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Editoriali

Intervista a Antonio Sanso: “il signore delle Password” ci spiega la crittografia delle multinazionali

Tempo di lettura: 3 minuti.

Oggi parliamo di autenticazione. Ogni volta che accediamo ai nostri profili social, cosa accade? Le nostre password sono accessibili dalle multinazionali con cui ogni giorno condividiamo informazioni e servizi? 

Abbiamo raccolto tanti pareri in giro per il web, ma abbiamo ritenuto necessario ascoltare chi lavora ogni giorno con sistemi di crittografia per analizzare il futuro dell’autenticazione e quindi abbiamo raggiunto Antonio Sanso per intraprendere una conversazione piacevole. Lavora come ricercatore di sicurezza presso Adobe Research Switzerland. I suoi interessi lavorativi spaziano dalla crittografia alla sicurezza delle applicazioni web. È coautore del libro “OAuth 2 in Action”. Antonio ha riscontrato vulnerabilità in software popolari come OpenSSLGoogle Chrome ed è incluso nella hall of fame di Google, Facebook,Github, etc. È anche autore di più di una dozzina di brevetti per la sicurezza informatica e paper accademici applicati alla crittografia. Attualmente è dottorando in crittografia presso la Ruhr-University.

Password alfanumeriche oppure biometriche? La risposta è nell’intervista che segue

La proposta del ministro Pisano di usare un account unico statale come la giudica dal punto di vista teorico e come valuta l’eventualità di unire una password di servizi statali con quelle di servizi commerciali?

Non credo sia una cosa fattibile

Perchè non è fattibile?

Ovviamente uno Stato puo’ assegnare un’username a tutti i cittadini e far si che questo account venga usato per loggarsi ai servizi statali ma non credo si possa andare oltre a questo in maniera coercitiva. Lo Stato non può imporre una cosa del genere. Il problema non è tecnico, seppur si possa fare.

Perchè non si può imporre legalmente? cosa lo vieta?

A che pro?

Tutti hanno l’obbligo di una carta di identità quindi sarebbe utile ad associare lo spazio digitale a quello reale ovviamente.

Qual e’ il problema che si sta cercando di risolvere?

Semplificazione burocratica immagino e promozione dell’identità digitale

Infatti da quel punto di vista si può e si deve fare ma non sostituire tutti gli account privati con uno pubblico. Se mi connetto in un sito di proprietà dello Stato ho bisogno di un “account statale”, ma tutto qui, non vedo fattibile che io acceda su Twitter usando il mio account pubblico. Sono cose diverse e tali devono restare.

A proposito di questo, la domanda da un milione di dollari è: possono Facebook, Amazon e questi grandi siti che oramai monopolizzano lo spazio digitale mondiale avere accesso alle nostre password in chiaro?

Le password non le salvano in chiaro, ma le hanno in chiaro, nel senso le ricevono in chiaro ma poi le salvano come hash.

Cosa è un hash?

Una funzione univoca: dato un input (che e’ password in chiaro) genera un output che sembra una stringa random. però fare il contrario e’ impossibile e quindi dall’output non si risale all’input.

Quindi se chiamo Facebook, o se l’autorità chiama Facebook, e vuole sapere la password del mio profilo non può farlo?

Ripeto le password non le conservano in chiaro, ma per qualche frazione di secondo ce l’hanno in chiaro. E’ una loro scelta quella di non salvarla in chiaro per evitare guai.

Guai che si sono già verificati in passato dove db di password in chiaro sono stati violati. Giusto?

Si, molte volte, ma sempre meno per grossi providers.

E una volta che le nostre password diventano degli hash, come avviene il processo di autenticazione sui portali che la utilizzano?

Si confrontano gli hash (quello memorizzato e l’altro in arrivo)

Quindi possiamo sostenere che le multinazionali non hanno accesso alle nostre password? ma il futuro dell’autenticazione quale sarà secondo te? sotituite definitivamente dai dati biometrici oppure bisogna trovare un’altra strada?

Non credo nell’autenticazione biometrica, pensi un attimo, si può cambiare una password, ma non una retina o un dito: il futuro e’ la crittografia.

La crittrografia non rende tutto più complesso per l’utente che già oggi fatica con l’autenticazione a due fattori?

La crittografia si puo’ rendere semplice basti pensare che viene usata dalle persone tutti i giorni in whatsapp

Quindi anche sotto questo punto di vista da fiducia totale ad applicazioni come whatsapp nonostante il rischio di essere spiati e le notizie, sporadiche, di gravi violazioni?

e come si e’ spiati con Whatsapp ? ha un encryption end to end e in quel caso Facebook anche se volesse non riuscirebbe ad avere il contenuto delle conversazioni.

O con un bug del telefono oppure con un bug dell’applicazione, non trova?

Beh in quel caso e’ game over in ogni caso, se si ha un telefono od un computre compromesso tutto e’ possibile.

Facebook Amazon e co, possono accedere nei nostri profili senza conoscere le nostre password?

Facebook non ha bisogno della mia password di Facebook per avere accesso al mio account di Facebook.

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