Editoriali
Cloud Nazionale, specchio dell’agenda di Draghi: italiani “servi” di francesi e americani

Tempo di lettura: 5 minuti.
L'Italia ha manifestato la volontà di assegnare il Cloud Nazionale a Tim, Cassa Depositi e Prestiti, Sogei, Leonardo ed è scoppiata la bufera. L'opinione pubblica della nazione si ribella a quel consorzio di imprese, pubbliche e private, che dovrà gestire la nuvola di dati altamente sensibili e militari dei cittadini del Bel Paese.
Ad occhio e croce, leggendo i nomi delle imprese, si pensa ad una vittoria del Made in Italy, ma non è così per due motivi. Il primo, di cui tutti parlano, è che Tim ha ricevuto un finanziamento da Google appena un anno fa quando è stato raggiunto l'accordo tra la società di Mountain View e la compagnia di bandiera italiana, presentato in pompa magna sul sito della stessa Tim come una “partnership che conta sullo sviluppo delle reti in fibra più avanzate e sul 5G, sui servizi cloud e di edge computing che sono alla base dello sviluppo e della ripresa economica. TIM e Google Cloud mettono a disposizione delle aziende i migliori servizi di ultima generazione e tutta la capacità computazionale necessaria a digitalizzare e a far evolvere le soluzioni scelte dai clienti, avvalendosi delle competenze specializzate di Noovle per le soluzioni Cloud e di edge computing, Olivetti per l'Internet of Things, Telsy per la Cybersecurity. La partnership di TIM e Google Cloud coinvolge l'intero ecosistema delle aziende, dei distretti industriali, delle pubbliche amministrazioni e delle istituzioni locali. A questi si aggiungono anche i servizi internazionali offerti da Sparkle per connettere le sedi delle aziende, i partner e i clienti all'estero. La collaborazione tra TIM e Google Cloud rappresenta un'opportunità di sviluppo dei sistemi IT e delle applicazioni, e soprattutto contribuisce alla trasformazione digitale della società e del paese.”

Google è una multinazionale americana, privata, ma che risponde al Governo per via della sua strategicità ed oltre ad essere una best excellence nel campo informatico, lo è anche in campo economico visto che risulta essere il prodotto di punta di mezzo mondo nel campo della navigazione web, oltrechè per altri servizi che partono dalla email ed arrivano alla gestione della formazione negli istituti scolastici italiani. Google ha una policy corrispondente a leggi americane che vanno in contrasto con la privacy europea ed oggi non è possibile fare un ricorso in Italia senza incorrere in troppi cavilli burocratici che richiedono quasi sempre una rogatoria internazionale puntualmente cestinata.
Servi dell'Europa o della Nato?
Questo vuol dire che, secondo molti, il rischio più pericoloso da questo accordo è certamente quello di non avere certezza che i dati italiani siano gestiti in server presenti sul territorio ed inaccessibili ad una forza straniera. A peggiorare le cose dal punto di vista della politica, c'è anche l'obbedienza del Premier Draghi e del suo staff agli americani, precisamente al Patto Atlantico che sovrasta da sempre i rapporti dell'Italia con gli paesi esteri, compresi quelli europei. In questa gestione, non ancora approvata per via di una verifica ulteriore prevista dal regolamento di assegnazione, Leonardo sarebbe il soggetto garante dei segreti italiani, Tim (e Google) delle infrastrutture e Sogei dei dati dei cittadini che in questi anni sono cresciuti nei database della PA grazie alla forte digitalizzazione sia in campo anagrafico sia in campo fiscale che in quello sanitario.
Il rischio di avere i server spiati dalla National Security Agency è grande, ma bisogna precisare che in Italia già esistono basi Nato logistiche e basi militari statunitensi che addirittura custodiscono alcune delle 7000 testate nucleari prodotte dagli USA in questi anni, nonostante il Bel Paese ne abbia nessuna. Il rapporto tra America e Italia non nasce quindi oggi, ma è atavico ed è per questo che bisogna capire l'indirizzo che si vuole dare alla nazione.
Il fattore C
Durante il Governo Conte, fu dato un incarico a Vittorio Colao, attuale ministro alla trasformazione Digitale, di stilare un programma considerato positivo sul processo di trasformazione digitale del paese. Dopo alcuni mesi, l'ex AD di Vodafone dovette rimettere il suo mandato per le forti pressioni ricevute in ambito politico. Nello stesso periodo, l'Italia dei 5 Stelle subì il fascino della Cina che inaugurò in pompa magna delle basi operative delle sue società di punta in campo tecnologico e precisamente Huawei e ZTE. Cinesi scomparsi dopo che si è insediato Draghi al Governo, che ha applicato il principio dapprima espresso da Trump e ribadito da Biden sull'individuazione della Cina come nemico commerciale ed ha nominato il “trombato” Colao rimarcando la posizione italiana sul digitale, consolidato da altre nomine atlantiche nello staff del Presidente del Consiglio.

