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Il nuovo Warren Buffet è una lavatrice del Partito Democratico americano?

Tempo di lettura: 4 minuti. 25 anni gestisce la piattaforma di trading più interessante nel campo delle criptovalute. Poi si scopre che mamma e papà sono due pezzi grossi e che dietro il finanziamento da 30 miliardi c’è un rapporto di sudditanza con il PD di Biden

Tempo di lettura: 4 minuti.

Il fallimento di FTX sembrerebbe essere stato dimenticato dal mondo della finanza che conta e soprattutto dal mondo dell’informazione che non ha badato molto a fare da cassa di risonanza ai retroscena di una notizia dove son ostati bruciati 30 miliardi di dollari, di cui una parte spariti spariti nel nulla tra un attacco hacker e un bonifico di criptovalute. Il giornalista Panetta ha pubblicato nei giorni precedenti la locandina di un meeting dove sarebbero intervenuti allo stesso panel sia il fondatore di FTX, Bankman Fried sia velo Zelensky, ed apre una riflessione su un presunto collegamento che intercorre tra finanza, media e politica.

Come già descritto in precedenza, il modello di Bankman Fried è essenzialmente un classico di una sfera dell’imprenditoria che negli anni ha sfornato geni dal nulla definendoli signor nessuno e non ci si è mai concentrati sull’indagare o meno sulla sussistenza delle qualità che venivano proposte al pubblico con appellativi di “visionario” “genio” “nuovo Buffet”. Nei momenti di difficoltà, quando si aggiungono guai su guai per coloro che sono nell’occhio del ciclone, si scopre, almeno noi di matrice digitale, che Sam Bankman Fried non è assolutamente figlio di nessuno e bastava andare sulla sua pagina di Wikipedia per scoprire di essere addirittura uno uno dei maggiori finanziatori del Partito Democratico americano.

Non è passato in secondo piano nemmeno il fatto che la piattaforma di commercio di trading più famosa d’America, tanto da essere creata dal nulla come sostengono in molti, abbia inviato 40 milioni di dollari in criptovalute in direzione Ucraina di Zelensky dall’inizio della guerra. L’approccio filantropico nei confronti di progetti a in direzione della società globale portatrice di diritti civili universali trova una singolare coincidenza tra i donatori del Partito Democratico statunitense promotore di un’agenda che vira verso quella direzione. Anche George Soros è il primo sovvenzionatore del glorioso Partito di Obama e Clinton ed è il primo che ha scommesso su attività simili. Cosa ancora più interessante della vicenda è che nell’America dove le lobby sono dichiarate, poche volte o quasi mai è emerso un collegamento di sangue tra Bankman Fried ed Elena Fried: madre ed attivissima politica del partito democratico di cui è cofondatrice dell’organizzazione per la raccolta di fondi politici Mind the Gap, che si occupa di sostenere i candidati del Partito Democratico e di finanziare i gruppi per il voto. Seppur seguire i soldi non è stato mai così facile ed è singolare che in pochi abbiano gettato ombre non solo sulle attività di finanziamento del PD, bensì anche su eventuali coperture messe in atto per generare un buco miliardario così enorme, quanto improvviso, a cui presumibilmente si sarebbe aggiunta anche la crisi del settore delle criptovalute dell’ultimo periodo, così come emergono ancora una volta ombre dubbi e sospetti sull’attività internazionale del PD statunitense nel territorio europeo con maggiore interesse verso l’ucraina devastata dalla guerra con la Russia, armata da un interesse morboso degli Stati Uniti d’America sul caso.

Dinanzi ad una occasione colpa di coincidenze si apre un terreno fertile anche di notizie borderline che andrebbero verificate con molta calma e riguardano quello che è stato definito come il Warren Buffett delle nuove generazioni, sospettato di essere il tramite delle attività di riciclaggio internazionale su cui lo stesso Biden in passato è stato accusato, soprattutto per il conflitto di interessi diretto in Ucraina. In più c’è da aggiungere che il buon Sam Bankman Fried in questo preciso momento non riesce a trovare pace sapendo che molto probabilmente Binance metterà in piedi dei progetti di liquidità che serviranno a rilevare attività di questo tipo e di questo genere.

Alla luce di queste informazioni che stanno emergendo, risulta difficile non immaginare una connessione tra le elezioni statunitensi del 2020, i finanziamenti alla guerra in Ucraina, le aderenze utili a garantire le coperture di un finanziamento così enorme che ha portato il record per un singolo imprenditore di perdere il 95% della sua ricchezza in un solo giorno che ci siamo trovati ad affrontare un’attività molto spinosa che in altri tempi sarebbe stata anche seguita da un allarme rosso diramato dalle forze di polizia internazionale. Perché più volte è stata sottolineata la capacità delle criptovalute di riciclare soldi e denari sporchi, più volte sono stati denunciati degli acquisti di armi paralleli o degli affidamenti da parte dell’esercito Ucraino in favore della criminalità organizzata locale, mai nessuno che abbia effettivamente acceso un riflettore sui rapporti politici tra il Partito Democratico, la famiglia Biden ed il premier ucraino Zelensky.

Le componenti di una spy story esistono tutte e ci sono già storicamente dei precedenti che risalgono addirittura al periodo in cui Trump fu accusato di impeachment nei confronti di un tradimento avvenuto nel corso della manipolazione dei bot russi sulle elezioni statunitensi, così come stanno emergendo nuovi dettagli in rete che addirittura associano alla figura del banchiere figlio di una politica e di un noto avvocato statunitense che sembrerebbe addirittura di essere un amante della vita dissoluta e che avrebbe ostentato anche delle preferenze di apprezzamento nei confronti dei minori. Su quest’ultima parte è doveroso precisare che sembrerebbe la solita classica ricostruzione con la regia dei qanon ed è per questo che non bisognerebbe dare adito a questa tipologia di informazioni visto che, con la buona pace di eventuali abusi sui minori, un fallimento da 30 miliardi di dollari ed un invio di soldi, di cui non si sa ancora come sono stati spesi e che fine hanno fatto in un paese altamente corrotto nel pieno di una guerra che alla base ha mostrato dei conflitti di interessi del presidente degli Stati Uniti d’America e quel luogo geografico , la notizia importante sembrerebbe essere questa e capire se i repubblicani riusciranno a ricavare qualche informazione sicuramente rilevante dal punto di vista giuridico. Chi ha il ruolo di informare avrebbe dovuto farlo a tempo debito e non quando più di un milione di utenti hanno visto svanire i loro risparmi nel nulla con il sospetto di aver finanziato attività illecite in Ucraina o nella migliore delle ipotesi candidati di un partito che mai avrebbero votato o per un’idea politica diversa o perché essenzialmente non avrebbero potuto votarlo per motivi di residenza geografica.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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