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X scoperchia “loschi affari” della Commissione Europea nel Chat Control

Tempo di lettura: 5 minuti. Per il bene dei bambini, la Commissione Europea va a carrarmato sulla legge del Chat Control che preoccupa il mondo delle associazioni per i diritti umani.

Tempo di lettura: 5 minuti.

Ylva Johansson è la potente Commissaria Europea agli Affari Interni a cui spetta anche la materia della sicurezza. In virtù di questa competenza, attraverso lo slogan “per il bene dei bambini”, sta facendo pressione in Europa per portare a compimento la legge contro il CSAM che comprende la possibilità di spiare tutte le conversazioni promettendo di non intaccare la crittografia dei dispositivi.

Nel tweet pubblicato dove fa un appello video, simile a quelli fallaci della Von der Leyen nei mesi precedenti che si sono rivelati dei boomerang in termini di comunicazione istituzionale, la Commissaria Europea viene verificata dalle Community Notes di X che danno l’opportunità agli utenti di verificare qualsiasi post inserendo delle note che a loro volta sono rimesse al giudizio della collettività.

Un sistema di Fact-Checking immediato nel quale la cabina di regia non è di tipo governativo come approvato dal Digital Services Act, ma si avvale di inchieste giornalistiche e di fonti in rete che provengono da ricerche accademiche e media più o meno conosciuti.

Eppure il volto da “nonnina” che si prende cura di tutti i nipoti dello Spazio Europeo è in realtà utilizzato per distogliere il problema più grande e l’interrogativo che da sempre ricorre anche per la sopravvivenza del Dark Web come strumento anonimo:

Giusto rinunciare all’anonimato ed alla privacy per un interesse più grande?

Chat Control cosa è ?

La proposta della Commissione europea per combattere gli abusi sessuali sui minori potrebbe portare alla creazione di uno dei più sofisticati apparati di sorveglianza di massa al di fuori della Cina. Questa scansione CSAM potrebbe avere gravi ripercussioni sulla privacy e sulla sicurezza informatica in Europa.

Le argomentazioni della Commissione

La Commissione europea ha presentato tre argomentazioni principali a favore della scansione CSAM:

  1. Uno su cinque: La Commissione sostiene che un bambino su cinque nell’UE subirebbe abusi sessuali. Tuttavia, non esistono statistiche concrete a sostegno di questa affermazione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che il 9,6% dei bambini nel mondo subisca abusi sessuali, una cifra basata su analisi di indagini comunitarie.
  2. Sorveglianza basata sull’IA: La Commissione afferma che la sorveglianza basata sull’intelligenza artificiale non danneggerebbe il nostro diritto alla privacy e potrebbe salvare i bambini. Tuttavia, la maggior parte degli abusi avviene da parte di individui conosciuti dalla vittima, rendendo dubbia l’efficacia di una sorveglianza di massa in questo contesto.
  3. CSAM su server europei: La Commissione sostiene che il 90% del CSAM è ospitato su server europei. Ma questa affermazione è stata messa in discussione da esperti del settore.

Le inchieste a supporto

Una persona qualsiasi, vedendo il volto della Johansson, non penserebbe mai che nella sua proposta figurano enormi conflitti di interessi così come emerso dalle Community notes a margine dello spot dove chiede di fidarsi della sua proposta perchè è per il bene dei bambini, ma senza aggiungere la limitazione della privacy.

Dichiarazioni Controverse

La Commissione ha citato Meta e il prodotto commerciale Safer di Thorn come fonti dei dati sulla precisione. Thorn ha dichiarato che i loro “ultimi test” mostrano un tasso di precisione del 99%. Tuttavia, Reda ha sottolineato che senza conoscere i dati esatti del test, tali affermazioni sono tecnicamente insensate.

Reda ha anche espresso preoccupazione per il potenziale numero elevato di falsi positivi, dato che la percentuale di contenuti CSAM su tutti i servizi di messaggistica è probabilmente molto bassa. Questo solleva preoccupazioni sul fatto che messaggi innocui e contenuti personali possano essere erroneamente identificati come pedopornografici.

