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L'Altra Bolla

Bambola e assassina: due volti della propaganda di Ursula Von der Leyen

Tempo di lettura: 4 minuti. Tedesca con tanti peccati originali, la Von der Leyen è la rappresentanza di un modello statalista che tende ad unire più nazioni sotto il cappello dell’Europa nel segno della resistenza e non della pace. Il tutto grazie al suo viso angelico che ricorda i manifesti della propaganda nazista

Tempo di lettura: 4 minuti.

L’immagine che da mesi, anzi anni, viene proposta di Ursula Von der Leyen è quella di una donna dal viso angelico, vestita sempre perfetta, che rassicura i cittadini di una Europa sempre più verso il baratro economico e sanitario. Il suo sguardo candido ci ha comunicato pacchetti di sanzioni alla Russia, finanziamenti tramite assegni in bianco alla resistenza Ucraina, con tanto di abiti correlati ai colori della bandiera della nazione di Zelensky, vaccini che avrebbero inondato l’Unione Europea salvandoci, prestiti sontuosi ai paesi e l’ultima del PriceCap Europeo sul gas.

La verità sembra però essere un’altra:

Nell’Europa della meritocrazia da cui dovremmo prendere tutti esempio, la Von der Leyen sembra essere una anomalia perchè politicamente ha fallito le elezioni, è stata accusata di aver copiato la tesi di laurea in medicina, ed ha un conflitto di interessi in famiglia con il marito che lavora in ambito sanitario.

Nome in codice: Bambulella

Nella tradizione napoletana, la bambulella è colei che si mette sul soprammobile, è bella, ma non balla. Sintesi perfetta di Ursula Von der Leyen che nel bel mezzo di trattati sui valori europei è stata la prima donna ad avallare la restrizione della circolazione europea dei suoi cittadini per motivi sanitari, con tanto di green pass ostativo nei paesi che l’hanno adottato con più veemenza, ha portato l’Unione Europea a censurare le fonti russe, le uniche all’epoca della speculazione che colpì l’Italia a raccontarci le cose come stavano tra un sorriso di Sarkozy e Merkel, sua concittadina, ha creato una agenzia di stampa europea con un cartello di “multinazionali” del fact checking che stabiliscono cosa è vero e cosa non lo è, ed ha associato l’ultra nazionalismo ai valori europei.

Il mercato europeo del gas e l’ultimo proclama:

Dopo mesi a denunciare l’effetto speculativo del mercato di Amsterdam sul prezzo del gas, Von der Leyen ha sempre dato la colpa alla Russia con cui mai ha voluto trattare, delegando tale attività a Macron e Scholz, ed ha prima sanzionato i russi per l’invasione Ucraina per poi lamentarsi delle ripicche sul gas, anche se non ha proferito parola quando è saltato in aria il Nord Stream così come non ha proferito parola quando le ingerenze di Usa e Uk sull’Ucraina non hanno fatto altro che destabilizzare ulteriormente la situazione economica e diplomatica in seno all’Europa. Dopo giorni di accuse gravi e di paure scaturite dall’assaggio di una speculazione energetica che ha costretto i pensionati italiani a comprare le pile per utilizzare le torce in casa con la paura di non spendere troppo in elettricità, Von der Leyen con il suo faccino da bambulella, annuncia il price cap europeo sul gas. Matrice Digitale ha spiegato tempo fa, prima di molte illustri testate che davano la colpa a Putin e Orban, la condizione del price cap e lo schieramento ideologici dei paesi europei molto frammentato sul tema.

Per fortuna che, dinanzi a questa follia dei giornalisti di concederle quanto più credito possibile, anche perché in Italia più volte è stata incensata la proposta politica europeista della famosa maggioranza Ursula dai soliti noti, schierati, qualcuno ha alzato il ditino domandandosi cosa, aldilà delle foto patinate come nei manifesti dei migliori anni del nazismo, bionde e occhi chiari a presentarci lo splendore del reich, su cosa intenda la Von der Leyen quando parla di pricecap. David Carretta con un tweet inizia a porsi qualche domanda:

L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo dalla stessa Meloni ed è chiaro che il 20 ottobre alla riunione sul tema ci sarà Mario Draghi a fare gli interessi degli italiani perchè il governo non è stato ancora dichiarato e la leader di Fratelli d’Italia si sente al sicuro tanto da destabilizzare chi l’ha votata qualche settimana fa.

Dai manifesti virtuali alla critica feroce nella sua Germania

Non essendo tutt’oro quel che luccica, nella sua Germania entrata in recessione, se non ora a breve, dove si è provveduto a stanziare soldi per armi ed un pacchetto di 200 miliardi di euro per aiutare le famiglie in difficoltà soprattutto energetiche, c’è chi ha avuto l’ardore di dedicarle una copertina dove figura con un volto “tumefatto dal tempo” dove più che candore, è visibile uno sguardo arcigno da vecchia megera.

Secondo molti, quando le cose vanno male per la Von der Leyen, c’è la soddisfazione che sia di destra e quindi “la sinistra ha donne migliori”, ma secondo un ritratto amatoriale è stata raffigurata nella sua normalità nel grigiore di abiti che non sono splendenti ed illuminati come quelli della bandiera Ucraina e secondo cui Ursula non è altro che: “La donna più criminale d’Europa. L’ultraglobalista Ursula von der Leyen con l’aiuto dei Fascisti del WEF ( World Economic Forum) può trasformare l’Europa in uno Stato centrale totalitario. Questo avrebbe estreme conseguenze per noi“.

L’anello di congiunzione tra destra e sinistra non è un ponte culturale, ma un’agenda condivisa dalle più grandi multinazionali del mondo in un think tank che propone progetti di trasformazione del mondo globale e riesce ad inserire politici che ne applicano i principi portandone avanti l’agenda. Oggi abbiamo mostrato il vero volto della Von der Leyen e quello che ne pensano i suoi concittadini al netto di bocciature politiche, conflitti di interessi e tesi di laurea copiate ben diverso dalle copertine patinate e dai manifesti social dove ha proposto misure di censura e di statalismo congiunto degne dei regimi autoritari che avremmo voluto dimenticare ed invece rappresentano il modello del futuro.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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