Apple, iOS 18.6 e iPhone 17: innovazione, sicurezza e sfide legali

di Redazione
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Nel mese di luglio 2025, Apple ha compiuto una serie di mosse decisive che coinvolgono non solo il fronte tecnologico e produttivo, ma anche quello legale, commerciale e geopolitico. La compagnia ha rilasciato iOS 18.6 e macOS Sequoia 15.6, implementato novità sui dispositivi iPhone 17, risposto alle accuse del Dipartimento di Giustizia statunitense e consolidato la sua presenza nella Silicon Valley. In parallelo, ha registrato un’emorragia di talenti nel settore dell’intelligenza artificiale, che potrebbe influenzare lo sviluppo della piattaforma Apple Intelligence e della nuova generazione dell’assistente Siri.

Le nuove release: iOS 18.6, macOS Sequoia e visionOS

Gli aggiornamenti software rilasciati da Apple si concentrano su stabilità, sicurezza e compatibilità. iOS 18.6 corregge un bug rilevante nell’app Foto, che impediva la creazione di video memory, oltre a migliorare le regole per la distribuzione di applicazioni tramite marketplace alternativi in Europa, come richiesto dalla normativa Digital Markets Act. L’aggiornamento è disponibile per tutti gli iPhone compatibili, incluso il nuovo iPhone 17. Il sistema operativo macOS Sequoia 15.6, destinato ai Mac di ultima generazione, introduce patch di sicurezza fondamentali, incluso il supporto HDR nel browser Safari 26 e una gestione più avanzata dei parametri URL per proteggere la privacy online. La beta di Safari include inoltre compatibilità con icone SVG e il supporto a WebGPU. Anche watchOS 11.6, tvOS 18.6 e visionOS 2.6 sono stati aggiornati. L’attenzione si concentra su performance, sicurezza e stabilità, con benefici tangibili su dispositivi come Apple Watch Series 6 e successivi, Apple TV 4K e i visori Vision Pro. Gli utenti più esperti hanno notato una maggiore fluidità e un calo netto dei crash segnalati dopo l’aggiornamento.

iPhone 17: design, potenza e visibilità pubblica

L’evoluzione dell’hardware passa attraverso i nuovi iPhone 17, apparsi anche in versioni dummy e osservati dal vivo in test pubblici. I modelli Pro sono disponibili in colori inediti per Apple, tra cui un arancione acceso, insolito per la linea generalmente sobria dei modelli premium. Le colorazioni degli altri modelli comprendono nero, bianco, blu scuro e blu chiaro, oro e rosa lilla.

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Le principali modifiche estetiche riguardano il bump della fotocamera posteriore, visibilmente più largo a causa dell’introduzione di uno zoom ottico mobile da 8x, in sostituzione del classico 5x fisso. Il MagSafe, invece, subisce una modifica strutturale: i magneti non sono più disposti in cerchio completo e il logo Apple appare in una posizione più bassa. Queste variazioni richiederanno un adattamento da parte dei produttori di custodie, che dovranno ripensare il design accessorio per garantire compatibilità.

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Un avvistamento pubblico del prototipo a Los Angeles ha confermato alcune delle speculazioni emerse nelle settimane precedenti. Nelle immagini sfocate si intravede un flash posizionato in verticale sul lato destro, a conferma di un ripensamento strutturale del comparto fotografico. Il device è stato mascherato da una custodia protettiva nera, ma l’entusiasmo della community è esploso sui social.

iPhone Pieghevole: obiettivo settembre 2026

L’attenzione di Apple si sposta anche sul futuro del design. La compagnia ha confermato che il primo iPhone pieghevole è previsto per settembre 2026, con un display interno da 7,8 pollici e un pannello esterno da 5,5 pollici. Il dispositivo adotterà una cerniera in Liquid Metal, telaio in titanio e due fotocamere posteriori, con un ritorno del Touch ID per l’autenticazione biometrica. Il prezzo, fissato a circa 1.832 euro, colloca il dispositivo nella fascia ultra-premium. Apple mira a conquistare una parte del mercato foldable, stimato in 59 miliardi di euro entro il 2028, con una previsione di 45 milioni di unità vendute globalmente.