Interessi commerciali mascherati con la Commissaria che vuole salvare i bambini

È emerso che sotto pretesto di essere organizzazioni di difesa, gruppi di lobby hanno speso milioni per influenzare la questione del Chat Control. Queste organizzazioni hanno avuto accesso diretto a figure chiave all’interno delle istituzioni europee, tra cui la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e i commissari Johansson, Vestager, Schinas e Breton. Thorn, un’organizzazione americana, ha un interesse commerciale significativo nella vendita del suo software per tracciare contenuti illegali. La loro influenza si estende ben oltre la vendita di software. Hanno stabilito connessioni dirette con figure chiave all’interno dell’UE, tra cui Ylva Johansson, e hanno speso somme significative per promuovere il Chat Control attraverso società di lobbying e fondazioni come WeProtect Global Alliance. È stato rivelato che l’UE ha convogliato milioni di euro di denaro dei contribuenti a WeProtect. Antonio Labrador Jimenez, uno degli alti funzionari della Commissione europea, siede nel consiglio di amministrazione di WeProtect e ha svolto un ruolo chiave nello sviluppo della proposta della Commissione europea sul Chat Control. Queste connessioni sollevano domande sulla trasparenza e l’integrità del processo decisionale all’interno dell’UE.

Estensione dello scopo del Chat Control

Un incontro tra la direzione generale di Johansson e Europol ha rivelato che c’era un interesse nell’estendere lo scopo del Chat Control oltre la lotta contro il CSAM. Questa rivelazione solleva preoccupazioni sulle potenziali violazioni dei diritti umani fondamentali, come stabilito dalla Corte di giustizia dell’Unione europea.

Ed è proprio questo aspetto ad aver preoccupato il fronte dei diritti umani che in Europa lavora a stretto contatto con la Commissione e vanta una ricca rete di influenza nella stampa attraverso fondazioni come la Open Society che attraverso il suo House Organ, Euractiv, non nasconde preoccupazioni per tutti coloro impegnati attivamente nella lotta ai regimi.

La scienza non è allineata sulla decisione

Con una lettera aperta del 31 luglio 2023, più di 300 ricercatori e accademici di sicurezza di tutto il mondo hanno lanciato un avvertimento contro le misure proposte nella Regolamentazione dell’Abuso Sessuale su Minori (CSAR) dell’UE. Questi esperti sottolineano gli effetti collaterali dannosi della scansione su larga scala delle comunicazioni online, che potrebbero avere un effetto paralizzante sulla società e influenzare negativamente le democrazie.

Dettagli della lettera aperta

Il 4 luglio 2023, una lettera aperta firmata da oltre 300 scienziati di tutto il mondo è stata inviata ai legislatori dell’UE. Questa lettera mette in guardia i decisori contro la proposta di regolamentazione CSA, citando gli effetti collaterali dannosi della scansione su larga scala delle comunicazioni online. Gli esperti sostengono che procedere con questa legge, nonostante tali avvertimenti, dimostrerebbe una totale mancanza di considerazione per le evidenze scientifiche.

Tre motivi chiave contro la proposta

Gli accademici e i ricercatori hanno evidenziato tre ragioni principali per non procedere con questa legge:

  1. Tecnologie di Rilevamento: Le tecnologie che potrebbero essere utilizzate per la scansione delle comunicazioni online sono difettose e vulnerabili agli attacchi.
  2. Implicazioni Pericolose della Criptazione End-to-End: La criptazione end-to-end è l’unico strumento che abbiamo per proteggere i nostri dati negli spazi digitali. La proposta potrebbe indebolire questa protezione essenziale.
  3. Dubbi sull’Effettiva Efficacia: Ci sono gravi dubbi sull’efficacia delle tecnologie imposte da questa regolamentazione. Questo potrebbe permettere ai colpevoli di evitare il rilevamento e spostarsi su piattaforme diverse.

Queste preoccupazioni sono in linea con quelle già espresse da oltre 133 organizzazioni della società civile, per la privacy e i diritti digitali, attori dell’industria tecnologica e esperti istituzionali dell’UE, tra cui avvocati responsabili di consulenza ai governi degli Stati membri dell’UE, la principale autorità di protezione dei dati del blocco, uno studio del Parlamento Europeo e il Consiglio di Controllo della stessa Commissione Europea.

La pericolosità della piattaforma di Musk

In un contesto globale dove anche lo spazio dei motori di ricerca tende a restringersi per volere dei nuovi dispositivi di legge come il Codice di condotta dell’informazione, il DMA ed il DSA, X rischierebbe di essere l’unica piattaforma che potrebbe dare spazio a contenuti giornalistici considerati come pericolo per la sicurezza nazionale.

Aspetto fondamentale è comprendere quanto durerà la possibilità per Musk di essere operativo con questa linea editoriale se poi verrà costretto a lasciare lo spazio europeo perchè in palese contrasto con le norme della Commissione che già ha preparato materiale a supporto di una contestazione formale.

La risposta della Johansson

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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