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Furto da 625 milioni ad Axie Infinity: Usa incolpano Lazarus

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Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti accusa il gruppo di hacker nordcoreano Lazarus di aver rubato 625 milioni di dollari in criptovaluta dalla rete Ronin, la blockchain che supporta il gioco Axie Infinity, ed ha aggiornato le sanzioni per includere l’indirizzo del portafoglio che ha ricevuto i fondi e lo ha attribuito al gruppo nord coreano.

In un post aggiornato sull’incidente, la rete Ronin, che è di proprietà del gruppo di sviluppatori Sky Mavis, spiega che il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti e l’FBI hanno attribuito l’attacco a Lazarus. “Siamo ancora in procinto di aggiungere ulteriori misure di sicurezza prima di ridistribuire il ponte Ronin per mitigare il rischio futuro“, si legge nel post. “Ci aspettiamo di consegnare un post mortem completo che dettaglierà le misure di sicurezza messe in atto e i prossimi passi entro la fine del mese“. Ronin dice che riporterà il suo ponte online “entro la fine del mese“. Il ponte permette agli utenti di trasferire fondi tra altri blockchain e Axie Infinity ed è stato bloccato dopo l’attacco.

L’indirizzo del portafoglio segnalato contiene attualmente oltre 445 milioni di dollari USA (148.000 Ethereum) e ha inviato quasi 10 milioni di dollari (3.302,6 ETH) a un altro indirizzo meno di un giorno fa. Il Crypto transaction tracker Etherscan etichetta l’indirizzo come “segnalato come coinvolto in un hacking che ha preso di mira il ponte Ronin“.

Il 29 marzo, gli hacker hanno portato via 625 milioni di dollari di Ethereum in uno dei più grandi furti di criptovalute fino ad oggi.

Come ampiamente trattato da Matrice Digitale, il gruppo Lazarus è legato all’agenzia di intelligence della Corea del Nord ed è possibile consultare la storia del gruppo sul nostro sito

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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