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L'Altra Bolla

Zelensky si è giocato il Nobel con l’assassinio di Dugina?

Tempo di lettura: < 1 minuto. C’è chi spera in una sostituzione del presidente Ucraino e chi ancora festeggia la morte della figlia di Durigon. Perchè la CIA ha preso le distanze dall’attentato?

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Dugina, figlia del filosofo Durigon, è stata ammazzata dagli ucraini. La confessione viene trapelata dalle pagine del New York Times che cita una informazione diffusa dall’intelligence ed indirizzata al Cremlino, scaricando di fatto le colpe di un omicidio su commissione, dal metodo mafioso, sul governo di Kiev.

La morte dell’analista politica più odiata dall’occidente e dagli ucraini in primis è avvenuta a seguito di uno scoppio di una bomba installata nella sua auto. Diffondere una notizia del genere in questo momento può avere due letture:

  • Prendere le distanze dall’attentato che non rientra nelle operazioni militari sia per il metodo sia per l’obiettivo scelto
  • Creare un alone di dubbio su Zelensky che risulta essere in corsa per il Nobel della pace, preferendo una assegnazione diversa dalla guerra ed il nome sbucato fuori è quello di Greta Thunberg.

Il popolo della rete è diviso tra chi ha gridato al complotto e chi invece ha gradito l’assassinio della figlia di un filosofo che aveva invocato in passato un genocidio ucraino. Molti i commenti di sdegno nei confronti degli americani e tanti altrettanti quelli di approvazione per il gesto indipendentemente da come sia stato realizzato.

Per qualcuno, la confessione degli USA tramite la stampa di chi sia l’autore dell’omicidio ha aperto anche ad uno scenario “ottimistico” per coloro che vorrebbero la rimozione di Zelensky, ma è impossibile rimuoverlo per due motivi essenziali: nemmeno Putin ci è riuscito e gli USA hanno investito 45 miliardi sulla sua nazione in costante presenza sull’orlo del fallimento pur lamentando scarsa sincerità da parte degli assistiti soprattutto nel campo dell’intelligence. Una rottura, o meglio, un’incomprensione c’è ed è strano che gli USA abbiano precisato un’informazione simile se consideriamo che la morte di Dugina non è considerata come uno stimolo per utilizzare le tanto temute bombe tattiche nucleari.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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