Sploitlight: vulnerabilità Spotlight scoperta da Microsoft

Uno degli interventi più significativi in ambito sicurezza riguarda la vulnerabilità battezzata Sploitlight, scoperta da Microsoft e corretta da Apple nel firmware macOS 15.4. La falla permetteva a un attaccante di sfruttare plugin malevoli di Spotlight per aggirare il sistema Transparency, Consent, and Control (TCC), ottenendo accesso a dati estremamente sensibili come posizione geografica, metadati delle fotografie, cronologia delle ricerche e preferenze dell’utente. Secondo i ricercatori, l’attacco avveniva attraverso la manipolazione del bundle dell’app, con l’aggiunta di symlink malevoli in grado di forzare la lettura della cache di sistema. Il rischio comprendeva anche la potenziale esposizione di dati legati all’intelligenza artificiale, come i riassunti generati delle e-mail. Apple ha implementato una convalida più severa dei pacchetti, rafforzato il controllo dei symlink e sincronizzato il monitoraggio delle cache con il sistema di validazione dei bundle, assicurando che la vulnerabilità non possa essere sfruttata in futuro.

L’espansione in Silicon Valley e il fronte AI

Apple ha recentemente acquistato il Mathilda Campus a Sunnyvale, un complesso di quattro edifici per un totale di 663.000 piedi quadrati, di cui già ne affittava oltre mezzo milione. L’operazione ha avuto un costo di circa 505 milioni di euro e consolida la presenza della compagnia a poca distanza da Apple Park, rafforzando la capacità logistica e operativa dei team interni. Questa espansione però si accompagna a un momento difficile per la divisione AI. Diversi talenti, fra cui Bowen Zhang e Ruoming Pang, hanno lasciato Apple per unirsi a Meta o a startup emergenti come Superintelligence Labs, attratti da compensi significativamente più alti. Meta avrebbe offerto pacchetti di bonus particolarmente generosi, mentre Apple si sarebbe limitata ad aumenti marginali, con conseguenze negative sul morale interno. L’impatto di queste defezioni si fa sentire soprattutto nello sviluppo della piattaforma Apple Intelligence e del nuovo Siri, che viene ora previsto solo per il 2026. Craig Federighi, insieme a Mike Rockwell, supervisiona una riorganizzazione profonda della divisione, mantenendo però vive le collaborazioni con OpenAI e Anthropic, accanto allo sviluppo di modelli proprietari. Il divario percepito con i sistemi di Google e Samsung alimenta critiche da parte degli utenti più esperti, che vedono nella lentezza di Apple un limite strutturale, compensato però dalla promessa di maggiore privacy e integrazione nativa.

Sfida al Dipartimento di Giustizia e Apple Card

La battaglia più insidiosa per Apple nel 2025 resta però quella legale. L’azienda ha formalmente risposto alla causa intentata dal DOJ americano, che accusa la compagnia di posizione monopolistica nel settore smartphone, citando come esempi il blocco delle super-app, la limitazione dei giochi cloud, la chiusura della messaggistica e le restrizioni nei pagamenti NFC. Apple contesta fermamente queste accuse, ritenendo che il DOJ stia tentando di stabilire un precedente pericoloso che potrebbe minare la libertà progettuale delle aziende tecnologiche. L’azienda afferma che il fatturato non rappresenta la quota di mercato effettiva, e che i volumi di vendita riflettono una competizione accesa a livello globale. Le aperture già introdotte nelle ultime versioni di iOS, come il supporto a RCS, lo streaming cloud e la liberalizzazione NFC in iOS 18.1, sono considerate misure correttive sufficienti. Parallelamente, Apple è impegnata in una rinegoziazione strategica per il futuro della Apple Card. Con l’uscita di Goldman Sachs dal progetto e le perdite accumulate, JPMorgan e Chase si contendono il nuovo accordo, mentre Visa e American Express valutano la sostituzione di Mastercard. L’attuale contratto scade nel 2030, ma si prevede una revisione anticipata. La carta resta disponibile solo per il mercato USA, ma ha subito una multa da 82 milioni di euro per errori nelle procedure di risoluzione delle controversie, alla quale Apple ha risposto impegnandosi a rafforzare la tutela del consumatore.

Produzione globale e prototipi scartati

Il panorama produttivo di Apple continua a cambiare. L’India ha ufficialmente superato la Cina come principale paese di produzione per gli smartphone Apple destinati agli Stati Uniti, con una quota del 44% contro il 25% cinese. Il trasferimento fa parte della strategia China Plus One, volta a ridurre la dipendenza da Pechino e a diversificare la catena di fornitura. Nel frattempo, è emersa l’immagine di un prototipo di iMac con un logo frontale in basso, design poi abbandonato nel 2021. Questo dettaglio estetico conferma la continua sperimentazione interna sui dispositivi consumer, seppur con scelte conservative nella produzione finale.

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