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Inchieste

ESCLUSIVA – Software Spia nelle Procure: quando il vero complotto è frutto dell’incompetenza

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La trama sembra esserci tutta per comporre la sceneggiatura di un film di della generazione Sci-Fi, ma la verità sembra essere molto più semplice ed agghiacciante dal punto di vista della nostra nazionale. Da una indagine “interna” della Procura di Benevento, risulta che il spia utilizzato per effettuare le intercettazioni fosse installato anche su soggetti estranei ad indagini degli inquirenti e della Polizia Giudiziaria. Su 800 intercettazioni verificate al momento, 230 sembrano essere “destituite di mandato”. Ed infatti tra le accuse mosse nei confronti del titolare della , aggiudicatrice d'appalto per fornire la del software spia “Exodus”, risulta anche il reato di “intercettazione illegale”. Bisogna precisare senza polemica, che in alcuni casi le intercettazioni iniziano senza che ci siano le autorizzazioni scritte e che queste vengano prodotte successivamente e, forse, anche dimenticate di essere stilate per semplice errore umano.

Chi ha letto la vicenda non può non aver avuto un flashback della questione “Occhionero”. Sbucati dal nulla ed arrivati nel mondo che conta della , i due fratelli romani sono stati autori di una spystory davvero sconvolgente. Dipendenti, secondo contratti stipulati, anche del ministero del Tesoro Americano, gli Occhionero sono visibilmente cresciuti nel mondo della finanza che conta grazie ad un sistema di spionaggio che monitorava le conversazioni sensibili dei politici, ma soprattutto dei maggiori esponenti della finanza globale. Uno su tutti: Mario Draghi. Ascoltando le indiscrezioni, riuscivano ad inserirsi in tempo negli profittevoli del . Questa è stata ampiamente raccontata nel volume, La prigione dell'umanità dal Deep Web al 4.0 – le nuove carceri digitali, per evidenziare, con qualche anno di anticipo rispetto agli eventi verificatisi, il problema di competenze tra stati in materia di  . Perché tutto quello che gli Occhionero intercettavano, secondo l'accusa, andava a finire sui server negli Stati Uniti dove nessuno ha avuto ancora accesso e non sappiamo realmente cosa ci fosse di così sensibile su quei server.

Analogamente, in questa storia, sui server di negli Stati Uniti finivano le intercettazioni della Procura di Benevento in una piattaforma Cloud “general purpose” e quindi facilmente recuperabili da persone non autorizzate a consultare i files coperti da segreto istruttorio. Proprio la presenza del server in Oregon fa presagire la tipologia della piattaforma utilizzata per conservare i dati. Quando parliamo di contenuti, sia chiaro, stiamo descrivendo anche le intercettazioni afferenti ad indagini per mafia. Ed è qui che nasce l'altra ipotesi di reato come quella di accesso abusivo a piattaforma informatica.

Bene ha fatto la Procura di Napoli, titolare dell'indagine, a non avvalersi di consulenti esterni per motivi riferibili ad altre fughe di notizie ed è per questo che ha affidato ai ROS una operazione congiunta con la sezione crimini informatici della Guardia di Finanza e la Polizia Postale per “lavare i panni sporchi in famiglia”. Ma cosa c'è di realmente sporco in questa vicenda?

Un'altra cosa che, oltre alle responsabilità, pare debba essere chiarita, a frittata già fatta, è come e perché si sia affidata la gara a questa società. Perché in ambito informatico nessuno sa niente di questa grave falla ed è facilmente dimostrabile per un motivo in particolare. Se qualcuno ne fosse stato a conoscenza, i dati delle intercettazioni sarebbero già stati venduti a caro prezzo nei settori più oscuri della rete. Ed invece lo stupore che regna tra gli esperti del settore è proprio quello dell'incompetenza informatica con cui le Procure gestivano i loro processi di indagine tramite alcune società ad oggi sotto attenta verifica di indagine.

