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Draghi come Prodi: TIM in trattativa con gli Americani. In vendita le infrastrutture digitali del Paese

Il Corriere della Sera ha lanciato una bomba a ciel sereno che colpisce la TIM. La principale azienda di telecomunicazioni nazionale ha ricevuto un’offerta dal fondo di investimento americano KRR. E’ stato convocato subito un comitato di tecnici e un tavolo dei ministri per valutare una eventuale cessione che interessa direttamente il Governo italiano per via del 9 per cento in possesso di Cassa Depositi e Prestiti. Tutto filerebbe liscio più del dovuto se non ci fosse un 25% in mano ai francesi di Vivendi che dapprima hanno sparso la voce di una controproposta di un altro fondo internazionale a loro vicini, ma poi hanno smentito l’indiscrezione puntando sull’iniquità dell’offerta statunitense per via del mancato calcolo del potenziale economico aziendale che la proposta di acquisto americana non prevede secondo la valutazione transalpina.
Chi è KKR?
Fondato negli anni 70, il fondo KKR è una potenza economica di grandissimo spessore nel panorama economico finanziario globale. Dalla sua fondazione ha investito ben 400 miliardi di dollari ed ha un fatturato di circa 2 miliardi di dollari con un utile netto che viaggia su cifre altissime che superano abbondantemente il 20% dei ricavi. La strategia dell’azienda è considerata vincente perché fuori dalle logiche della speculazione e mira ad investimenti di medio e lungo termine ed ha l’usanza, in realtà mera strategia politica aziendale, di effettuare un acquisto di rilievo una volta l’anno e questa volta sembrerebbe essere toccato alla Tim e le premesse sembrerebbero essere ottime visto l’entusiasmo che i media riportano in queste ore.
L’offerta e gli effetti immediati sul mercato
Appena è stato dato l’annuncio dell’offerta del fondo KKR a Tim, il titolo in borsa del Tycoon tecnologico del Bel Paese è schizzato del 25% circa. L’importo con cui la società conta di acquisire l’asset infrastrutturale digitale italico è di 10 miliardi, spicciolo più spicciolo meno, con l’offerta quotata calcolando 50 centesimi circa ad azione. Quote che la società Vivendi a suo tempo ha acquistato a circa il doppio, un euro quindi, ed è per questo che il CDA della società non si è espresso con atti formali nonostante la convocazione del Consiglio di amministrazione urgente in una domenica piovosa di novembre.
La politica di Draghi è svelata
Con l’offerta arrivata dagli USA, non c’è più nulla da analizzare sul gioco politico di Draghi. Il Premier italiano è l’uomo della finanza e si sa che quest’ultima ha sede negli States. Cedere Tim agli americani può essere il colpo di coda prima di salire al Colle perché è chiaro che in qualità di Presidente del Consiglio, il ricatto politico dei partiti potrebbe renderlo disoccupato nei prossimi anni se il Governo dei Migliori non continui a puntare sulla continuità politica del momento presente in Italia. L’operazione può avere una doppia valenza anche in termini europei dal punto di vista economico perché se Vivendi dovesse rientrare del tutto con la sua parte investita, ci sarebbe un interesse congiunto di Usa e Francia per fare l’affare dell’anno.