Il Conflitto di interessi di cui nessuno parla
C'è un dettaglio che sfugge a molti analisti e questo dovrebbe far comprendere se la polemica sollevata in questi giorni sul cloud nazionale sia motivata o strumentale, oppure tutte e due le cose. Qualche mese fa, Colao e Draghi hanno buttato una bomba sulla borsa italiana con la cessione di Tim agli americani. Anche in quel caso mille polemiche sollevate, però, dai francesi di Vivendì, che detiene insieme a Cassa Depositi e Prestiti le quote più rappresentative della società italiana. Nel caso venga buttato fuori Google, il cloud italiano resterebbe sempre ai francesi che, insieme ai paesi dell'est Europa, è attore principale del progetto di Cloud Europe Gaia X. Inoltre, è giusto precisare che la stessa nazione di Macron, sia l'unica a portare timidamente una guerra commerciale contro le big tech americane mentre l'Europa stessa subisce una influenza particolare da Google a cui riserva trattamenti di favore sia normativi sia fiscali.
Un Cloud Franco-Italo-Americano

Il Cloud italiano diviso tra Usa e Francia sarebbe la sintesi perfetta della gestione di Draghi, l'atlantico, che è stato assoggettato pubblicamente agli accordi francesi con più di una pacca sulla spalla dinanzi ai giornalisti di mezzo mondo che ne hanno raccontato il successo commerciale. Pochi giorni dopo, la Francia ha chiuso un accordo di vendita inerenti veivoli militari agli arabi, togliendo di fatto un potenziale business alla Leonardo, che ha annunciato invece la cassa integrazione di 1600 dipendenti, comprese le loro famiglie, nelle sedi del Sud Italia. Ancora più indicativo il fatto storico che descrive l'Italia in una doppia dimensione Europeista-Atlantista, che sarebbe effettivamente sintetizzata con la divisione dell'infrastruttura digitale tra le potenze dei due mondi.
Il patto reggerà?
Alla luce della riuscita di questo accordo, si capirà se la lettura data in questa analisi sia congrua oppure se gli italiani si disferanno dei francesi dando la quota di Vivendi al fondo statunitense chiudendo definitivamente il cerchio. Viene da sollevare anche un altro sospetto e precisamente quello che l'offerta posta nei mesi precedenti dagli americani sia stata un avvertimento ai francesi di non ostacolare l'assegnazione del Cloud a Tim, con Google dentro ai giochi.
Anche il fatto di aver ceduto il campo all'industria aeronautica francese può essere stato fatto per compensare o una ipotetica uscita da Tim o l'ingresso di un soggetto terzo negli affari di stato. In una ottica di rilancio del Paese nello scacchiere mondiale, questo triangolo rappresenta la possibilità dell'Italia di svendere qualcosa di suo per ottenere maggiore prestigio e considerazione internazionale ed è questa la tattica riconosciuta a Draghi dagli analisti di mezzo mondo per essere
Forti in Europa, forti in Occidente.
L'unica cosa certa è che l'Italia è un paese morto da tempo, che non sa esprimere una sua economia e non sa statalizzare quanto di più prezioso c'è nella società moderna: i dati dei propri cittadini.
Editoriali
Zelensky fa uso di cocaina? I dubbi e le paure su un alleato “tossico”
Tempo di lettura: < 1 minuto. Una diceria argomentata da un video verificato, fa cadere ombre sulla stabilità mentale del leader ucraino.