L'incompetenza dell'azienda aggiudicatrice ha generato un problema di natura nazionale, dove forse pochi e abili smanettoni sarebbero riusciti ad accedere a questi dati sensibili in silenzio. E quindi il problema risiederebbe tutto qui anche se giustamente ingigantito dal livello di sicurezza a cui i dati “non custoditi idoneamente” appartengono. E' chiaro che bisognerebbe anche comprendere se queste falle erano studiate apposta per rendere consultabili in tempo reale queste informazioni a una cerchia o a una “entità” interessata ad approvvigionarsene.

Inoltre, si può tranquillamente precisare, senza sminuire il che le Forze dell'Ordine stanno facendo in fase di indagine, che il processo di “cinturazione” degli 80TB è stato possibile perché i proprietari dell'utenza usavano il cloud come repository per le intercettazioni e davano l'accesso a richiesta. Cosi quando gli investigatori italiani hanno dovuto recuperare il “bottino” non hanno avuto bisogno di effettuare una rogatoria internazionale, che ha invece ostacolato le indagini italiane sugli Occhionero, perchè le credenziali erano già state messe a disposizione. Un altro problema adesso degli inquirenti sarà quello di capire se questa mole impressionante di dati sia stata replicata in qualche altra piattaforma “anomala” o semplicemente di Backup.

Viste le premesse, il danno con buone probabilità sarà minore del previsto perché, da come sta emergendo la vicenda e sembrerebbe che la rete su Amazon Web Services fosse un colabrodo, ma non è proprio così visto che, in questo caso, le credenziali sono state date a molti e questo ha reso il sistema fragile. Inoltre, ci sarebbe da considerare l'ipotesi che il malware avesse le credenziali per scaricare i dati su AWS “cablate”, inserite nel malware Exodus praticamente, e questo ha consentito all' NEX di reversare (decifrare) il codice del software malevolo utilizzato da molte Procure italiane. In questa storia di spionaggio che potrebbe portare a pensare ad un grande complotto ordito ai danni del Sistema Giustizia Italiano, risulta che, almeno per questa volta, sia tutto figlio di quella grande madre che aleggia nel Bel Paese con grandi ramificazioni nella : l'incompetenza.

La cosa ancora più preoccupante in questi giorni, dal punto di vista di chi scrive, è la risposta che il Paese vuole dare sul fronte della Cybersecurity nostrana. Condividiamo le strategie del Patto Atlantico e viviamo quotidianamente una una esperienza interessante di Nuovo Ordine Mondiale nel contrasto al crimine informatico con gli altri paesi, ma contemporaneamente abbiamo aperto in pompa magna un centro della ZTE, compagnia ipertecnologica di proprietà del Governo cinese, come fonte di tutela del nostro spazio cibernetico così come dichiarato dai rappresentanti in materia della governance italiana.

E i nostri Servitori dello Stato cosa pensano visto che a breve non solo saranno monitorati dall'ONU, ma anche spiati dai Cinesi?

E la competenza italiana?

Continuerà a morire, questo è sicuro.

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Inchieste

Fuga attraverso il confine: vuole la pace, ripudia la guerra e dice addio all’Ucraina

Tempo di lettura: 4 minuti. Nonostante le difficoltà, l’autore di un post su Facebook è riuscito a superare il confine nuotando attraverso il fiume Dnestr, dimostrando che con determinazione e coraggio, è possibile affrontare e superare anche le sfide più difficili.

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La situazione in è critica, e per molti, la decisione di lasciare il paese è l'unica opzione rimasta per preservare la propria e benessere. Nonostante le difficoltà e i rischi, attraversare il fiume Dnestr a nuoto è un metodo che alcuni stanno adottando nella speranza di trovare sicurezza e stabilità altrove. C'è chi ha avuto il coraggio di rischiare la vita ed ha pubblicato un post su una volta arrivato senza comunicarlo ad amici o parenti sia perché non voleva dare ulteriori preoccupazioni, sia perché c'è tanta paura in Ucraina tra la popolazione maschile intrappolata da un divieto di legge marziale ed un esercito motivato ed autorizzato ad usare il pugno duro pur di far rispettare le regole nel paese.

