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Criptovalute: stop dell’UE a transazioni anonime

Tempo di lettura: 2 minuti. L’UE inasprisce le regole sulle cripto: stop alle transazioni anonime. Privacy e indipendenza economica sotto esame.

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Il Parlamento Europeo (UE) ha adottato una nuova direttiva che mira a inasprire le regole Anti-Riciclaggio di Denaro (AML), estendendo il divieto alle transazioni anonime effettuate attraverso i portafogli digitali di criptovalute ospitati. Questa mossa segna un passo significativo verso una maggiore trasparenza finanziaria, ma solleva anche questioni riguardanti la privacy e l’indipendenza economica degli individui.

Normative più rigide

La nuova legislazione impone restrizioni severe: le transazioni in contanti anonime oltre €3,000 sono vietate nelle attività commerciali, mentre quelle oltre €10,000 sono totalmente bandite nel contesto aziendale. Il focus, però, si sposta sui portafogli crypto gestiti da terze parti, come gli exchange, dove ogni transazione dovrà essere tracciata e identificabile.

Questa scelta legislativa ha suscitato dibattiti accesi. Patrick Breyer, esponente del Partito Pirata tedesco, critica apertamente il divieto, sostenendo che limita la libertà finanziaria dei cittadini e mina il diritto all’anonimato nelle transazioni, senza tuttavia garantire un impatto significativo sulla lotta alla criminalità.

La comunità delle criptovalute si trova a dover navigare in queste acque turbolente, dibattendo tra la necessità di conformarsi alle nuove norme e la difesa della privacy e dell’anonimato che le criptovalute hanno sempre garantito.

Perchè si dichiara guerra all’anonimato nel mondo delle cripto?

La ragione delle transazioni anonime di criptovalute parte da un concetto di indipendenza economico e possesso di una propria ricchezza slegata dal sistema finanziario che spesso non si comporta come un amico, bensì come un socio occulto e questo è un fatto noto anche nell’UE. Nel momento in cui il mercato è stato invaso dalla finanza ordinaria, con connotazioni speculative, è chiaro che l’interesse sia quello di tutelare il mercato e soprattutto quello di scongiurare fughe di capitali cripto in settori pericolosi come il terrorismo ed il traffico di armi più volte scoperti come attività finali di valute elettroniche. Non è un caso che monete realmente anonime come Monero e Zcash, siano quelle preferite dalla criminalità organizzata ed è ancora oggetto di discussione un eventuale ban dal mercato.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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