Tempo di lettura: minuto.
Un alleato che chiede soldi in continuazione per comprare armi che servono ad un esericto sempre meno numeroso di un paese sempre più vuoto delle generazioni future. Un video di giugno, verificato da Matrice Digitale, ritrae il leader ucraino in un dialogo bilaterale con il premier inglese Sunak.
La sensazione che hanno avuto in molti è quella di un Zelensky accelerato ed abbastanza frenetico nei movimenti. Questo fa preoccupare il suo stato mentale, non è facile vedere il proprio popolo morire ogni giorno in numeri maggiori, ma apre uno scenario abbastanza rischioso per il futuro dell'Ucraina e della stessa Europa ricattata già più volte sul gas, sul grano e su eventuali attentati terroristici se dovesse venire meno l'aiuto all'Ucraina.
La fonte del video integrale fa intendere che si tratta di un premontato istituzionale.
Inoltre, sei mesi fa circa, un cartone animato vicino la propaganda russa faceva intendere le dipendenze di Zelensky da alcool e droga, cocaina nello specifico. Ecco l'integrale.
Editoriali
Vannacci è diventato ricco grazie alle armi spuntate del Mainstream
Tempo di lettura: 3 minuti. Se gli italiani sono scettici su vaccini e guerra è merito della scarsa credibilità della stampa, stesso motivo per cui Vannacci è ricco

Tempo di lettura: 3 minuti.
Il generale Vannacci ha fatto fessi tutti quanti. Così si direbbe a Napoli dopo l'operazione che ha sorpreso il mainstream, che da grande detrattore del generale ne è diventato il maggiore sponsor a costo zero. Perché se l'operazione Vannacci è riuscita, ampliamente affrontata da Matrice Digitale con indiscrezioni esclusive che sono emerse nei giorni successivi, è grazie proprio alla pubblicità negativa a costo zero su cui il pubblico ha deciso di orientarsi nei consigli per gli acquisti. Perché il libro di Roberto Vannacci, scritto male o impaginato peggio, è stata l'occasione persa per tantissimi editori che non riescono a vendere il quantitativo di copie vendute dal generale nemmeno con nomi di grosso calibro come Roberto Saviano e Gianrico Carofiglio. Non è un caso che il Corriere della Sera ha dedicato un approfondimento in cui si evince che il libro di Vannacci, che pare vendere ad un ritmo di 10 000 copie al giorno, è stato un traino per l'intero settore dell'editoria. Peccato che nessun editore ha avuto l'opportunità e nemmeno il coraggio di cavalcare questo testo, salvo Morgante ma a giochi fatti, mentre i librai più perspicaci lo hanno accolto nelle loro librerie vendendo un volume fuori la catena di distribuzione del settore.
L'operazione di marketing dell'anno
Una vera operazione di marketing che ha confermato un tendenza spesso associata a quella dei guru, o fuffa guru, con dei libri orientati a presentare dei metodi per fare soldi o utili a gestire al meglio le proprie attività commerciali – imprenditoriali. C'è solo un dettaglio: Vannacci è riuscito a raggiungere risultati di vendita eccezionali su un testo ideologico e politico che già reclama tanti corteggiatori nella politica che conta.
Lo spettro dell'operazione politica
Non è un caso che il generale in questo mese sia stato contattato dalla Lega di Salvini e non è un caso che sia stato ammaliato da Donzelli di Fratelli d'Italia dopo che Guido Crosetto , Ministro della Difesa italiana abbia preso fermamente le distanze dal contenuto del testo su indicazione dell'ala progressista e di sinistra del paese. Ci ha provato anche il comunista Rizzo e c'è qualcosa che forse in realtà nasconde l'operazione Vannacci ed è emersa nei giorni successivi agli scandali e riguarda una presunta ombra di Gianni Alemanno intenzionato a creare un partito con l'obiettivo di recepire voti dagli scontenti di Fratelli d'Italia che oramai non si riconoscono più in una destra progressista o vicina a posizioni che ricordano la Democrazia Cristiana dei tempi d'oro.
E' possibile a questo punto immaginare una discesa in campo di Vannacci in politica?
Questo non è dato saperlo ed il fatto che il generale abbia smentito non vuol dire che alle prossime Europee del 2024 ci troveremo l'uomo dello Stato in qualche lista.
L'operazione Vannacci è stata di tipo populista?
Se per populismo intendiamo una parte del paese ancorata degli schemi cattolici è conservatori, possiamo ampiamente ragionare sul fatto che per fare i voti è necessario essere populisti da qualche anno a questa parte: vedi le promesse elettorali del Movimento 5 Stelle, vedi quelle della stessa Fratelli d'Italia e della Lega di Matteo Salvini.
Le armi spuntate della stampa
Ancora una volta, dopo la propaganda sanitaria e bellicistica, c'è da evidenziare come la stampa abbia perso ancora più credibilità in virtù del fatto che il parlar mal male di Vannacci abbia in realtà ottenuto l'effetto inverso proprio perché la maggior parte del pubblico non ha una considerazione di una stampa obiettiva e quindi la polemica scaturita è sembrata troppo strumentale a cavalcare un pensiero da molti definito unico e convergente verso la disgregazione dei valori cristiani, italiani e tradizionali. Sono bastati articoli di opinionisti o giornalisti ben identificati in una porzione ideologica, considerata fallace ed allo stesso tempo privilegiata dalla massa incredula, per fornire uno scatto d'orgoglio a quegli italiani che paradossalmente hanno votato Giorgia Meloni per ottenere un cambiamento radicale del paese restando traditi da una destra europeista e filo atlantista.
Una riflessione per il mondo della bistrattata editoria
Intanto si fa la conta dei soldi che Vannacci abbia già racimolato dalla vendita del suo libro e se gli acquisti sono genuini, non si è comprato le copie da solo per intenderci, se il costo di realizzazione è realmente prossimo allo zero per quanto concerne la produzione, l'incasso del generale corrisponde ad almeno 700.000 euro puliti. Altro che Generale di corpo d'armata e incarichi d'oro con rilevanza zero così come gli era stato dato in precedenza all'istituto militare di Firenze. Chi esce sconfitto dall'operazione Vannacci è l'industria dell'editoria ed emerge il ruolo di Amazon che, ricordiamolo per evitare di trovarci tutti scrittori domani, è nullo dinanzi ad attività di marketing e di comunicazione in supporto alla pubblicazione di un libro che ha intenzione di vendere senza la distribuzione ordinaria. Proprio per questo motivo potremmo parlare nel settore dell'editoria di un metodo Vannacci per fare soldi.
C'è una domanda che corre e ricorre: siamo sicuri che in questa operazione non ci sia stato un mediatore influente che abbia saputo unire il mondo della stampa mainstream ed il suo lato al contrario rappresentato dalle teorie “omofobe”, “populiste” e “anticostituzionali” del generale Vannacci?
Editoriali
Sull’Intelligenza Artificiale la scienza ha dimostrato di essere corrotta
Tempo di lettura: < 1 minuto. Dopo le ricerche farlocche nel periodo pandemico, con l’Intelligenza Artificiale sì è provato a fermare un competitor attraverso un “senato accademico” composto da menti con grandi conflitti d’interesse, dove la politica Italiana ha fatto la sua parte.