Una foto dall'Ucraina che dimostra la necessità di carne da cannone

Una fonte sul posto, impaurita di essere chiamata a combattere, ci ha inviato una foto inequivocabile dalla parte occidentale dell'Ucraina dove c'è un manifesto pubblicitario stradale del battaglione Azov sempre più decimato dalle perdite sul campo di battaglia e sempre più collegato a rituali di origine celtica che ricordano l'appoggio storico degli ucraini al nazismo, all'olocausto ed allo spirito antisovietico.

Il post su Facebook della fuga dalla guerra

“È tempo di decisioni difficili. Negli ultimi diciotto mesi, l'idea di lasciare il paese è stata una costante riflessione, sperando che la situazione in Ucraina migliorasse. Tuttavia, con l'arrivo del 2023, le speranze di pace iniziano a svanire, e l'estate ha confermato che il conflitto militare durerà per anni”.

La decisione di partire

Vivere in condizioni di emergenza militare, sotto bombardamenti e con un coprifuoco, ha un impatto significativo sulla psiche. In tale situazione, è difficile vivere a lungo. Di conseguenza, è maturata la decisione di lasciare l'Ucraina, probabilmente per molti anni.

La fuga attraverso il fiume Dnestr

A causa del divieto di uscita per gli uomini sotto i 60 anni, l'unico modo per lasciare il paese è attraversare illegalmente il confine. La decisione è stata quella di attraversare il fiume di confine Dnestr a nuoto, una missione riuscita con successo.

Il viaggio

Dopo essere arrivato il più vicino possibile al confine con i mezzi pubblici, un taxi è stato preso per raggiungere un'area remota, seguita da una camminata verso e lungo la riva. Poi, semplicemente, si è entrati in acqua e si è nuotato attraverso, completamente vestiti e senza alcun bagaglio.

La traversata del Dnestr

Nonostante il successo, nuotare attraverso il fiume non è facile e c'è il rischio di annegamento. Questo metodo di attraversamento del confine è imprevedibile e rischioso, motivo per cui molti preferiscono attraversare campi o foreste. Il Dnestr è un fiume abbastanza largo, circa 200 metri, e in quel luogo, il passaggio è ostacolato da numerose alghe, che si estendono dal fondo fino alla superficie dell'acqua. Queste alghe avvolgono braccia, gambe e corpo, rendendo difficile avanzare rapidamente. Nel mezzo del fiume, l'acqua è libera dalle alghe, ma c'è una forte corrente che spinge lateralmente. Nuotare in queste condizioni, vestiti e con un sacchetto di documenti, soldi e telefono in mano, è una sfida. L'acqua a settembre è fredda, ma sopportabile.

Il rischio di annegamento

Il rischio di annegamento è alto, soprattutto per coloro che non sanno nuotare bene o sono fisicamente deboli. Non c'è nessuno a prestare soccorso in caso di problemi, e bisogna fare affidamento completamente sulle proprie forze. Durante la traversata, l'autore si ferma per un momento, guardando indietro verso l'Ucraina e realizzando di trovarsi esattamente a metà strada tra e pace, morte e vita, sventura e felicità. Questa realizzazione gli dà la forza di continuare a nuotare verso la salvezza.

L'arrivo in Moldavia

Una volta raggiunta la Moldavia, l'autore emerge dall'acqua inosservato, accolti solo dalle mucche al pascolo. Dopo essersi riposato tra i cespugli, prosegue a piedi verso un villaggio vicino, con i vestiti che si asciugano direttamente sul corpo.

