.
Temi dominanti e traiettorie semantiche
Gli hashtag più battuti sono stati #meloni (6.735) e #salvini (4.599), seguiti da #trump (1.166), #renzi (1.049) e #pontesullostretto (911). Nel secondo quadrante, la coppia #schlein (852) e #tajani (810) ha intercettato conversazioni indirette, spesso come target o sponda retorica. Il cluster internazionale ha lavorato su #macron, #ucraina, #zelensky, #gaza, mentre sul fronte italiano sono emersi #governomeloni, #immigrazione, #giustizia, #meetingrimini, #almasri. La densità semantica di agosto ha dunque tenuto insieme politica estera e ordine pubblico, con il Ponte sullo Stretto a fungere da segnaposto infrastrutturale e simbolico di decisionismo.

Nel complesso, i frame valoriali che hanno performato meglio sono stati sicurezza e legalità, orgoglio nazionale e reputazione internazionale, famiglia e natalità, governo dell’immigrazione. Le opposizioni hanno intercettato spazio soprattutto nella contro-narrazione su giustizia, migrazione, PNRR e UE, ma con architetture di amplificazione meno robuste e più dipendenti da media tradizionali e stakeholder non organici alla loro galassia.
Sentiment: chi converte attenzione in consenso
Sul piano del sentiment aggregato di Aldebaran, agostino ha confermato polarizzazioni attese e alcune divergenze interessanti tra attenzione e gradimento. Di seguito il quadro sintetico, con volumi e distribuzione percentuale tra positivo, neutro e negativo.

Tre letture si impongono. Primo: Meloni combina alto volume conversazionale e saldo sentiment positivo-neutro (69 complessivo), indicando resilienza agli attacchi e capacità di agenda-setting. Secondo: nel campo di governo, Salvini regge l’attenzione con una quota negativa più alta, coerente con un repertorio comunicativo polarizzante ma funzionale alla mobilitazione. Terzo: tra le opposizioni, Calenda spicca per quota positiva (35%) pur in un contesto conflittuale; Renzi sconta invece un sentiment largamente negativo (71%), suggerendo che la visibilità non si stia traducendo in valenza reputazionale. Schlein e Bonino, con output nativo assente o raro, mostrano un sentiment condizionato dall’agenda altrui: al crescere delle menzioni, prevale la codifica negativa.
Implicazioni politiche per l’autunno
Agosto ha messo in chiaro tre leve che potranno pesare nell’autunno politico-mediatico. Primo, la diplomazia social: Washington come palcoscenico digitale produce dividendi di lungo periodo per il governo in termini di reputazione e credibilità internazionale. Secondo, la capacità di orchestrare reti esterne: l’innesto del MAGA-verse nell’ecosistema italiano crea moltiplicatori non simmetrici e ridisegna la competizione attention-based, spingendo verso registri retorici binari e ad alta valenza emotiva. Terzo, la strategia delle opposizioni: senza una programmazione nativa e contenuti-evento riconoscibili, la conversazione resta reattiva e incline a sedimentare sentiment negativo; occorre tornare a protagonismo tematico, trasformando la critica in proposta con ancoraggi a issue concrete e storytelling verificabile. Per i partiti di governo, la sfida è mantenere la resa per post senza saturare la timeline; per le opposizioni, è uscire dalla dipendenza da menzioni e mediazione esterna, usando il mese a bassa rumorosità per costruire frame capaci di reggere alla verifica nelle settimane di alta intensità.
Nota metodologica
La raccolta è avvenuta con Antares su profili e keyword selezionati; la classificazione semantica e il sentiment sono stati prodotti da Aldebaran su base supervisionata, con normalizzazione dei duplicati, sfoltimento di spam e trattamento dei contenuti multi-lingua. I volumi riportati rispettano il formato originale; le percentuali sono arrotondate all’unità. L’interpretazione politica deriva dall’incrocio tra metriche di interazione, reti di amplificazione e temi dominanti.