Vivo X300 e X300 Pro: design piatto, Dimensity 9500 e imaging pro

di Redazione
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Vivo lancia in Cina la serie X300 e X300 Pro con processore Dimensity 9500 a 3 nm, display OLED a 120 Hz e Origin OS 6 su Android 16, segnando un salto generazionale che sfida i top di gamma 2025. I nuovi modelli adottano un retro piatto in vetro satinato fine-grain, integrano ottimizzazioni con MediaTek e introducono un kit fotografico professionale dedicato al Pro con chip imaging VS1. La piattaforma punta a prestazioni da iPhone 17 Pro nei benchmark, a una maneggevolezza premium e a una forte integrazione software, includendo connessioni con AirPods e Apple Watch e mirroring su Mac e iPad. La disponibilità globale resta da definire, mentre in Cina i prezzi partono da 567 euro per X300 e da 682 euro per X300 Pro, con varianti fino a 1 TB e un’edizione Photographer che raggiunge 1050 euro.

Design e display della serie X300

La serie adotta un linguaggio formale piatto che aggiorna l’estetica rispetto a X200 e X200 Pro. Il vetro satinato fine-grain garantisce tocco morbido e presa sicura, mentre il frame in alluminio con bordi smussati migliora ergonomia e resistenza. Il Vivo X300 misura 6,31 pollici e privilegia la compattezza; il Vivo X300 Pro sale a 6,78 pollici, mantenendo peso bilanciato e grip stabile grazie ai lati piatti. Le colorazioni oro e bianco valorizzano la finitura con un effetto premium immediato.

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Vivo X300 e X300 Pro: design piatto, Dimensity 9500 e imaging pro 10

Il display OLED a 120 Hz offre scorrimenti fluidi e risposta tattile rapida, con risoluzioni a 1216 x 2640 pixel sul X300 e 1280 x 2800 pixel sul Pro. La luminosità hardware a 1 nit consente lettura notturna senza affaticare la vista, superando i tipici 2-5 nit ottenuti via software su molti pannelli Android. Il sistema integra impostazioni anti-flicker e profili di comfort oculare multipli, con una modalità Bright che esalta rossi e gialli per toni più vividi quando serve. L’impronta digitale ultrasonica funziona con uno swipe rapido, registra quattro dita e non richiede pressione marcata, migliorando velocità e accuratezza in sblocco e pagamenti.

Prestazioni e collaborazione con MediaTek

Al cuore della proposta c’è il Dimensity 9500 su processo a 3 nm di seconda generazione, con clock a 4,21 GHz e ottimizzazioni Vivo-MediaTek per sincronizzare hardware e scheduler di Origin OS 6. I test interni mostrano valori 3DMark iniziali intorno a 6900 punti, con calo a 3800 per il thermal throttling nelle prove più lunghe. La gestione termica risulta più stabile su X300 Pro, che mantiene coerenza prestazionale per quattro cicli, mentre X300 riduce la frequenza già al secondo ciclo. Il telaio si scalda in stress test, restando però in un range confortevole.

MediaTek Dimensity 9500
MediaTek Dimensity 9500

Le configurazioni partono da 12 GB di RAM e 256 GB per X300 e arrivano a 16 GB e 512 GB sul Pro, con opzioni fino a 1 TB per chi elabora video 4K/8K, archivia RAW o installa librerie di asset per il gaming. La batteria da 6040 mAh del X300 sostiene uso prolungato su social, streaming e produttività; per il Pro la capacità non è specificata, ma la taratura punta a ridurre throttling e ottimizzare efficienza sotto carico, risultato della sinergia tra kernel, scheduler e GPU. Nelle sessioni reali, multitasking e giochi ad alta intensità mantengono frame time regolari e stutter contenuti, segnalando un profilo energetico curato.

Benchmark, termiche e stabilità

I valori 3DMark mostrano il potenziale della GPU con picchi alti e una gestione termica che differenzia i due modelli. X300 Pro regge quattro cicli a livelli superiori prima di ridurre la frequenza, X300 riduce già al secondo. Nei game a 120 Hz, la pipeline grafica mantiene frame rate stabili per periodi estesi, agevolata da scheduler e governor tarati per fluidità percepita e latenza touch. Il riscaldamento del frame resta controllato, con dissipazione che privilegia comfort tattile sui bordi, utile nei match competitivi e nel video editing in mobilità.

