L’EDPB preoccupata sull’accuratezza dei dati di ChatGPT

da Lorenzo De Santis matricedigitale.it
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Il Comitato Europeo per la Protezione dei Dati (EDPB) ha espresso preoccupazioni riguardo al chatbot ChatGPT di OpenAI. Il rapporto pubblicato dall’EDPB evidenzia che le misure adottate per garantire la trasparenza non sono sufficienti a rispettare i principi di accuratezza dei dati previsti dalle normative europee.

Indagini dei regolatori nazionali

Il gruppo di lavoro è stato istituito dai garanti della privacy nazionali europei a seguito delle preoccupazioni sollevate dalle autorità italiane sull’uso di ChatGPT. Sebbene le indagini siano in corso, non è ancora stata fornita una panoramica completa dei risultati. Il rapporto rappresenta una comprensione comune tra le autorità nazionali.

L’accuratezza dei dati è un principio fondamentale delle normative sulla protezione dei dati nell’UE. Il rapporto evidenzia la natura probabilistica del sistema di ChatGPT, che può portare a risultati parziali o falsi. Inoltre, il rapporto avverte che gli utenti potrebbero percepire le risposte di ChatGPT come accuratamente factuali, indipendentemente dalla loro reale accuratezza, ponendo potenziali rischi, soprattutto per quanto riguarda le informazioni su individui.

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Conformità alle Normative Europee

Il rapporto della task force dell’EDPB guiderà le autorità per la protezione dei dati degli Stati membri (DPA) nelle loro indagini sulla conformità di OpenAI ai requisiti del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) dell’Unione Europea. Gli aspetti delle indagini includono la legalità della raccolta dei dati di addestramento per ChatGPT, la trasparenza e l’accuratezza dei dati.

Secondo Reuters, il rapporto chiarisce che ChatGPT non soddisfa gli standard di accuratezza dei dati richiesti per garantire la conformità alle normative europee. La task force ha aggiunto che l’approccio all’addestramento del modello può portare a risultati parziali o inventati e che l’accuratezza dei dati è uno dei principi guida delle regole del GDPR.

Azioni delle Autorità

Nell’aprile 2023, l’Italia ha vietato l’uso di ChatGPT a causa di preoccupazioni sulla privacy, ma ha reso nuovamente disponibile il servizio dopo che OpenAI ha affermato di aver soddisfatto le richieste dell’autorità per la protezione dei dati del paese. L’Italia è diventata il primo paese occidentale a vietare il chatbot dopo l’annuncio di un’indagine su una presunta violazione delle regole sulla privacy del GDPR e delle pratiche di verifica dell’età da parte di ChatGPT. In conclusione, il Comitato Europeo per la Protezione dei Dati ha sollevato serie preoccupazioni sulla conformità di ChatGPT agli standard di accuratezza dei dati dell’UE. Sebbene OpenAI abbia fatto sforzi per migliorare la trasparenza, il rapporto della task force dell’EDPB indica che è necessario fare di più per garantire l’accuratezza delle risposte di ChatGPT e proteggere i dati degli individui. I regolatori nazionali in tutta Europa continuano a indagare sulla questione, e l’esito di queste indagini avrà probabilmente implicazioni significative per il futuro di ChatGPT e altri chatbot AI nell’UE.

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