Sommario
La tecnologia e i social media si trovano al centro di nuove controversie, con accuse che riguardano violazioni normative e manipolazioni algoritmiche da parte del mainstream che propone alternative ad X senza riuscirci. L’Unione Europea ha dichiarato che Bluesky, il social decentralizzato fondato da Jack Dorsey, non sta rispettando le regole di trasparenza sulla divulgazione delle informazioni. Parallelamente, uno studio evidenzia come l’algoritmo di X (ex Twitter) sia stato modificato per favorire contenuti di Elon Musk e dei repubblicani durante il ciclo elettorale del 2024 negli Stati Uniti.
EU contro Bluesky: mancanza di trasparenza e rischio di sanzioni
Bluesky, progettato come alternativa decentralizzata ai social tradizionali, è finito nel mirino dell’Unione Europea per presunte violazioni delle regole del Digital Services Act (DSA). Secondo Bruxelles, Bluesky non avrebbe fornito sufficienti dettagli sui suoi algoritmi e sui meccanismi di moderazione dei contenuti, elementi essenziali per garantire trasparenza e responsabilità nel panorama digitale europeo.

La mancanza di conformità potrebbe portare a multe significative pari al 6% del fatturato globale della piattaforma, nonché a restrizioni operative. Per Bluesky, che si posiziona come un’alternativa più etica ai colossi social tradizionali, questa sfida rappresenta un banco di prova per la credibilità della piattaforma e per il futuro dei social decentralizzati.
X e l’algoritmo pro-Musk: uno studio solleva dubbi sulla neutralità
Nel frattempo, una ricerca condotta dalla Queensland University of Technology ha rivelato che l’algoritmo di X è stato manipolato per favorire i post di Elon Musk e dei repubblicani, specialmente nei mesi precedenti le elezioni presidenziali del 2024 che hanno portato Donald Trump alla vittoria. Lo studio ha analizzato i dati tra gennaio e ottobre 2024, evidenziando un aumento del 138% nelle visualizzazioni e del 238% nei repost dei contenuti di Musk rispetto alla media precedente.
La modifica dell’algoritmo è iniziata dopo che Musk ha ufficialmente supportato Trump il 13 luglio 2024. Questa decisione segue un precedente simile del 2023, quando Musk avrebbe minacciato di licenziare i tecnici di X per la scarsa visibilità dei suoi post rispetto a quelli di Joe Biden. Secondo lo studio, anche i contenuti dei profili repubblicani hanno registrato una maggiore visibilità rispetto a quelli democratici, sollevando preoccupazioni sulla neutralità e sull’influenza politica delle piattaforme social.
Il futuro incerto dei social media
Le sfide che affrontano Bluesky e X riflettono un panorama tecnologico sempre più regolamentato e scrutinato. Da un lato, l’Unione Europea dimostra di voler garantire trasparenza e responsabilità anche per piattaforme emergenti come Bluesky. Dall’altro, il caso di X solleva domande fondamentali sull’imparzialità degli algoritmi e sull’etica dell’influenza digitale solo dopo che la piattaforma di Musk si è contraddistinta nelle ultime elezioni statunitensi quando i precedenti storici raccontano di una tendenza delle piattaforme ad applicare censure preventive e ban di visibilità ad utenti ignari. In entrambi i casi, il futuro dei social media potrebbe dipendere dalla capacità di bilanciare innovazione e responsabilità secondo gli stessi del Mainstream che hanno portato avanti il dettato “le piattaforme fanno quello che vogliono perchè private” quando X si chiamava Twitter e chiudevano occhio sulla censura del gruppo Meta ammessa dallo stesso Zuckerberg.
Analfabeti funzionali e bambini senza più il giocattolo
In questi giorni abbiamo assistito a una frenesia mediatica che ha preso di mira X, il social di Elon Musk. I media sembrano impegnati in una strategia mirata a spostare gli utenti da questa piattaforma verso altre, cercando di svuotare quello che è considerato il principale spazio per il dibattito politico mondiale. Su X, infatti, non interagiscono solo opinionisti, ma anche istituzioni e organi ufficiali, che spaziano da Israele fino all’Iran passando per i Talebani, rivolti al pubblico e ai grandi media.
Dopo l’uscita da X di testate come The Guardian e di organizzazioni come Facta, nota per la sua attività di fact-checking, molti ricercatori hanno scelto di abbandonare la piattaforma. Questo fenomeno sembra riflettere una presa di posizione contro una realtà che, fino a ieri, era considerata “inavvicinabile “libera” e centrale per la comunicazione pubblica.
Alcuni hanno interpretato questo abbandono come un esodo causato dalla presenza su X di contenuti ritenuti contrari alla scienza. Tuttavia, X rappresenta la libertà di espressione in senso puro, pur essendo gestita da un proprietario con posizioni politiche esplicite, come dimostrato dal suo supporto economico a un candidato presidenziale negli Stati Uniti.
Matrice Digitale, nell’inchiesta di apertura della settimana scorsa, ha evidenziato come le alternative proposte sul mercato, come Threads e BlueSky, siano considerate migliori rispetto a X solo da chi possiede un alto livello di alfabetizzazione secondo gli standard della società. Questo è dimostrato anche dalla reazione degli altri media, che hanno cercato di screditare ulteriormente la piattaforma di Elon Musk, raccontando una realtà spesso distante dai fatti anche su quanto stesse realmente accadendo.
Ad esempio, Threads, che dipende principalmente dagli utenti di Instagram, non sembra attrarre pubblico interessato alle tematiche approfondite su X, dove il dibattito può essere anche feroce ed è per questo che non necessita di provette influencer seminude che rimandano a profili OnlyFans. BlueSky, d’altra parte, viene spesso presentata come l’alternativa naturale a X, ma conta solo 20 milioni di utenti a livello globale. Inoltre, BlueSky ha radici che risalgono a Twitter, attraverso il suo fondatore Jack Dorsey, una piattaforma che ha dimostrato di applicare una censura politica ed anche medica attraverso i famosi Twitter Files.
Le critiche a Musk arrivano anche dal mondo accademico composto da influencer e la Queensland Technology University, un’autorità nel settore tecnologico, ha analizzato 58 mila di post, evidenziando come le visualizzazioni siano aumentate per i profili vicini al partito repubblicano. Tuttavia, questa analisi si basa su un campione limitato rispetto a quelli studiati da Matrice Digitale che, nella sua verifica OSINT sulle campagne elettorali negli USA, ha trovato riscontri simili sulla visibilità di Musk come utente, ma ha evidenziato come il fronte Democratico, con Obama in fila, abbia monopolizzato la piattaforma in termini di portata della visibilità e delle preferenze.
E poi, caro lettore, davvero credi che Musk sia un salvatore a differenza di quelli che c’erano prima di lui? Ad oggi X resta la piattaforma dove interagire su argomenti seri mentre le altre prediligono una comunicazione uno a molti con una censura preventiva che ha dimostrato di fare acqua da tutte le parti in termini di equilibrio e giustizia sociale. Dopo appena poche settimane è fallito il golpe verso Musk dei quotidiani mainstream e dei politici che hanno definitivamente perso un giocattolo importante per il controllo dell’opinione pubblica, diventato egli stesso un media concorrenziale, dimostrando che la società occidentale oltre al finto perbenismo ed al finto senso democratico, è composta da analfabeti funzionali laureati e addirittura scienziati, che da cittadini si priverebbero di tutti i loro diritti pur di vivere nella propria comfort zone.