La competizione globale nei semiconduttori entra in una nuova fase con il ruolo centrale di Nvidia, le sanzioni USA e la risposta della Cina. Mentre l’amministrazione americana inasprisce le restrizioni su produttori come YMTC e valuta l’introduzione di tariffe mirate sui dispositivi ad alta densità di chip, Nvidia accelera nello sviluppo di soluzioni AI e modelli open-source. Il CEO Jensen Huang descrive la Cina come un avversario formidabile, distante solo “nanosecondi” dai leader tecnologici occidentali, ma sottolinea l’importanza delle vendite nel mercato cinese per gli interessi americani. Sullo sfondo, Taiwan rafforza i legami con Washington con investimenti record da 91,7 miliardi di euro, mentre YMTC perde quota di mercato sotto la pressione delle sanzioni. Questo scenario ridisegna la mappa dei semiconduttori globali e mette in luce l’equilibrio precario tra innovazione, geopolitica e strategia industriale.
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Dichiarazioni di Jensen Huang sulla Cina
Il CEO di Nvidia, Jensen Huang, ha ribadito che la Cina è solo un passo dietro ai leader globali dei semiconduttori. Secondo Huang, la combinazione di cultura del lavoro intensiva e ingegneri altamente qualificati rende il Paese un concorrente determinato e veloce nell’innovazione. Huang ha chiesto agli Stati Uniti di ridurre le restrizioni sulle esportazioni di chip, sostenendo che le vendite in Cina rafforzano la diffusione delle tecnologie americane e, di riflesso, l’influenza geopolitica di Washington. Nonostante gli stop imposti ai chip H20, Nvidia continua ad adattare i propri prodotti, sviluppando versioni conformi alle regole statunitensi come il B30 e ottimizzando GPU per ecosistemi locali. La visione di Huang è quella di una competizione “sana”, che stimola l’innovazione ma che richiede regole bilanciate per non minare la leadership tecnologica americana.
Rilascio di Nemotron-4-Mini-4B-Instruct
Nvidia ha presentato Nemotron-4-Mini-4B-Instruct, un modello open-source da 4 miliardi di parametri, pensato per il ragionamento scientifico, la matematica avanzata e il coding. Il modello è disponibile su GitHub e Hugging Face, addestrato con dataset trasparenti che includono contributi da Qwen e Llama. Tra le innovazioni tecniche spicca l’uso di algoritmi a 4 bit e del formato NVFP4, che riducono consumi energetici e costi di training.

Nemotron integra anche la piattaforma NeMo per il post-training e supporta compiti multimodali, inclusi il ragionamento visivo e il tool calling. Oltre a essere uno strumento per la ricerca, Nemotron punta a competere con i modelli closed-source, offrendo un’alternativa accessibile per PC ed enterprise. Nvidia collabora con partner come CrowdStrike e ServiceNow, dimostrando la versatilità del modello in contesti industriali e applicazioni enterprise.
Sfide di YMTC sotto sanzioni USA
Il produttore cinese YMTC è tra i più colpiti dalle sanzioni USA, che limitano l’accesso a strumenti avanzati e costringono l’azienda a ricorrere a tecnologie meno recenti. Nonostante gli sforzi di innovazione, come l’introduzione della tecnologia Xtacking 4 con oltre 300 layer e il ricorso a hybrid bonding nelle memorie NAND, YMTC ha visto la propria quota di mercato scendere sotto il 5% nel 2025. La dipendenza da attrezzature obsolete frena la competitività rispetto a giganti come Samsung e Micron, mentre le restrizioni riducono la possibilità di espansione e l’attrattività per investitori esteri. Le sanzioni hanno anche un impatto sulla catena globale delle forniture, aumentando la pressione sulla Cina per accelerare i piani di autosufficienza tecnologica nel settore dei semiconduttori.
Accordo USA-Taiwan imminente
Howard Lutnick ha annunciato l’arrivo di un nuovo accordo strategico tra Stati Uniti e Taiwan, volto a rafforzare la produzione di chip sul suolo americano. Taiwan già produce il 44% dei chip logici utilizzati negli USA, ma l’obiettivo fissato da Lutnick è quello di portare al 40% la produzione interna americana, riducendo la dipendenza da forniture estere. TSMC investirà 91,7 miliardi di euro negli Stati Uniti, con la costruzione di nuove fabbriche in Arizona dedicate a nodi avanzati come N3 e, dal 2028, N2. Nonostante la riluttanza di Taipei a trasferire i processi più sofisticati, l’accordo rappresenta un tassello chiave nella strategia americana per garantire sicurezza e resilienza alla supply chain. L’iniziativa si inserisce in un contesto geopolitico delicato, segnato dalle tensioni con Pechino e dalla crescente centralità del settore semiconduttori nella competizione globale.
Dazi USA su dispositivi con chip
Il governo degli Stati Uniti valuta una politica tariffaria innovativa, basata sul numero e sul valore dei chip presenti nei dispositivi importati. La misura potrebbe portare a tariffe fino al 25% per prodotti ad alta densità di semiconduttori, influenzando categorie che vanno dai server di fascia alta fino ai dispositivi consumer come Apple Watch. Prodotti provenienti da Giappone e Unione Europea potrebbero essere soggetti a tariffe intermedie del 15%, con l’obiettivo di incentivare la produzione interna. Sebbene la Casa Bianca si opponga a esenzioni ampie, tecnologie cruciali come la litografia ASML restano escluse. Gli esperti avvertono che queste misure potrebbero alimentare pressioni inflazionistiche, aumentando i prezzi al consumo, ma allo stesso tempo rafforzare il CHIPS Act e ridurre la dipendenza da catene di fornitura estere. Le tariffe, ancora in fase di definizione, rappresentano un ulteriore strumento della politica industriale USA per spingere verso la localizzazione della produzione tecnologica.