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YouTube demonetizza guerra, ma la promuove guadagnandoci

Tempo di lettura: 2 minuti. Google toglie soldi agli editori che parlano di guerra, ma accetta investitori pubblicitari che la promuovono, guadagnandoci.

Tempo di lettura: 2 minuti.

Google è sempre stata chiara da quando è scoppiata la guerra: demonetizzazione dei contenuti che propongono informazioni sul conflitto ucraino. Al netto del fatto che non sappiamo se i circuiti pubblicitari di AdSense tolgano soldi a prescindere a tutte le piattaforme di informazione e testate giornalistiche. C’è un altro mondo infatti che partirà a breve ed è quello delle certificazioni alle quali Google dovrà sottostare per non andare contro le leggi europee che intimano la sospensione delle piattaforme se non rimuovono i contenuti di disinformazione valutati da sovrastrutture preposte a segnalare eventuali storture.

L’aspetto della demonetizzazione sulla guerra apre uno scenario agghiacciante per chi crede nella libertà di informazione e nella pluralità, ma è singolare che a rimuovere i contenuti dai Social arrivando addirittura a togliere i soldi sia a testate giornalistiche registrate presso tribunali sia agli investitori pubblicitari a causa di coloro che cliccheranno sui banner presenti nelle pagine “a rischio”, è la stessa società che accetta invece sponsorizzazioni da chi fa business sui fondi per la difesa.

Il caso: VanEck Europe arma Google

Fa strano per un giornalista, un editore, l’autocensurarsi sui social e nella sua attività editoriale per evitare di scrivere un articolo che verrà demonetizzato o addirittura censurato secondo un meccanismo algortmico di taglio della visibilità per poi trovarsi una sponsorizzata di una società che propone investimenti nelle società che si occupano di difesa.

VanEck Europe propone investimenti in tal senso ed è davvero frustrante osservare come le regole impartite alla libertà di espressione e di informazione siano poi disattese da chi assurge alla decisione etica di non pagare contributi informativi “militari”, ma poi accetta i soldi dagli stessi soggetti impegnati in un modo diretto o indiretto, come in questo caso, nei conflitti bellici.

Dopo il caso VanEck è possibile sostenere che la macchina di Google applica sempre lo stesso metodo conosciuti da anni dalle Big Tech: “non puoi fare quello che a me è concesso”. La pubblicità intanto incassa e gli editori si autocensurano per accaparrarsi le briciole.

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