Inchieste
Black Friday senza una lira elettronica: perchè il contante serve
Disservizi legati a Worldline bloccano bancomat e carte di credito in Italia. Il CEO Roberto Beneduci critica la fragilità del sistema bancario.
Negli ultimi giorni, migliaia di utenti in Italia e in altri Paesi hanno segnalato difficoltà nell’utilizzo di carte di credito e bancomat. I problemi sono legati a un’interruzione dei servizi di Worldline, azienda francese che gestisce l’intermediazione per diversi circuiti bancari. L’incidente mette in evidenza la vulnerabilità di un’infrastruttura cruciale per il sistema finanziario ed avviene nel giorno in cui milioni di cittadini erano in fila per fare i primi acquisti natalizi in occasione del Black Friday.
Cause dell’interruzione: danni fisici e mancanza di ridondanza
Secondo quanto riportato, i disservizi sono iniziati il 28 novembre e sono stati causati da danni a cavi di rete durante lavori di scavo in Svizzera. Questi cavi, fondamentali per la connettività, supportano l’operatività di Worldline. La mancanza di percorsi di rete alternativi ha amplificato l’impatto dell’interruzione, bloccando i servizi per banche italiane come Bper, Banco BPM, Unicredit, Monte dei Paschi di Siena e Intesa San Paolo, nonché circuiti globali come Visa e Mastercard.
La Banca d’Italia ha confermato che le problematiche derivano da un’infrastruttura fisica danneggiata e ha attivato il Codise, il comitato per il coordinamento delle crisi operative della piazza finanziaria. Alcuni servizi sono stati ripristinati, ma permangono malfunzionamenti per specifici circuiti di pagamento.
La riflessione di Roberto Beneduci
Roberto Beneduci, CEO di CoreTech, ha sollevato dubbi sull’affidabilità del sistema bancario elettronico:
“Il sistema bancario, che punta a basare tutto sulla moneta elettronica, fa acqua da tutte le parti. È inaccettabile che per connettività così critiche sia previsto un solo percorso, la cui caduta ha bloccato tutto. Inoltre, gli operatori bancari rivendono servizi di terze parti senza infrastrutture proprie, delegando a un unico fornitore come Worldline. Questo somiglia a un monopolio difficile da credere.”
Disservizio pagamenti elettronici: Bonfiglio spiega le cause strutturali
Il recente blocco dei pagamenti elettronici in Italia ha evidenziato non solo la vulnerabilità dell’infrastruttura bancaria, ma anche alcune debolezze nella rete di connettività internazionale. Giorgio Bonfiglio, esperto di reti e telecomunicazioni, ha condiviso un’analisi interessante su Twitter, spiegando come il problema possa derivare da cause multiple, non esclusivamente legate ai cavi danneggiati in Svizzera.
La rete italiana e i percorsi critici
La rete italiana è collegata al resto d’Europa tramite tre direttrici principali: verso Zurigo (nord), Vienna (est) e Marsiglia (ovest). Secondo Bonfiglio, queste rotte attraversano zone geograficamente complesse, come le Alpi, e sono caratterizzate da una ridondanza limitata, nonostante siano fondamentali per la connettività internazionale.
Dal punto di vista tecnico, il traffico critico viene solitamente distribuito su almeno due di queste direttrici. Questa strategia garantisce che, in caso di interruzioni su una rotta, il traffico possa essere reindirizzato automaticamente su percorsi alternativi. I protocolli di routing, come spiegato da Bonfiglio, gestiscono questi eventi in modo simile a un sistema di navigazione che calcola nuove rotte in seguito a incidenti stradali.
Un disservizio di 36 ore: oltre il problema dei cavi
Nonostante questa infrastruttura sembri robusta, il disservizio ha interessato il sistema dei pagamenti elettronici per quasi 36 ore, suggerendo che il danneggiamento dei cavi in Svizzera potrebbe non essere l’unica causa. Secondo Bonfiglio:
- La maggior parte dei servizi online ha continuato a funzionare con solo una leggera latenza, impercettibile per gli utenti.
- La persistenza del disservizio bancario suggerisce problemi interni alle infrastrutture specifiche dei fornitori di servizi di pagamento come Worldline, Nexi o le banche italiane coinvolte.
Poca innovazione nella ridondanza
Bonfiglio ha ricordato che i percorsi Mil-Zurigo e Mil-Marsiglia, utilizzati dagli anni ’70 per la telefonia internazionale, sono ancora le direttrici principali per la rete moderna. La mancata innovazione nella ridondanza di questi percorsi può essere un fattore determinante nella vulnerabilità della rete italiana.
Il disservizio ha messo in luce la necessità di rivedere l’infrastruttura di rete italiana per garantire maggiore resilienza. L’evento non solo evidenzia le criticità tecniche, ma sottolinea la dipendenza da fornitori internazionali come Worldline, che potrebbero non essere preparati a gestire emergenze di questa portata.
Worldline: un monopolio tecnologico?
Il caso ha messo in luce la centralità di Worldline nel sistema bancario europeo. L’azienda, che gestisce una vasta gamma di servizi tecnologici, è utilizzata non solo da banche italiane, ma anche da intermediari come Nexi, che a sua volta offre servizi di pagamento ad altre istituzioni. Questo modello a catena solleva interrogativi sulla dipendenza da un unico fornitore per operazioni così critiche, evidenziando il rischio di un effetto domino in caso di disservizi.
Il caso Worldline sottolinea la necessità di investire in infrastrutture più robuste e diversificate per il sistema bancario elettronico. La dipendenza da un unico fornitore per servizi critici espone il sistema a rischi significativi, evidenziando l’urgenza di una revisione strutturale.
Analisi dell’Autore
Durante il Black Friday, una giornata in cui le persone si affrettano a fare acquisti natalizi approfittando delle promozioni, molti si sono trovati impossibilitati a spendere a causa di un blocco dei sistemi di pagamento. Questa situazione, fortunatamente non critica per la sicurezza degli individui, mette in luce i rischi legati a una futura economia completamente digitale. L’idea di una moneta esclusivamente elettronica appare preoccupante, soprattutto considerando come eventi simili potrebbero influenzare negativamente la vita quotidiana e la stabilità economica.
La questione apre anche una riflessione sull’uso delle criptovalute come possibile alternativa alle valute tradizionali, sempre più digitalizzate tramite bancomat e carte di credito. Tuttavia, l’affidabilità di queste nuove forme di pagamento, soprattutto in momenti di crisi, resta un tema aperto.
Un altro aspetto emerso riguarda la dipendenza delle banche italiane, incluse alcune tra le più importanti, da infrastrutture estere per la gestione delle transazioni. Questo scenario solleva preoccupazioni legate alla vulnerabilità del sistema economico nazionale: un eventuale conflitto o tensione geopolitica potrebbe paralizzare la bilancia commerciale del Paese, causando danni incalcolabili.
Questi eventi ci proiettano verso un futuro che qualcuno definirebbe distopico, in cui il denaro elettronico totale, tanto promosso come sostituto del contante, si rivela potenzialmente fragile. Se ci trovassimo nel mezzo di una tempesta magnetica o di un conflitto, sarebbe possibile effettuare pagamenti con carte di credito o criptovalute? O dovremmo tornare a utilizzare contante e beni preziosi come strumenti di scambio?