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Elezioni: Google finanzia il Ministero della Verità, Meta alle prese con i Watermark AI

Tempo di lettura: 4 minuti. Google e Meta affrontano la disinformazione e i deepfake nelle elezioni con iniziative di alfabetizzazione e watermark AI.

Tempo di lettura: 4 minuti.

Nell’era digitale, la tecnologia AI ha il potenziale di rivoluzionare molti aspetti della nostra vita, ma porta con sé anche sfide significative, soprattutto in contesti sensibili come le elezioni. Da una parte, Google si impegna attivamente nel contrastare la disinformazione online, soprattutto in vista delle elezioni parlamentari europee, promuovendo l’alfabetizzazione mediatica e sostenendo l’importanza del fact-checking. Dall’altra, Meta affronta la problematica dei deepfake e dei contenuti generati dall’IA, proponendo soluzioni basate su watermark che, però, mostrano limitazioni e sollevano questioni sulla loro efficacia.

Queste iniziative evidenziano un punto cruciale: la necessità di un approccio collaborativo e multidisciplinare per garantire l’integrità delle elezioni nell’era dell’AI. La combinazione di sforzi nel settore tecnologico, normativo e educativo appare indispensabile per navigare le acque turbolente della disinformazione digitale e proteggere i processi democratici.

Google combatte la Disinformazione Online durante le Elezioni

Con fino a 400 milioni di cittadini pronti a votare nelle Elezioni Parlamentari Europee di quest’anno, la qualità dell’informazione assume un ruolo cruciale. Google, in collaborazione con l’Istituto Universitario Europeo, noto per ospitare le iniziative censorie dell’UE ed ampiamente trattato nell’inchiesta sul Ministero della Verità, e la Fondazione Calouste Gulbenkian, la sede anglosassone esperta soprattutto di Cambiamento Climatico, ha organizzato il summit “Combattere la Disinformazione Online” a Bruxelles, riunendo esperti di vari settori per discutere di alfabetizzazione mediatica, coinvolgimento civico e misure contro la disinformazione nell’era dell’intelligenza artificiale (AI).

Strategie contro la Disinformazione

I fact checker svolgono un ruolo fondamentale nel contrastare la disinformazione e promuovere l’informazione di qualità. Google ha annunciato un contributo di 1,5 milioni di euro alla European Fact-Checking Standards Network (EFCSN) per lanciare Elections24Check, una coalizione di oltre 40 organizzazioni di news e fact checking che collaboreranno per verificare le informazioni relative alle Elezioni Parlamentari Europee. Questo progetto prevede la creazione di un database aperto di disinformazione elettorale, una risorsa preziosa per la ricerca e la verifica dei fatti a livello globale.

La tecnica del prebunking, che insegna al pubblico a riconoscere le tecniche comuni di manipolazione, è un altro strumento efficace. Google lancerà una campagna di prebunking prima delle Elezioni Parlamentari Europee per rafforzare l’alfabetizzazione mediatica attraverso brevi annunci video sui social in vari paesi europei.

Risorse per i Giornalisti e Empowerment dei Giovani Elettori

Nel periodo precedente alle elezioni di giugno, AFP fornirà risorse per i giornalisti per sensibilizzare sulla disinformazione e le azioni per contrastarla, tra cui una serie di brevi video e un corso online in più lingue.

Con l’abbassamento dell’età di voto a 16 anni in alcuni paesi europei, più giovani potranno partecipare al processo democratico. Google.org sosterrà quest’obiettivo con un finanziamento di 1 milione di dollari a ThinkYoung per organizzare hackathon guidati da giovani in tutta Europa, incentrati sul combattere la disinformazione e sviluppare soluzioni per le comunità meno servite.

Insights sulle tendenze di Ricerca

Per offrire una panoramica delle questioni e degli argomenti di interesse per gli elettori, Google lancerà un Hub di Tendenze di Ricerca per le Elezioni Parlamentari Europee, con dati a livello dell’UE e per paesi specifici. Un’imminente newsletter sulle Tendenze Elettorali di Google fornirà analisi approfondite basate sulle ricerche in vista delle elezioni.

Queste iniziative evidenziano l’impegno di Google nel ridurre la minaccia della disinformazione e promuovere informazioni affidabili, in collaborazione con governi, industrie e società civile.

Meta e la sfida dei Watermark nell’AI

Con l’arrivo della prima “elezione AI” nella storia degli Stati Uniti, Meta (la società madre di Facebook e Instagram) ha annunciato l’intenzione di etichettare i contenuti generati dall’IA creati tramite gli strumenti di intelligenza artificiale più popolari. Tuttavia, questo approccio presenta diverse debolezze, soprattutto perché funziona solo se i creatori di deepfake utilizzano strumenti che già includono watermark nei loro contenuti, il che non è comune tra gli strumenti generativi “open-source” non sicuri.

Problemi con i Watermark attuali

La maggior parte degli strumenti generativi “open-source” non produce watermark, rendendo inefficace l’approccio di Meta per i contenuti privi di queste marcature digitali. Anche se versioni future di questi strumenti dovessero includere watermark, le versioni precedenti, ancora in grado di produrre contenuti senza watermark, rimarranno accessibili.

Inoltre, è possibile aggirare facilmente il sistema di etichettatura di Meta anche utilizzando gli strumenti AI che dovrebbero essere coperti dall’iniziativa. La rimozione di un watermark da un’immagine generata con gli standard attuali può richiedere solo pochi secondi, compromettendo la promessa di Meta di etichettare le immagini generate dall’IA.

Soluzioni possibili

Una soluzione immediata potrebbe essere l’adozione di watermark “massimalmente indelebili”, che si integrano impercettibilmente nei pixel effettivi delle immagini o nelle onde sonore dell’audio. Questo approccio richiederebbe che i watermark fossero integrati in modo più profondo e meno rimovibile rispetto alle attuali tecniche basate sui metadati.

La politica potrebbe anche svolgere un ruolo chiave. Potrebbero essere necessarie leggi che obblighino tutti i prodotti di intelligenza artificiale generativa a incorporare watermark indelebili nelle loro immagini, audio, video e contenuti testuali, utilizzando le tecnologie più avanzate disponibili.

Necessità di standard e regolamentazioni

È fondamentale che organizzazioni come la C2PA, il National Institute of Standards and Technology e l’International Organization for Standardization accelerino lo sviluppo e il rilascio di standard per watermark indelebili e l’etichettatura dei contenuti in vista di leggi future che richiedono queste tecnologie.

Meta e altre aziende tecnologiche hanno un ruolo cruciale da svolgere nello sviluppo e nella condivisione di tecnologie in grado di rilevare i contenuti generati dall’IA, anche in assenza di marker invisibili. La cooperazione tra industria, governo e società civile sarà essenziale per affrontare le sfide poste dalla disinformazione nell’era dell’intelligenza artificiale.

Fact-checking positivo, ma fallace e potenzialmente pericoloso per la democrazia

Gli strumenti realizzati in favore del giornalismo moderno sono utili, ma c’è un problema alla base che contraddistingue il sistema di Fact Checking di Google ed è quello della non premialità della verità, bensì della narrazione. Non è un caso che più volte le organizzazioni di fact-checking ed i loro membri siano autori di smentite preventive a delle notizie che poi si dimostrano vere senza precisare gli errori messi in piedi dal meccanismo di verifica delle notizie. Sono tanti i casi registrati in passato sia sul Covid sia sul conflitto Russo Ucraino ed anche su questioni più piccole come dichiarazioni di politici estrapolate e manipolate.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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