La decisione di andare da solo e in silenzio

L'autore ha deciso di attraversare il confine da solo, senza l'aiuto di guide o l'acquisto di documenti falsi, nonostante i rischi e le difficoltà. Ha pianificato il viaggio studiando la zona su mappe e immagini satellitari, e ha organizzato la logistica per raggiungere il luogo di attraversamento e uscire dalla Moldavia. Non ha informato nessuno dei suoi piani, per evitare di far preoccupare amici e familiari. Solo una volta raggiunto l'altro lato del fiume, ha contattato i suoi cari per informarli del suo successo.

Il cammino continua

Dopo aver attraversato il villaggio a piedi, l'autore si dirige verso la strada principale. Fortunatamente, il sole moldavo lo asciuga durante il tragitto. Senza denaro moldavo per l'autobus, fa autostop. Un contadino locale lo porta silenziosamente più vicino alla strada principale senza fare domande.

Incontro con un pensionato moldavo

Sulla strada principale, un tipico pensionato moldavo lo raccoglie, credendolo un locale. Durante il viaggio, il pensionato lamenta il governo, la presidente Sandu, e l'ingiustizia economica, specialmente il costo elevato per l'ispezione del suo vecchio veicolo. L'autore ascolta in silenzio, riflettendo sulla relativa banalità di questi problemi rispetto a quelli lasciati alle spalle in Ucraina. Arrivato nella prima città lungo la strada, l'autore cambia i suoi soldi ucraini in lei moldavi. Acquista una nuova maglietta, del pane e beve un litro d'acqua, godendo la semplicità di questi piaceri dopo il suo viaggio senza cibo o acqua. Continua il suo viaggio verso la capitale, Chișinău, riflettendo sulla sua rinascita simbolica attraverso la traversata del fiume. L'autore conclude riconoscendo l'incertezza del futuro. Non ha piani a lungo termine o una destinazione fissa, ma è contento di aver fatto il primo passo verso una nuova vita di pace.

“Tra autostop e riflessioni, l'autore prosegue il suo viaggio in Moldavia, accogliendo la nuova vita con speranza nonostante l'incertezza del futuro.”

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Inchieste

La CIA sotto accusa aiutata da NewsGuard nella narrazione sull’origine del COVID-19

Tempo di lettura: 2 minuti. La CIA e NewsGuard sotto accusa: nuove rivelazioni sollevano dubbi sulla narrazione ufficiale dell’origine del COVID-19.

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In una recente rivelazione che potrebbe gettare nuova luce sull'origine della pandemia di COVID-19, un alto ufficiale della CIA ha accusato l'agenzia di aver tentato di manipolare le testimonianze di alcuni analisti per sostenere la teoria della trasmissione del virus dagli animali agli esseri umani, piuttosto che dalla fuga da un laboratorio a Wuhan, in . Questa accusa, riportata dal New York Post, è stata confermata da una lettera inviata al direttore della CIA, William Burns, e ha sollevato nuove domande sulla credibilità delle informazioni fornite dall'agenzia.

Il ruolo di NewsGuard

In questo contesto, è importante sottolineare il ruolo svolto da NewsGuard, una che si occupa di monitorare e valutare la veridicità delle notizie pubblicate online. Secondo una condotta da Matrice , NewsGuard ha avuto un ruolo significativo nell'avallare la narrazione ufficiale sull'origine del virus, etichettando come false le notizie che sostenevano la teoria della creazione artificiale del virus nei laboratori di Wuhan.

Critiche e controversie

La redazione di Matrice Digitale ha criticato aspramente l'approccio di NewsGuard, accusandola di aver creato una lista di proscrizione delle testate giornalistiche che diffondevano notizie contrarie alla narrazione ufficiale, e di aver ignorato altre informazioni false e fuorvianti circolate in merito alla pandemia. Questa situazione ha sollevato gravi preoccupazioni riguardo alla libertà di espressione e al diritto all', con Matrice Digitale che sottolinea la necessità di una maggiore trasparenza e responsabilità da parte delle agenzie di controllo delle notizie.

