Categorie
Notizie

FBI raddoppia la spesa per monitorare i post sui social media. Babel X fa paura agli attivisti della privacy

Tempo di lettura: < 1 minuto.

L’FBI sta raddoppiando il monitoraggio dei post sui social media, spendendo fino a 27 milioni di dollari per utilizzare Babel X, un software prodotto da Babel Street che permette agli utenti di cercare siti di social media all’interno di un’area geografica e di utilizzare altri parametri che i sostenitori della privacy e delle libertà civili sostengono rappresentino fonte di gravi preoccupazioni.

Il nuovo contratto sembra essere di gran lunga il più grande che l’agenzia abbia mai sborsato per il software, ed è uno dei più grandi contratti per il software da parte di un’agenzia civile.

L’FBI ha acquistato il contratto per 5.000 licenze Babel X dopo aver detto agli appaltatori che voleva un software per “raccogliere informazioni” da “Twitter, Facebook, Instagram, YouTube, LinkedIn, Deep/Dark Web, VK e Telegram”.

Il rappresentante Jim Jordan, il principale repubblicano della commissione giudiziaria della Camera, ha detto di avere “reali preoccupazioni basate sulla storia [dell’FBI] e sul fatto che non sappiamo come lo stanno usando e chi stanno cercando“.

Jordan vorrebbe che il direttore dell’FBI Christopher A. Wray testimoniasse davanti alla commissione in modo da ottenere risposte sul contratto, sullo spyware Pegasus di NSO Group e altre questioni. Nei suoi documenti contrattuali, l’FBI ribadisce che vuole solo l’accesso alle informazioni pubblicamente disponibili, “il che significa che non sono richiesti login o ordini del tribunale per accedervi“.

L’FBI stima che i suoi 5.000 licenziatari eseguiranno circa 20.000 ricerche di parole chiave ogni mese, anche se avverte che questa è “solo una stima“. Secondo gli avvocati impegnati nella lotta ai soprusi sulla Privacy la sorveglianza dei social media solleva preoccupazioni per le libertà civili anche se si concentri su post e profili pubblici.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

Pronto a supportare l'informazione libera?

Iscriviti alla nostra newsletter // Seguici gratuitamente su Google News
Exit mobile version