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Outlook va in crash con account live.com: Microsoft veloce nel rispondere MALE

Tempo di lettura: 3 minuti.

Oggi parliamo di una pessima esperienza avuta con Microsoft, sia account di posta sia lato assistenza che ha dimostrato di essere fuoco di paglia come le sue guide online e fa perdere molto tempo. Dopo aver letto l’articolo chi ha avuto riscontri negativi con l’assistenza reale e virtuale, ci informi.  

Scenario del problema

Computer con Office 2013 Business “Originale” installato e Windows 10 “sempre originale” ed Outlook con 6 profili mail installati di cui 2 Google, 3 Aruba e 1 Legalmail perfettamente funzionanti insieme da più di tre mesi.

Problema che Microsoft non ha capito

Se doveste decidere di appoggiare un account live.com a Microsoft Outlook, fate molta attenzione. Dopo aver aggiunto l’account tramite la configurazione automatica che si appoggia ad Exchange, la casella di posta funzionava. Una volta chiuso Outlook e riaperto, prima di caricare la schermata blu di che comprende la procedura di avvio e di elaborazione, è comparsa una maschera di inserimento utente/password dove come user non figurava indirizzo mail, ma MicrosoftAccountnome+indirizzomail.

Nemmeno all’inserimento della password si è riusciti a superare la schermata iniziale, anzi, ripetutamente si richiedeva ancora la password, come se si inserisse la parola chiave sbagliata. Mentre se si cliccava annulla, Outlook si apriva regolarmente.

Al terzo riavvio, dinanzi all’ennesima richiesta di password non andata a buon fine, si è proceduto a modificare l’utente, escludendo Microsoft Account e lasciando il solo indirizzo mail.

La password questa volta è andata sebbene Outlook abbia iniziato ad avere problemi e ad inizio caricamento, quando lo schermo blu era su elaborazione, l’applicazione andava in crash.

Esperienza con il supporto Microsoft

Il punto di forza di questa vicenda grottesca è che appena si segnala al profilo Twitter di Microsoft Italia una problematica, l’utente Microsoft_Aiuta entra in contatto sul direct message della piattaforma e ti chiede di fornirgli tantissime informazioni firmandosi con un nome proprio.

C’è qualcosa che però non torna e fa insospettire chi usufruisce del servizio e precisamente il fatto che l’interlocutore non risponde alle domande in modo pertinente e di consenguenza da l’impressione di seguire un protocollo talmente rigido che a tratti diventa scostumato, perché insiste nel dirci che non gli vengono fornite le giuste informazioni per risolverlo.

Eppure, nonostante gli avessimo fornito delle informazioni molto dettagliate e precise, l’operatore risponde con il protocollo e continua ad inviare dei links che tra l’altro non trovano riscontri efficaci.

I consigli inutili del robot, umano?

Nonostante autonomamente si fosse superato l’impiccio che il software andava in crash non aprendosi, digitando Outlook.exe /safe (avvio modalità provvisoria) nel cerca, l’assistenza Microsoft mi ha invitato a:

  • Usare supporto online per Outlook, ma il mio account non era abilitato a farlo.
  • Usare ripristino di Office attraverso lo scan sia Rapido che Lungo, ma presentava sempre lo stesso problema
  • Rivedere l’attivazione di Componenti Aggiuntivi che mandavano in tilt Outlook, ma seppur risultava qualche anomalia, non erano segnalati i componenti che davano fastidio e la procedura sul sito Microsoft non era congruente con quanto realmente accadeva.
  • Di utilizzare ScanPst.exe per correggere i file di memorizzazione di ogni profilo mail, ma questo applicativo stranamente era assente nel percorso del PC indicato dalla guida.

La soluzione trovata autonomamente

L’unica soluzione possibile era disinstallare e reinstallare Outlook. Quindi siamo andati nello store di Microsoft e:

  • abbiamo scaricato attraverso la voce account-ordini l’Office.
  • Poi cancellato definitivamente il profilo creato con la mail live.com
  • E promesso che mai e poi mai si sarebbe proceduto ad appoggiare il profilo live.com ad Outlook

Perché la vera notizia di questa vicenda è che appoggiando un profilo Microsoft all’Outlook, prodotto da Microsoft, 6 profili mail di lavoro hanno rischiato di sparire dal computer.

Immaginate se un utente medio-basico avesse impattato con la celere assistenza Microsoft, che non esce mai allo scoperto dichiarandosi umano o macchina, cosa sarebbe accaduto?

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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