Quello che l’economia non dice
Sarà perché la notizia è ancora calda, ma nessun media, a parte pochissimi, ha considerato il lato strategico di una vendita, o svendita, della maggiore società italiana delle telecomunicazioni. Tim è titolare per conto degli italiani dell’infrastruttura digitale del Paese e questo sembra essere passato in secondo piano. Un mondo dove le strade e l’alta velocità sembrano tecnologie archeologiche e che punta sulle infrastrutture che fondano le radici della società digitale, come cavi e ripetitori per fornire connettività Internet, l’atto di vendere questo settore ad una forza esterna ai confini dell’Europa è un’azione che potrebbe essere valutata come sconsiderata perché rischia di assoggettare un’intera nazione ad una vita digitale coloniale. Non è quindi solo una questione di prezzo, ma di visione e di strategia. Ha senso cedere una azienda all’estero ed essere sprovvisti in modo carrozzato di un “titolare” statale di quello che è il futuro della società moderna? L’analisi alternativa può anche tenere conto la strategia di escludere del tutto i francesi dal settore con la dismissione del loro 25% agli americani, ma c’è anche una intenzione di Draghi nel superare i confini digitali europei grazie al rinnovamento storico del patto atlantico nell’universo digitale. Paradossalmente i francesi stanno facendo gli interessi degli italiani sostenendo la scarsa valutazione del potenziale aziendale negli 11 miliardi offerti dagli americani, ma la priorità di Draghi evidentemente è quella di sciogliere una società non proprio sana e dismetterla in favore delle leggi di mercato per evitare voragini peggiori alle casse dello Stato.
Oppure è sua intenzione cederla ai privati per impoverire lo stato come hanno già si è fatto in passato con i potentati economici stranieri?
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BlackSuit, nuovo Ransomware con legami sorprendenti al noto Royal
Tempo di lettura: < 1 minuto. BlackSuit e Royal: due nomi, due minacce, un solo incubo per la sicurezza informatica.

Il panorama della cyber sicurezza è costantemente in evoluzione, con nuovi ransomware che emergono regolarmente, portando con sé sfide uniche e minacce sempre più sofisticate. Recentemente, è emerso un nuovo ransomware chiamato BlackSuit, che ha attirato l’attenzione degli esperti di sicurezza per la sua sorprendente somiglianza con il noto Royal Ransomware.
BlackSuit: un Clone del Royal Ransomware?
L’analisi del ransomware BlackSuit ha rivelato caratteristiche che sono sorprendentemente simili a quelle del ransomware Royal. Entrambi condividono una struttura di codice quasi identica e impiegano tattiche simili per infettare i sistemi e criptare i file. Tuttavia, nonostante queste similitudini, BlackSuit non è una semplice copia di Royal. Ha introdotto alcuni miglioramenti e modifiche, suggerendo che possa essere stato sviluppato dagli stessi autori di Royal o da un affiliato che ha avuto accesso al codice sorgente originale.
Le Caratteristiche Uniche di BlackSuit
Nonostante le somiglianze con Royal, BlackSuit ha introdotto alcune nuove caratteristiche. Ad esempio, BlackSuit utilizza nuovi argomenti da riga di comando e ha la capacità di eludere le directory specificate in un file di testo. Queste nuove funzionalità potrebbero rendere BlackSuit più efficace o difficile da rilevare rispetto al suo predecessore.
Implicazioni per la Sicurezza Informatica
L’emergere di BlackSuit è un promemoria che i cybercriminali stanno continuamente cercando modi per migliorare le loro tattiche e strumenti. Anche se BlackSuit potrebbe essere solo una variante di Royal, la sua esistenza dimostra che i gruppi di cybercriminali sono disposti a imparare e adattarsi per massimizzare il loro profitto. Questo sottolinea l’importanza di rimanere vigili e aggiornati sulle ultime minacce alla sicurezza informatica.
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Rivoluzione Digitale dell’Africa: Huawei e partner inaugurano la prima IP GALA
Tempo di lettura: 2 minuti. Huawei, insieme a diversi partner, dà il via alla prima IP GALA africana, delineando il futuro della rete Internet nel continente africano

Huawei, in collaborazione con partner come l’IPv6 Forum, l’Unione Africana delle Telecomunicazioni (ATU) e l’Organizzazione Araba per le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (AICTO), ha organizzato la prima IP GALA mai tenuta in Africa a Marrakech, in Marocco. L’evento, intitolato “Intelligent IP Network, Boost New Growth”, ha radunato rappresentanti di enti di regolamentazione governativa, operatori, organizzazioni industriali e agenzie di consulenza per discutere il futuro dell’Internet nella regione araba africana.
