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Da Cambridge Analytica a “Euro analytica”. Come gli europeisti usano le armi di Putin contro i sovranisti

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La strategia dell’Unione Europea in queste Elezioni è davvero impegnativa per quel che riguarda il voto del 26 Maggio 2019, perché Bruxelles deve far fronte ad un ondata di “disunione” nata sotto l’egida sovranista, che affonda le sue radici negli stati d’animo che hanno generato la Brexit, colpevole secondo gli analisti di aver tramortito quello spirito di unione tra Stati della UE.

In questo articolo non si parla dell’importanza dell’UE e nemmeno dei suoi difetti. La valutazione politica spetta ad ogni individuo anche perché “il voto è segreto”. Quello su cui vale la pena soffermarsi è la strategia comunicativa utilizzata, dove si denota che le accuse rivolte al modello di propaganda pro Brexit sembrano essere diventate un format comunicativo vincente, o almeno utile a recuperare voti, per quelli che si trovano dall’altra parte della nuova ondata antieuropeista.

Analizzando il voto della Brexit, è emerso dall’inchiesta di Carole Cadwalladr per conto del quotidiano liberista The Observer che soggetti collegati al panorama di Putin, e come pure ambienti vicini a Trump ed alle agenzie Governative, hanno finanziato campagne social utilizzando profilazioni raccolte negli anni da “Cambridge Analytica”, con lo scopo di manipolare le scelte e gli orientamenti dell’elettorato inglese al fine di indurli a votare in favore dell’uscita dall’Unione.

Si è dunque scoperto che il campo di battaglia di queste guerre è stato per anni quel social network di cui nessuno ha mai considerato gli usi impropri e indebiti da parte dei poteri cosiddetti “forti”Facebook. L’inchiesta dell’Observer non solo mirava a denigrare la società di Mark Zuckerberg, ma ambiva a tutelare un aspetto più ampio della vicenda che molti esperti di politica internazionale hanno trascurato e precisamente la questione irlandese e non sappiamo se in modo voluto, oppure, ignaro. Dopo anni di guerriglia dell’IRA, gruppo fortemente caratterizzato da azioni terroristiche, colpevole di sanguinose stragi nell’Irlanda dell’epoca disunita tra nord e sud, si era riusciti a congiungere due nazioni locate su un isolotto al largo dell’isola che unisce Inghilterra, Galles e Scozia. Nel caso di una frammentazione attuale della Union Jack che segua l’ondata Brexit, eventualmente con nazioni che compongono la Gran Bretagna in procinto di uscire dalla Comunità Europea, cosa accadrebbe? Si ritornerebbe forse ad una nuova sanguinosa guerra civile per la supremazia del settentrione e del meridione irlandese?

Un aspetto storico che non deve essere dimenticato in questo percorso, è sicuramente quello di una dichiarazione post Brexit di un vecchietto, ricco e potente con un sogno globalista da sempre nel cuore, che risponde al nome di George Soros. Dopo la decisione di uscire dall’Unione Europea da parte degli Inglesi, Soros ha attaccato frontalmente ed inspiegabilmente Mark Zuckerberg definendolo “Nemico della democrazia”. Si suppone che c’è poco da stare allegri quando un uomo, che per anni ha coltivato il sogno della “open society”, si trova praticamente a fare i conti con un verdetto popolare che mette a rischio quello che può definirsi l’obiettivo della sua vita, giunta quasi agli sgoccioli per motivi anagrafici.

Dopo questo attacco apparentemente senza motivo, anche l’Unione Europea ha preteso che Zuckerberg si sedesse ed iniziasse un percorso di dialogo con Bruxelles. Umiliato in diretta streaming dai parlamentari europei perché Facebook è una società, a detta di molti, ambigua perché ritenuta più volte portatrice di una policy incentrata sul controllo e sulla manipolazione dei suoi utenti, dalle scelte commerciali fino ad arrivare a quelle politiche. Il CEO di Facebook, società che di fatto è rientrata per conto delle Nazioni Unite all’interno del Patto Atlantico come individuo sovranazionale, in questo periodo di filippiche Europee ha iniziato ad accogliere le richieste di fondazioni come Avaaz, che hanno spinto la società verso la chiusura di 23, tra pagine fan e gruppi, con milioni di follower ascrivibili alla corrente sovranista, tramite ricerche documentate e analisi sulle attività svolte da queste stanze virtuali. Le pagine in questione che Facebook ha bloccato hanno spesso e volentieri diffuso Fake News. Quella più memorabile è stata il pubblicare un video di alcuni immigrati che assalivano a bastonate un auto dei carabinieri. Episodio reale, se non fosse per il fatto che si trattasse di una scena di un film e non di un vero oltraggio a Pubblico Ufficiale.

A screditare il “disinteresse di parte” delle attività messe in atto dalle fondazioni, che strizzano l’occhio al globalismo, è stato il Washington Post di proprietà del signor Jeff Bezos, CEO di Amazon. Secondo il quotidiano statunitense, la fondazione Avaaz è stata fondata grazie anche ad un finanziamento di diversi milioni di dollari provenienti dalle casse di Soros e signora nel periodo di startup, quando ancora non si sentiva nominare in giro. Ed è davvero singolare che la stessa tipologia di post sponsorizzati presenti ai tempi del conflitto ucraino, che riportavano la versione di Putin, hanno cambiato contenuti, ma non strategia in queste elezioni Europee, dove Avaaz ha pagato inserzioni su Facebook, proponendo il suo punto di vista, tramite ricerche e statistiche, contro i sovranisti “arrembanti” alla conquista del Parlamento Europeo, denunciando il loro modo di parlare alla “pancia” delle persone diffondendo notizie false. C’è da evidenziare, inoltre, come il profilo Twitter dell’organo legislativo europeo in lingua italiana sia, in questi giorni di elezioni, costante nel pubblicare statistiche che descrivono una Italia prima per finanziamenti ricevuti, oppure, si fa notare anche un retwitt di un video realizzato dal Corriere della Sera dove la giornalista Milena Gabanelli spiega perché è utile l’Unione Europea.

E qui si arriva all’analisi finale di come la storia vive di corsi e ricorsi differenti tra loro, ma uguali nel modus agendi. Azione, Brexit, Reazione, Scandalo Cambridge Analytica, Soluzione, “Euro Analytica”.

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