Piracy Shield, Capitanio in trappola: AGCom tutela cittadini o imprese?

da Livio Varriale
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L’inchiesta di Matrice Digitale #️⃣ su Piracy Shield ha colpito nel segno un’altra volta e lo ha fatto tendendo un tranello al lettore, spesso munito di una cultura informatica medio alta fino a raggiungere vette accademiche, ma anche al Commissario Capitanio che legittimamente non ha risposto alla richiesta di un’intervista da parte della Redazione.

Nota dell’editore

Premesso che quanto scritto come opinioni a margine delle inchieste, soprattutto circa le polemiche sterili che ci sono state contro la piattaforma con addirittura pareri dall’alto della autorevolezza accademica che ne chiedono l’immediato spegnimento, lo sottoscriviamo e confermiamo che il progetto si fonda su un valido motivo: provare a contrastare l’atavico fenomeno della pirateria online, ma c’è qualcosa che non torna nell’attività dell’Agcom sulla vicenda.

Piracy Shield rompe Internet? Diteci quando

Poggiando l’orecchio a terra nel settore dell’Information Technology, del service providing e nelle sezioni underground degli esperti informatici, non solo si parla di un codice scritto con i piedi secondo alcuni professionisti, ma addirittura di una iniziativa che facilmente può essere aggirata e che potrebbe portare alla rottura della rete Internet. Visto che si annuncia un evento così catastrofico, chi diffonde queste teorie fondate su un calcolo matematico, avrebbe dovuto prevedere anche il quando. Magari sommando le giornate rimanenti alla fine del campionato, o includendo anche quelle del campionato successivo, ed il ritmo di blocco degli IP, a maggior ragione che sono limitati, che la piattaforma ha di media, altrimenti, di autorevolezza c’è solo il pulpito da cui provengono messaggi catastrofici.

I dubbi dei sostenitori della piattaforma

Ci sono invece pareri negli stessi ambienti che sembrano disinteressati alla questione tecnica perché facilmente risolvibile e che danno il merito a Piracy Shield di essere uno strumento che, se adottato in una scala più istituzionale in termini di espansione globale, può essere un buon deterrente al fenomeno della pirateria e ad altri crimini che vengono commessi in rete. Proprio quello che c’è di buono nella piattaforma nasconde, secondo i suoi sostenitori, non solo il rischio che possa diventare uno strumento, volontario o involontario, di censura mal gestito, ma che rappresenti semplicemente un assist al sistema calcio che perde migliaia di posti di lavoro per colpa della pirateria secondo la ricostruzione di AGcom e delle associazioni di settore che ne hanno motivato l’attuazione a livello governativo.

Il burocrate Capitanio è stato messo alla prova

Proprio su quest’ultimo punto, le inchieste di Matrice Digitale redatte su Piracy Shield sono in realtà state molto caute ed hanno avallato le forti preoccupazioni dell’ambiente tanto da porre la testata non solo in un approccio analitico, ma anche propositivo quando si è suggerito di “convertire le tanto discusse multe agli utenti in bonus cultura per poter trasformare i pezzotti in contratti legittimi con i detentori dei diritti TV che forniscono lo streaming delle partite di calcio e di altri contenuti”.

Massimo Capitanio - AgCom
Massimiliano Capitanio – AgCom

Nonostante si sia chiesto un parere a Capitanio, la risposta tarda ad arrivare ed è qui che casca l’asino: i gestori dei pacchetti sportivi via streaming hanno annunciato che alzeranno i prezzi delle loro offerte per quel che concerne lo sport. Matrice Digitale non solo sta aspettando il blocco di Internet annunciato da finti attivisti che confondono l’etica alla moralità della Rete, già pesati più volte in questi cinque anni, ma proprio perché ci tiene nell’osservare quanto scritto nel manifesto della testata, ravvede in fatto che il provvedimento dell’AGCom comprenda bastonate ad un sistema criminale che va ad impoverire il sistema calcio su cui ci sarebbe molto da raccontare sul suo mondo speculativo, finanziario ed allo stesso tempo poco sportivo come emerso in alcuni casi eclatanti. Non c’è stata e non ci sarà nessuna carota per quelli che gli stessi ambienti politici da cui proviene Capitanio definiscono “abusi o reati di necessità“.

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L’indirizzo politico dell’AGCom

Perché è innegabile che in un contesto socio politico dove l’inflazione divora la capacità della spesa del piatto a tavola e rende ostica per molti la sottoscrizione degli abbonamenti alla classe media da parte più soggetti, la criminalità trova delle facili prede. Sorprende quindi che, dinanzi a un momento di festa da parte dell’Istituzione italiana deputata alla cura del settore degli operatori della comunicazione del nostro paese, la stessa consenta al mercato di aumentare i prezzi quando persegue i cittadini che non operano in piena legittimità e non esclusivamente per propensione al crimine, ma anche per necessità. La domanda che sorge spontanea a questo punto e se l’Autorità Garante faccia l’interesse del mercato con il fine di tutelare i cittadini-consumatori in cui esercita il suo potere, garantendogli un minimo accesso ad un settore come quello calcistico che rappresenta un pezzo culturale del paese, oppure sia soggetta o addirittura interessata, e questo sospetto diventa legittimo allo stato attuale, nel favorire indistintamente i player del mercato tralasciando le questioni sociali?

Non sappiamo se Capitanio Risponderà come ha già fatto a distanza su altri concetti espressi dall’inchiesta di Matrice Digitale #️⃣, ma se prima trovava dei forti sostenitori nell’ala moderata e politica del settore informatico, dopo l’annuncio degli aumenti di prezzo dei pacchetti streaming dello sport italiano, resterà sicuramente più solo e comunicativamente, politicamente parlando si precisa, al servizio della lobby del Calcio.

Se non dovesse provvedere ad andare incontro anche ai consumatori onesti che vivono l’aumento dell’inflazione dovuto anche ad una responsabilità politica del governo di cui fa parte, Capitanio avrà fallito nel suo incarico di rappresentante dell’esecutivo svolgendo un’attività meramente parlamentare che spesso coincide con quella degli Stakeholders: portatore di interessi particolari e non pubblici.

La palla adesso passa all’Autorità Garante delle Comunicazioni italiana per dimostrare quale concetto applica alla sua governance:

un potere nelle mani del Mercato oppure un potere a garanzia del mercato in rappresentanza dei diritti dei cittadini

Si può anche come

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