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Sicurezza Informatica

Guerra in Ucraina: è cibernetica l’arma oltre ogni immaginazione di Putin?

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La guerra a colpi di esplosivi sta prendendo il sopravvento nel conflitto tra Russia e Ucraina. Quello che emerge oggi è anche il concetto di guerra ibrida che comprende oltre alle azioni militari sul campo, anche quelle nell’ambito cibernetico.

Nei giorni precedenti ci sono stati diversi attacchi alla rete Ucraina ed ai suoi ministeri come quelli della Difesa e degli Esteri.

Ultimamente, i servizi segreti americani hanno lamentato una strategia delle navi russe nel tagliare i cavi sottomarini utilizzati per il traffico via internet “privilegiato” tra l’occidente e la zona dall’altro capo dell’atlantico.

Ad attaccare la Russia in questo periodo, invece, sembrerebbe essere stata in alcuni casi la Corea del Nord, nonostante in questi giorni di inizio della guerra si è registrato qualche attacco anche ai siti istituzionali con dominio .ru, ma nessuno si è preoccupato di questo dettaglio che invece collocherebbe la Russia in modo diverso sotto i riflettori del mondo occidentale.

L’Inghilterra e gli USA sono promotori di avvisi che confermano la matrice del Cremlino sugli attacchi cibernetici, e lo stesso Putin nel suo discorso prima dell’invasione ha avvisato gli alleati della NATO di non interferire nel conflitto perchè “altrimenti verranno utilizzate armi che vanno oltre ogni vostra immaginazione“.

Ci sono però dei rapporti che vedono attacchi di tipo DDOS, da mesi inoltrati non solo a domini .ua, ma anche a quelli .ru. quindi sarebbe consigliabile fare una riflessione non più di parte e maggiormente equilibrata.

Cosa intendeva il leader del Cremlino?

Di certo non parliamo di testate nucleari o batteriologiche e nemmeno di armi laser, già viste in precedenza, ma parliamo di qualcosa di nuovo e non esplorato.

Mentre il Copasir lancia l’attacco sul “Cyber Virus” che ha davvero fatto stizzire la comunità informatica italiana per l’errata dicitura utilizzata, c’è da fare più una riflessione sulle probabilità di rischio di una eventuale azione cibernetica su larga scala, rispetto alla tipologia dell’attacco.

La vera preoccupazione tra miti, leggende e cose già viste

Non è la tipologia di virus a doverci preoccupare, ma se esistono le condizioni per una installazione e relativa propagazione di un file malevolo, malware, che possa essere di diversi tipi: virus, trojan, ransomware o rat.

Non è un caso che nel mondo ogni giorno, soprattutto l’Italia per restare nel merito dei nostri “confini” cibernetici, si verificano attacchi ransomware da attori spesso non statali, interessati a riscuotere i riscatti che riescono ad insidiare nelle reti degli enti Governativi come le Aziende Sanitarie Locali.

Nella sezione del sito dedicata alla guerra cibernetica, unica in Italia, si sono già affrontati gli attori statali della Russia e le tecniche di attacco utilizzate solitamente.

Quindi, cosa manca ancora all’appello nel campo cibernetico?

Nel libro la Prigione dell’umanità, a cura dell’autore di questo articolo, si prospettava, come esempio di un attacco cibernetico ad alta capacità distruttiva, una potenziale esplosione di massa dei microonde IOT cinesi nello stesso momento come arma non convenzionale e cibernetica.

Ecco, quello che non abbiamo ancora visto è una sorta di rivolta delle macchine indotta da una unica mente che deciderebbe di dare il via ad esplosioni di massa di dispositivi o addirittura a scontri apocalittici tra mezzi pubblici, trasporto di linea aerea oppure, come già visto in passato, ai reattori delle centrali nucleari ai danni dell’Iran e ad opera degli attori statali israeliani e statunitensi, per fortuna senza conseguenze catastrofiche.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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