Restrizioni USA e outage del Great Firewall colpiscono la Cina

di Redazione
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Le restrizioni tecnologiche e gli incidenti internet alimentano nuove tensioni tra USA e Cina nel campo della sicurezza informatica, evidenziando una crescente frattura geopolitica. Microsoft ha deciso di limitare l’accesso alle informazioni sulle vulnerabilità per le aziende cinesi, mentre un outage del Great Firewall ha bloccato il traffico HTTPS, con effetti globali su servizi come Apple e Tesla. Parallelamente, Pechino ha accusato Washington di voler trasformare le GPU in strumenti di sorveglianza con funzionalità di tracciamento e kill switch, alimentando una narrativa di contrapposizione tecnologica. Le restrizioni USA e le risposte cinesi accelerano la corsa all’autosufficienza digitale, ma producono instabilità per utenti e imprese in tutto il mondo.

Cambiamenti Microsoft nel programma MAPP

Microsoft ha annunciato la rimozione dei proof-of-concept exploit dal programma MAPP (Microsoft Active Protections Program) per le aziende cinesi, dopo che nel luglio 2025 una falla zero-day su SharePoint era stata sfruttata da gruppi criminali e attori statali prima del rilascio della patch completa. Il programma MAPP consentiva finora la condivisione di PoC due settimane prima del Patch Tuesday, ma le fughe di informazioni hanno spinto Redmond a restringere l’accesso, fornendo ora solo descrizioni scritte al momento della patch. Secondo Microsoft, il cambiamento riguarda i paesi in cui le aziende hanno obblighi di condivisione delle vulnerabilità con i governi, per ridurre il rischio di abusi. Sebbene alcuni esperti abbiano definito la misura tardiva, essa segna un cambio significativo nei rapporti tra la big tech americana e il mercato cinese, con impatti sulla capacità delle aziende locali di implementare protezioni tempestive.

Outage port 443 e disruzioni in Cina

Il 20 agosto 2025 la Cina ha subito un outage critico del traffico HTTPS per oltre un’ora, dovuto all’iniezione di pacchetti TCP falsi da parte del Great Firewall. Il blocco ha reso irraggiungibili siti esteri e ha causato interruzioni operative a servizi globali, incluse Apple e Tesla. Il rapporto del Great Firewall Project segnala che il dispositivo responsabile non corrisponde a fingerprint noti, ipotizzando la presenza di nuove apparecchiature o errori di configurazione. L’incidente, avvenuto tra le 00:34 e le 01:48 ora locale, ha avuto ripercussioni anche al di fuori della Cina: Pakistan e altri paesi hanno registrato cali di traffico poco prima del blackout. Pur non essendo collegato a eventi politici immediati, l’outage dimostra la fragilità di un’infrastruttura di censura così estesa, dove errori tecnici possono trasformarsi in blackout di portata nazionale.

Critiche Cina su sorveglianza USA e tracciamento GPU

Il governo cinese ha accusato gli Stati Uniti di voler trasformare le GPU AI in strumenti di sorveglianza globale, etichettando Washington come “impero di sorveglianza”. Le critiche seguono le proposte legislative americane per introdurre sistemi di location verification e funzionalità di disabilitazione remota sui chip destinati a paesi “a rischio”. L’agenzia Xinhua ha paragonato la misura a un mondo distopico simile a The Matrix, dove macchine controllano gli esseri umani. In risposta, Pechino ha scoraggiato l’uso delle Nvidia H20 in applicazioni governative e di sicurezza nazionale, paventando la possibilità che includano backdoor o kill switch. La polemica si inserisce nel contesto delle restrizioni USA su esportazioni di semiconduttori e tecnologie AI avanzate, con un impatto diretto sullo sviluppo di Huawei CloudMatrix e sulle strategie di autosufficienza tecnologica della Cina.

Impatto globale delle restrizioni tech

Le nuove restrizioni USA e le contromosse cinesi avranno ripercussioni su tutta la supply chain globale. Microsoft limita la collaborazione tecnica, mentre le aziende cinesi si trovano costrette a sviluppare soluzioni indipendenti. Le tensioni sulla tracciabilità delle GPU influenzano i mercati, con Nvidia e AMD che rischiano di perdere segmenti strategici. L’outage del Great Firewall mostra come la censura possa trasformarsi in un rischio operativo, interrompendo servizi vitali basati su HTTPS. Nel lungo termine, queste dinamiche alimentano la frammentazione dell’ecosistema tecnologico internazionale, con USA e Cina che spingono verso percorsi separati: da un lato i controlli e le restrizioni, dall’altro l’investimento cinese in R&D per ridurre la dipendenza dai fornitori occidentali.

Evoluzione delle minacce cyber tra USA e Cina

Le tensioni geopolitiche alimentano anche il fronte cyber. Gli USA accusano attori cinesi di sfruttare exploit zero-day come nel caso SharePoint, mentre Pechino denuncia lo spionaggio americano e la militarizzazione delle tecnologie. Gruppi come Silk Typhoon e altri attori sponsorizzati dallo Stato cinese restano protagonisti delle campagne di esfiltrazione di dati, mentre Washington risponde con sanzioni e restrizioni commerciali. L’introduzione di funzionalità di tracciamento nei chip segna un punto di rottura: per gli USA rappresenta enforcement di sicurezza, per la Cina un meccanismo di controllo esterno. Questo dualismo aumenta i rischi di minacce ibride e spinge le aziende globali a implementare strategie di zero-trust e monitoraggio continuo per resistere agli effetti collaterali di una guerra tecnologica ormai in pieno corso.

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