Guido Scorza ed il Garante Privacy giocano d’anticipo su spese e conflitti. Spiazzata Report?

di Livio Varriale
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Guido Scorza, componente del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali, anticipa pubblicamente le proprie risposte alle questioni che saranno trattate nella trasmissione “Report” su Rai 3, e che riguardano i suoi presunti conflitti di Interesse, a cui segue una nota del Garante Privacy dedicata alla gestione finanziaria dell’Autorità indirizzata ad articoli apparsi sul Fatto Quotidiano e che verranno trattati domenica sulla puntata di Report. Nel post pubblicato su LinkedIn il 7 novembre 2025, Scorza definisce l’inchiesta “giusta e democraticamente utile fino a prova contraria”, sottolineando la disponibilità a chiarire ulteriori aspetti in continuità con la nota ufficiale del Garante, che nello stesso giorno ha smentito rappresentazioni distorte su spese e avanzo di amministrazione. Il messaggio, accompagnato dagli hashtag #cosedagarante e #report, si distingue per il tono non troppo istituzionale, bensì formale, e costruttivo, mirato a difendere la trasparenza dell’Autorità, che nel 2024 ha gestito oltre centomila segnalazioni per violazioni della privacy, tutelando migliaia di cittadini.

Contenuto del post LinkedIn di Guido Scorza

Nel post LinkedIn, Scorza adotta un tono asciutto e diretto, anticipando la propria partecipazione alla puntata di “Report” e riconoscendo la funzione democratica del giornalismo d’inchiesta, purché fondato su dati corretti. Il testo, pur non entrando nei dettagli tecnici della contabilità del Garante, richiama implicitamente le domande postegli da Report sui suoi presunti conflitti di interesse che vedrebbero coinvolta anche la moglie, dipendente dello studio legale da lui fondato. Scorza ha inoltre ribadito di essersi sempre astenuto quando era visibile il conflitto di interessi, 10 volte da lui contate, ribadendo con fermezza anche la sua posizione nel promuovere la privacy ed i diritti sul tema come ha sempre fatto e gli viene contestato da chi lo vorrebbe meno presente sui social e sui convegni.

Contesto e significato della nota di precisazione del Garante

La nota di precisazione del Garante Privacy, pubblicata lo stesso giorno del post di Scorza, smentisce le ricostruzioni apparse su “Il Fatto Quotidiano” e le anticipazioni televisive di “Report”. L’Autorità chiarisce che la cifra di 400.000 euro per spese di rappresentanza citata da alcuni media è frutto di un errore contabile di aggregazione: la voce include infatti anche rimborsi viaggio, spese di trasloco e costi organizzativi di convegni. I dati ufficiali del bilancio indicano zero euro di rappresentanza nel 2024 e nel 2020, con importi minimi negli anni precedenti. La nota evidenzia che l’84% della spesa corrente è destinato a stipendi e indennità, un dato perfettamente in linea con altre autorità come Antitrust e Agcom. L’avanzo di amministrazione, pari a 94 milioni di euro, di cui 65 milioni disponibili, deriva da finanziamenti per l’ampliamento della dotazione organica e da adeguamenti salariali approvati con legge di bilancio. Tutte le risorse sono soggette al regime di tesoreria unica previsto dalla legge 720/1984 e quindi non possono essere utilizzate autonomamente senza autorizzazioni ministeriali.

Precisazioni sulle voci di spesa contestate

Tra le voci oggetto di distorsione mediatica figurano anche due spese specifiche, i 5.856 euro per acqua in boccioni destinata al personale e i 5.919,74 euro per astucci portacellulari forniti in permuta con l’Arma dei Carabinieri in cambio dell’utilizzo di aule concorsuali a Tor di Quinto. Tali spese, definite “strumentali alle attività d’ufficio”, dimostrano una gestione attenta, proporzionata e interistituzionale, che evita ricorso a fornitori privati. Il Garante ribadisce che ogni importo è verificato, approvato e rendicontato secondo le norme di contabilità pubblica, con controlli della Corte dei Conti. Questa impostazione, confermata dai bilanci 2014–2024, evidenzia un costante aumento di efficienza amministrativa e una pianificazione trasparente delle risorse destinate alle attività di tutela della privacy e ai progetti europei.

Implicazioni per la trasparenza e i media

Sia il post di Guido Scorza sia la nota del Garante evidenziano l’importanza di contestualizzare i dati finanziari per evitare rappresentazioni distorte che danneggino la credibilità delle istituzioni. La sinergia tra comunicazione individuale e comunicazione istituzionale dimostra un modello di trasparenza multilivello, in cui il confronto pubblico non è percepito come minaccia, ma come strumento di verifica democratica. In un periodo di crescente attenzione verso la spesa pubblica e il funzionamento delle autorità indipendenti, l’episodio conferma la necessità di una narrazione accurata e basata sui fatti. Il caso, amplificato da “Report”, può aprire un dibattito costruttivo sulla responsabilità dei media nel trattare temi di bilancio pubblico, spingendo verso un ecosistema informativo più equilibrato e verificabile.

Commento alla strategia di comunicazione

La strategia di Scorza è da premiare per due motivi: l’anticipare la notizia che l’Italia attende di per se la brucia salvo colpi di scena che verranno mandati in onda e questo lo pone un passo avanti alla redazione di Report. Da aggiungere anche il fatto che lo stesso Garante, dalla sua, ha soddisfatto la curiosità delle spese con un documento molto dettagliato mettendo in guardia i media dal raccontare cose diverse da suo contenuto o quantomeno inesatte. Scorza ha anche fatto intendere che continuerà ad “essere Garante” e non sente l’esigenza di dimettersi chiudendo la porta alle suggestioni di questi giorni che vorrebbero Ghiglia e colleghi cedere il posto dimettendosi. L’intervento di Guido Scorza, in questo contesto, assume valore di trasparenza preventiva: anticipare il dibattito significa anche promuovere la propria fiducia nei cittadini e rafforzare la percezione del Garante come organismo di tutela, non come centro di spesa. L’uso responsabile dei canali digitali diventa così parte integrante non solo della missione istituzionale dell’Autorità nel garantire chiarezza, responsabilità e dialogo pubblico, ma potrebbe attutire di colpo eventuali notizie “forti” verso un altro membro di un collegio fino a ieri sconosciuto ed oggi al centro di attenzioni di un intero paese.

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