Questioni politiche e di credibilità

L'inchiesta di Matrice Digitale mette in luce anche le divergenze tra le narrazioni politiche negli Stati Uniti riguardo all'origine del virus, con il Partito Democratico che sostiene la teoria della trasmissione zoonotica, mentre il Partito Repubblicano sospetta una creazione artificiale del virus nei laboratori di Wuhan. In questo scenario, la credibilità di NewsGuard viene messa in discussione, con accuse di favoritismo politico e mancanza di obiettività nella valutazione delle notizie.

In conclusione, le recenti rivelazioni sulla possibile manipolazione delle informazioni da parte della CIA, insieme alle critiche mosse a NewsGuard, sollevano seri dubbi sulla veridicità delle informazioni circolate finora riguardo all'origine del COVID-19. È evidente che la questione richiede ulteriori indagini e una maggiore trasparenza da parte delle agenzie coinvolte. Prima della CIA, anche dall'FBI erano giunte indiscrezioni sull'origine artificiale del virus.

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Inchieste

Vinted, come ottenere merce e rimborso: “il tuo capo è falso”

Tempo di lettura: 2 minuti. Una lettrice condivide la sua esperienza di truffa su Vinted, evidenziando i rischi delle vendite online e la necessità di maggiore protezione per gli utenti.

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Le truffe online sono in aumento, e le piattaforme di vendita tra privati come Vinted diventano spesso il terreno di gioco per chi cerca di ingannare. Una lettrice ha deciso di condividere con noi la sua esperienza, sperando di mettere in guardia altri e partecipando attivamente allo spirito di che Matrice ha nei confronti dei lettori e della Pubblica Autorità.

La truffa in dettaglio

Dopo aver messo in vendita una sciarpa autentica di Louis Vuitton, la nostra lettrice ha inviato l'articolo a un'acquirente in . Nonostante avesse fornito prove fotografiche dell'autenticità, l'acquirente ha sostenuto che l'articolo fosse falso, ottenendo un rimborso e trattenendo la sciarpa. La foto dell'acquirente sia da monito per evitare di vendere merce senza ottenere soldi e reso.

La piattaforma Vinted e la sua risposta

Nonostante i numerosi tentativi di contatto, Vinted ha risposto una sola volta, sottolineando la sua contro la vendita di falsi. Successivamente, ogni tentativo di è stato ignorato, e l'acquirente ha bloccato la nostra lettrice che continua a mandare tre messaggi al giorno di media all'assistenza dell'azienda intermediaria già nota per essere terreno fertile di truffe ai danni di compratori e venditori onesti.

Un modus operandi diffuso

La online ha rivelato che molti altri utenti hanno subito truffe simili su Vinted. Dichiarare un prodotto come “falso” sembra essere una tattica comune tra i truffatori. Sia chiaro, il lettore non prenda questa strategia come consiglio, ma duole segnalare che è un dato di fatto. Un capo rotto è stato anche oggetto di un'altra truffa simile già raccontata dalla redazione.

L'inerzia delle autorità

La vittima ha cercato aiuto presso la Polizia Postale e la Guardia di . Tuttavia, le mani delle autorità erano legate a causa della residenza estera sia di Vinted che dell'acquirente.

Il prezzo della giustizia

La nostra lettrice ha valutato anche una opzione legale, ma i costi proibitivi di una causa internazionale hanno reso questa strada impraticabile. Lo stesso motivo che ha fatto desistere Matrice Digitale dal fare una causa a Google dopo l'ingiustificato ban del suo canale YouTube

Riflessioni finali

Questa testimonianza evidenzia la necessità per le piattaforme come Vinted di adottare misure più rigorose per proteggere i propri utenti. Nel frattempo, è fondamentale che gli utenti siano sempre vigili e informati quando operano online: il passa parola non sulle abitudini da osservare, bensì sulle truffe del momento, è fondamentale per anticipare le mosse dei criminali. Ecco tutte le inchieste su Vinted realizzate da Matrice Digitale: i prossimi potreste essere voi.

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