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Squid Game: genitori non conoscono il parental control, ma accusano Netflix

Tempo di lettura: 2 minuti.

Chi non conosce Squid Game? La serie TV più vista al mondo, ambientata in Corea del Sud, è un’opera cinematografica forte nei suoi contenuti perché pregna di violenza che sembra essere gratuita ed è proposta dalla piattaforma web di Netflix che l’ha vietata ai minori di 14 anni. Proprio l’accesso ai minori alla visione del film è il turbine delle polemiche che da giorni imperversano sulle testate giornalistiche nazionali ed internazionale dove si racconta della particolarità di Squid Game come un gioco mortale composto da sei livelli, nei quali 400 concorrenti circa si divincolano in giochi dei bambini. E’ da qui che nasce lo scandalo che in questi giorni sta prendendo piede perché la stampa segnala la presenza di fenomeni di emulazione da parte dei bambini senza però domandarsi come sia possibile che tutto questo avvenga con episodi che riguardano minori di 14 anni, se appunto esiste un divieto espresso chiaramente sulla piattaforma che lo trasmette.

Cosa è Squid Game?

Squid Game sicuramente è sopra le righe, ma difficilmente si leggono delle recensioni cinematografiche aldilà della polemica e della metafora del capitalismo. Prima di conoscere la serie tv più vista al mondo, bisognerebbe fare un’analisi professionale del cinema coreano, dove già nel 2003 la pellicola Old Boy aveva sconvolto mezzo mondo per il suo modo di esprimere atti cruenti, con la solita lentezza che caratterizza la regia di film provenienti da quell’area geografica. Essenzialmente, Squid Game non solo parla di un gioco violento che ne fa metafora della vita, ma fa in modo che emerga il fenomeno della ludopatia, che molti evitano di narrare nelle loro considerazioni, ma che invece pone una questione sociale molto seria. Questo passaggio deve essere chiaro sia per chi l’ha visto sia per chi non l’ha visto. Tutti coloro che partecipano al gioco sono persone che in un modo o nell’altro si sono indebitate ed hanno fondamentalmente preferito partecipare ad un gioco mortale dapprima inconsapevolmente, ma una volta usciti perché spaventati, ci sono rientrati spontaneamente perché oramai i loro vizi e le loro malattie per il gioco, avevano rovinato irreversibilmente la loro vita e quella degli altri familiari.

Il problema è di Netflix o Squid Game?

Per chi studia il fenomeno sociologico, non è così difficile comprendere che il problema non è tanto se Squid Game sia o meno violento, semmai domandarsi perché alcuni bambini hanno accesso alla visione di contenuti dove le esecuzioni sommarie sono all’ordine del giorno, comprese scene di violenza ed altrettante morti spesso violente. Quindi il problema non è di Squid Game, ma dei genitori che danno accesso incontrollato ai propri profili dove è possibile visionare contenuti per maggiori di 14 anni.  

Come prevenire problemi simili?

Facciamo un po’ di prevenzione digitale ed evitiamo di dare sempre la colpa alle piattaforme internazionali che danno uno strumento importantissimo come il “Parental Control” e nel caso di Netflix ci sono due soluzioni complementari tra loro:

  • Creare un profilo per bambini
  • Impostare il PIN di accesso al profilo

La creazione dei profili per bambini è il primo passo da seguire se vogliamo affidare a Netflix la censura preventiva dei contenuti, ma è chiaro che possono uscire tranquillamente dal loro ambito e posizionarsi in quello dei genitori. Ecco perché va impostato anche il PIN di accesso al profilo dei parenti: per evitare intrusioni indesiderate. Prima di dare la colpa a Tizio o a Caio, sarebbe utile domandarsi perché le cose accadono e cosa facciamo per evitarle.  

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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