L’evoluzione della Tecnologia IPv6
Durante la conferenza, il Forum IPv6, AICTO, ATU e Huawei hanno rilasciato congiuntamente il Libro Bianco sullo Sviluppo di IPv6 nell’Arabia e in Africa. Questo documento esamina attentamente lo sviluppo dell’industria IPv6 in Africa e sottolinea che IPv6 rappresenta una tendenza inevitabile per l’Internet della prossima generazione, nonché una scelta ideale per il dispiegamento di reti di trasporto 5G e lo sviluppo di servizi 5G.
L’Expansione di IPv6 in Africa
Nel corso della conferenza, operatori regionali come Tunisie Telecom e Hatif Libya hanno annunciato la loro adesione al Consiglio Migliorato IPv6 (IPE). Questo amplia ulteriormente il campo di applicazione di IPv6 in Africa, facilitando lo sviluppo di IPv6 nella regione.
Huawei alla Guida della Trasformazione Digitale
Huawei rimane all’avanguardia dello sviluppo tecnologico della comunicazione dati ed è leader mondiale in IPv6 Enhanced, Wi-Fi 6 & Wi-Fi 7, 400G e 800G. Con l’Africa all’inizio della trasformazione digitale e 5G, Huawei si impegna a fornire le ultime tecnologie per aiutare a costruire un’Africa migliore.
Il Futuro della Rete IP in Africa
SRv6 è considerato il protocollo più avanzato per l’evoluzione della rete IP e le reti di trasporto 5G. Tunisie Telecom ha stabilito con successo una rete di trasporto IPv6 pronta per il 5G basata su SRv6. Infine, Huawei ha ribadito il suo impegno a perseguire la sua visione “In Africa, Per l’Africa” e a collaborare strettamente con i protagonisti dell’industria ICT regionale per promuovere la tecnologia IP verso la prontezza per il 5G.
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Barracuda: abuso della vulnerabilità Zero-Day per diffondere nuovi malware e rubare dati
Tempo di lettura: < 1 minuto. Tra questi, il trojan Saltwater, un modulo Barracuda SMTP daemon (bsmtpd) modificato, che fornisce agli aggressori un accesso backdoor ai dispositivi infetti.

L’azienda di sicurezza di rete ed email Barracuda ha rivelato che una recente vulnerabilità zero-day è stata sfruttata per almeno sette mesi per introdurre backdoor nei dispositivi dei clienti tramite l’Email Security Gateway (ESG) utilizzando malware personalizzati e rubare dati.
L’Abuso della Vulnerabilità Zero-Day
Barracuda afferma che un’indagine in corso ha scoperto che la falla (tracciata come CVE-2023-2868) è stata sfruttata per la prima volta nell’ottobre 2022 per accedere a “un sottoinsieme di apparecchiature ESG” e distribuire backdoor progettate per fornire agli aggressori un accesso persistente ai sistemi compromessi.
La Risposta alla Minaccia
La società ha affrontato il problema il 20 maggio applicando una patch di sicurezza a tutte le apparecchiature ESG e bloccando l’accesso degli aggressori ai dispositivi compromessi un giorno dopo tramite uno script dedicato. Il 24 maggio, ha avvisato i clienti che i loro dispositivi ESG potrebbero essere stati violati utilizzando il bug zero-day ora corretto.
Malware Personalizzato Usato nell’Attacco
Durante l’indagine sono state trovate diverse ceppi di malware precedentemente sconosciuti, progettati appositamente per essere utilizzati sui prodotti Email Security Gateway compromessi. Tra questi, il trojan Saltwater, un modulo Barracuda SMTP daemon (bsmtpd) modificato, che fornisce agli aggressori un accesso backdoor ai dispositivi infetti.
Consigli per i Clienti
I clienti sono invitati a verificare se le loro apparecchiature ESG sono aggiornate, a smettere di utilizzare apparecchiature violate e a richiedere un nuovo dispositivo virtuale o hardware, a cambiare tutte le credenziali collegate alle apparecchiature violate e a controllare i loro log di rete per gli indicatori di compromissione (IOC) condivisi oggi e per le connessioni da IP sconosciuti.
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