Tempo di lettura: minuto.
Elon Musk lancia la sua Intelligenza Artificiale dopo pochi mesi che ha proposto insieme ad una pletora di scienziati e top manager il blocco dell'apprendimento di modelli superiori a ChatGPT 4
Non solo l' Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha bloccato l'unica azienda da abbattere presente nel manifesto sottoscritto dai suoi competitor, ma ha favorito l'esplosione delle tecnologie di #Microsoft e #Google nel silenzio istruttorio.
Un suo componente ha firmato la lettera di Musk e company credendo si trattasse di un manifesto scientifico.
Visto come stanno le cose, però, non ha fatto altro che dare al buon Elon il tempo di accelerare con la sua #intelligenzaartificiale.
In #xAI c'è un po' di miopia della Pubblica Amministrazione italiana che involontariamente ha colpito un concorrente e non un intero mercato …
C'è anche un sistema accademico che ha dimostrato di essere collegato a interessi particolari e non a quelli strettamente scientifici.
Ed oggi è stato tradito, siamo buonisti, dalla presentazione di un modello di #AI sviluppato da chi ha illuso che questa tecnologia doveva essere fermata.
Il tempo è galantuomo, sempre, e vale anche per le nostre analisi spesso fastidiose perchè in controtendenza.
- Editoriali3 settimane fa
Vannacci è diventato ricco grazie alle armi spuntate del Mainstream
- L'Altra Bolla2 settimane fa
Elon Musk e X Corp. contro lo stato della California sulla legge AB 587
- Editoriali2 settimane fa
Zelensky fa uso di cocaina? I dubbi e le paure su un alleato “tossico”
- L'Altra Bolla3 settimane fa
Corte d’appello USA: Governo Biden e l’FBI hanno viziato le opinioni social
- L'Altra Bolla3 settimane fa
YouTube sperimenta pulsante “Iscriviti” luminoso
- L'Altra Bolla2 settimane fa
YouTube e l’intelligenza artificiale insieme per la creatività pubblicitaria
- Inchieste1 settimana fa
La CIA sotto accusa aiutata da NewsGuard nella narrazione sull’origine del COVID-19
- Tech2 settimane fa
Google Pixel 8: le novità che fanno crescere l’attesa