Sistema fotografico: differenze tra X300 e X300 Pro

Vivo imposta un approccio asimmetrico tra i due modelli. Il Vivo X300 offre una tripla camera con principale da 200 MP, ultra-wide da 50 MP e periscopio da 50 MP a 3x ottico. La frontale da 50 MP completa un setup pensato per social e creator che alternano grandangolo, ritratto e tele con dettaglio elevato. Il Vivo X300 Pro inverte le priorità: principale da 50 MP, ultra-wide da 50 MP e un periscopio da 200 MP a 3,5x ottico per massimizzare risoluzione e consistenza alla lunga distanza, con pixel binning e algoritmi AI che mantengono sharpness fino a 10x.

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Vivo X300 e X300 Pro: design piatto, Dimensity 9500 e imaging pro 11

La presenza del chip imaging VS1 sul Pro, in combinazione con il V1, riduce over-processing, limita sharpening aggressivo e preserva texture naturali. Il toggle Native Lighting produce immagini più fedeli nelle alte luci e nelle ombre, a vantaggio di ritratti e scene notturne con gamma dinamica bilanciata. La modalità Street Photography velocizza otturatore e introduce un bokeh computazionale credibile, accessibile con doppia pressione del volume down e azioni personalizzabili per catturare momenti fugaci senza entrare in menù complessi.

Kit fotografico professionale e workflow

Il kit fotografico professionale dedicato al Vivo X300 Pro aggiunge un grip con controlli fisici, una custodia magnetica ad aggancio rapido e una lunga lente fisica che amplifica lo zoom mantenendo qualità ottica. L’anello luminoso a fissaggio magnetico fornisce luce morbida per macro, vlog e product shot, con resa omogenea su incarnati e materiali riflettenti. La pipeline video spinge fino a Dolby Vision 4K a 120 fps e 8K a 30 fps, con profili 10-bit e stabilizzazione avanzata per riprese a mano libera. L’AI assiste tracking, reframing e denoise in low light, mentre il color science mantiene tinte pelle naturali e tonalità calde controllate. L’obiettivo è una base d’immagine coerente che riduca tempi di grading e favorisca montaggi multicamera senza salti cromatici.

Origin OS 6 su Android 16: interfaccia e produttività

Origin OS 6 porta su Android 16 un pacchetto di personalizzazioni estese con drag & drop tra app, split screen, screenshot di area e un menù a tendina diviso che separa notifiche e controlli rapidi con gesture distinte. L’interfaccia richiama iOS in alcune scelte visive, ma conserva un’anima Android-like nella profondità delle opzioni, nella gestione dei permessi e nei settaggi avanzati per display, audio e prestazioni. La lock screen è personalizzabile, il pannello controllo compatta funzioni e il sistema riduce bloatware, offrendo un’esperienza pulita e reattiva. Vivo promette aggiornamenti lunghi per mantenere il parco X300 allineato alle evoluzioni di Android 16 e dei servizi Google.

Integrazione con l’ecosistema Apple

Una novità strategica riguarda l’interoperabilità: la serie X300 annuncia, per la Cina, connessioni con AirPods e Apple Watch e mirroring su Mac e iPad. La compatibilità cross-ecosistema riduce barriere di ingresso per utenti iOS che desiderano provare Android senza rinunciare a wearable e periferiche già possedute. Questa apertura amplia l’appeal della serie e rafforza posizionamento e longevità in scenari ibridi dove smartphone, laptop e tablet convivono a prescindere dalla piattaforma.

Usabilità quotidiana e sensori

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La registrazione impronte è rapida, lo swipe sblocca senza pressione, e i tempi di latenza restano bassi anche con notifiche frequenti e app in background. Le impostazioni di protezione occhi intervengono su PWM, temperatura colore e luminosità minima per mantenere comfort in ambienti scuri. La risposta del motore aptico appare precisa e densa, con vibrazioni mirate su tastiera, controlli e feedback di sistema per una sensazione premium in linea con il segmento.

