Cina e Stati Uniti intensificano la competizione tecnologica nell’intelligenza artificiale, con una doppia strategia che intreccia hardware neuromorfico, supercomputer avanzati e sistemi militari autonomi. Da una parte, Pechino svela il BI Explorer 1, un server ispirato al cervello umano che riduce del 90% i consumi energetici rispetto ai datacenter convenzionali; dall’altra, Washington sigla un accordo da 917 milioni di euro con AMD per costruire due supercomputer destinati alla fusione nucleare e alla ricerca biomedica. In parallelo, emergono nuove prove dell’uso di chip Nvidia H100 da parte di istituzioni militari cinesi, nonostante i divieti USA, a sostegno di droni autonomi come il P60, alimentato dal modello DeepSeek.
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Il server neuromorfico BI Explorer 1
Presentato dal Guangdong Institute of Intelligent Science and Technology, il BI Explorer 1 rappresenta il punto di svolta nella corsa cinese al computing neuromorfico. L’apparato integra 1.152 core CPU sviluppati internamente, 4,8 TB di memoria DDR5 e 204 TB di storage, ma consuma energia comparabile a una normale presa domestica. Progettato per imitare la struttura del cervello umano, il sistema esegue training fino a 100.000 token al secondo e inference a 500.000 token al secondo, con un’efficienza energetica superiore del 90% rispetto ai supercomputer tradizionali.
A supercomputer the size of a mini-fridge? #China’s #BIE-1 is released as the world’s 1st brain-like intelligent self-contained neural processing supercomputer.
— Bridging News (@BridgingNews_) October 25, 2025
The portable unit uses one-tenth the energy of traditional systems, making advanced computing easier to deploy.… pic.twitter.com/f6PZ9RxrVQ
I ricercatori cinesi descrivono il BI Explorer 1 come una “entità computazionale biologicamente ispirata”, capace di funzionare in ambienti civili o di ricerca senza infrastrutture massive. Il dispositivo mantiene una temperatura operativa massima di 70°C, è silenzioso e portatile, e trova applicazioni in ricerca medica e intelligenza distribuita.

La scelta di abbandonare GPU e architetture tradizionali segna un cambio radicale rispetto ai paradigmi dominati da Nvidia o Intel: a differenza del progetto Hala Point di Intel, che impiega chip Loihi 2 per simulare neuroni artificiali, il BI Explorer 1 opera come sistema standalone e offre un modello alternativo di autonomia energetica e indipendenza tecnologica.
Accordo USA-AMD per supercomputer AI
Negli Stati Uniti, il Dipartimento dell’Energia (DOE) sigla una partnership da 917 milioni di euro con AMD, Hewlett Packard Enterprise e Oracle per potenziare il Oak Ridge National Laboratory, già sede dei due supercomputer più veloci al mondo. Il nuovo progetto prevede due sistemi AI di nuova generazione, concepiti per supportare la ricerca sulla fusione nucleare e sulle biotecnologie mediche, ma anche per esplorare applicazioni di intelligenza scientifica predittiva. AMD fornirà processori e acceleratori specializzati, HPE gestirà l’assemblaggio dei nodi e Oracle svilupperà il software di orchestrazione e condivisione delle risorse. I supercomputer saranno collegati tramite reti a bassa latenza ad alta capacità e supporteranno simulazioni AI su larga scala. L’obiettivo è ridurre i tempi di elaborazione da ore a minuti, migliorando l’efficienza energetica e ampliando la cooperazione pubblico-privata in ambiti scientifici sensibili. L’iniziativa, che entrerà in funzione nel 2026, riafferma la leadership americana nel calcolo ad alte prestazioni (HPC) e consolida il ruolo di Oak Ridge come fulcro mondiale per la ricerca computazionale applicata all’energia pulita e alla salute.
Il drone militare cinese P60 e l’AI DeepSeek
Sul fronte militare, la Cina continua a integrare AI avanzata e capacità autonome nei propri sistemi bellici. Il colosso statale Norinco ha presentato il drone P60, un velivolo autonomo capace di raggiungere 50 km/h e di identificare e ingaggiare obiettivi senza intervento umano diretto, grazie al sistema di intelligenza artificiale DeepSeek. Le indagini sui brevetti depositati da università e istituti legati all’Esercito Popolare di Liberazione (PLA) hanno rivelato l’utilizzo continuativo di GPU Nvidia A100 e H100, in violazione delle restrizioni statunitensi sulle esportazioni di chip avanzati. Molti di questi brevetti, datati tra marzo e giugno 2025, mostrano una dipendenza persistente dalle tecnologie occidentali.

Parallelamente, la Cina accelera lo sviluppo di alternative domestiche come i chip Huawei Ascend, che sostituiscono gradualmente le GPU Nvidia nei progetti AI nazionali. Il P60 sfrutta l’infrastruttura Huawei CANN per ottimizzare modelli di riconoscimento e coordinamento in swarm AI, permettendo a più droni di operare simultaneamente in missioni di ricognizione e combattimento. Pur dichiarando di mantenere “un controllo umano sulle decisioni finali”, Pechino evidenzia con il P60 una tendenza crescente verso autonomia militare basata su intelligenza artificiale, un campo in cui competono anche Stati Uniti e Russia.
Dipendenza Nvidia e transizione verso chip cinesi
Nonostante le restrizioni USA del 2022, la Cina continua a reperire chip Nvidia H100 attraverso canali indiretti e mercati paralleli. Le università militari e i laboratori di difesa hanno citato Nvidia in numerosi brevetti, anche se il governo spinge per una migrazione completa verso hardware nazionale. I chip Ascend di Huawei rappresentano la principale alternativa domestica, già integrata in modelli DeepSeek e nelle infrastrutture Norinco. Questi processori sfruttano architetture ottimizzate per l’addestramento e l’inference AI, garantendo prestazioni vicine alle soluzioni occidentali. Il processo di transizione non è solo tecnologico, ma anche politico: il governo cinese considera l’autonomia hardware un obiettivo strategico per ridurre la vulnerabilità alle sanzioni e per consolidare la leadership nazionale nel campo dell’AI militare e civile.
Implicazioni globali su AI e supercomputing
La corsa tra Cina e Stati Uniti nella ricerca AI e nel supercomputing delinea due modelli opposti ma complementari: Pechino punta sull’efficienza energetica e sulla miniaturizzazione neuromorfica, mentre Washington investe in infrastrutture HPC collaborative per applicazioni scientifiche e industriali. Il BI Explorer 1 introduce una visione decentralizzata del calcolo intelligente, riducendo costi e barriere d’accesso; i supercomputer AMD del DOE rappresentano invece l’apice della potenza computazionale centralizzata, destinata a settori critici come la fusione e la biomedicina. Nel frattempo, la convergenza tra AI e difesa porta rischi di escalation tecnologica: il P60 e gli altri droni autonomi cinesi mostrano quanto rapidamente la frontiera tra ricerca scientifica e applicazioni belliche possa diventare sottile. Cina e USA rimangono così le due potenze dominanti della nuova era del calcolo intelligente, in una sfida che ridefinisce non solo il futuro dell’AI, ma anche l’equilibrio geopolitico globale fondato sul controllo dell’hardware avanzato e dell’autonomia digitale.