Autonomia e ricarica

La batteria da 6040 mAh del X300 copre una giornata intensa con streaming, social, navigazione e fotografia. La gestione energetica di Origin OS 6 favorisce autoswitch della frequenza del display, sospensione app non utilizzate e profilazione di attività ad alto assorbimento. Il Pro punta su un equilibrio prestazioni/consumi, con particolare attenzione a scenari 120 Hz, scatti RAW e riprese 4K/8K dove la drain aumenta. Il comportamento in ricarica resta coerente con la fascia, con tempi competitivi e stabilità termica durante i cicli rapidi.

Prezzi, varianti e disponibilità

In Cina, Vivo X300 parte da 567 euro circa nella versione 12/256. Vivo X300 Pro parte da 682 euro, con la 12/256 indicata anche a 675 euro in alcune varianti di listino, 16/512 a 770 euro, 16/1 TB a 850 euro e Photographer Edition completa a 1050 euro. Le vendite iniziano dal 17 ottobre 2025 in quantità limitate. La disponibilità globale resta incerta, ma l’espansione oltre la Cina è plausibile vista la maturità del pacchetto e l’interesse per flagship compatti come X300.

Concorrenza e posizionamento

La serie X300 entra in un’arena affollata, con iPhone 17 Pro, Xiaomi e Oppo a presidiare imaging e prestazioni. Vivo risponde con design piatto premium, pannelli 120 Hz di qualità, Dimensity 9500 ottimizzato e un kit pro per il Pro capace di modularità reale. Il VS1 riduce artefatti e over-processing, il Native Lighting restituisce pelle naturale e contrasto credibile. Per il pubblico pro-creator la Photographer Edition offre strumenti concreti, mentre per gli utenti power il Pro garantisce stabilità e buffer prestazionale superiore. Il X300 bilancia misura, peso e autonomia con una camera da 200 MP orientata a dettaglio e crop.

Impressioni iniziali su X300 Pro

Le prove in hands-on mostrano un dispositivo familiare ma nuovo alla mano. Il vetro satinato risulta piacevole, i lati piatti migliorano presa e la distribuzione dei pesi offre controllo in ritratto e landscape. Il display da 6,78 pollici esprime colori maturi, con impostazioni eye comfort che fanno differenza in ambienti scuri. Lo scanner ultrasonico è fulmineo; la registrazione delle dita è rapida. Sotto stress, il telefono scalda ma resta gestibile, con throttling curato. Le fotocamere producono campioni ricchi di dettaglio, il Native Lighting riduce sharpening e il tele assistito da AI mantiene qualità ai fattori di crop che contano. Origin OS 6 scorre fluido, con personalizzazioni che faranno breccia presso utenti esperti. L’integrazione con Apple rappresenta un selling point inatteso, utile a chi vive ecosistemi misti.

Implicazioni per gli utenti esperti

Per chi punta a fotografia e video in mobilità, la coppia VS1 + kit pro apre a workflow seri con tempi ridotti in post-produzione. Per chi gioca, il refresh a 120 Hz, la stabilità del Pro e la risposta touch ritmata dai scheduler restituiscono sessioni lineari senza stutter. Per chi legge al buio o lavora in notturna, la luminosità a 1 nit e le impostazioni anti-flicker offrono comfort reale. Per chi alterna Android e Apple, l’interoperabilità riduce frizioni e micro-barriere quotidiane. La scelta di Dimensity 9500 a 3 nm consente densità di performance con perdita contenuta in efficienza solo quando il carico GPU persiste per cicli prolungati, come mostrano i passaggi da 6900 a 3800 punti 3DMark nei test di stress. La differenza tra X300 e X300 Pro nella resilienza termica dipende da curva di potenza e gestione del dissipatore: il Pro mantiene più a lungo frequenze alte grazie a profilo energetico meno conservativo e headroom maggiore sul sistema di controllo termico. Sul fronte imaging, il VS1 coopera con il V1 per ridurre sharpening e noise cromatico, mentre il Native Lighting modula la curva tonale per preservare pelle e micro-texture. L’adozione di 1 nit hardware sul display evita i caveat del dimming software, che spesso schiaccia i neri e altera la scala dei grigi; qui la PWM lavora con frequenze e ampiezze studiate per minimizzare affaticamento e banding nella bassa luminanza. L’insieme di queste scelte disegna una piattaforma misurabile su tre assi: stabilità delle prestazioni sotto carico prolungato, fedeltà d’immagine ripetibile fra ottiche e scene diverse e comfort visivo in ogni condizione di luce.