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Stellar Lumen: la cripto che costa poco e piace alle big tech

Tempo di lettura: 3 minuti.

In parole povere, Stellar è una rete aperta che consente di spostare e conservare denaro. Quando è stato rilasciato nel luglio 2014, uno dei suoi obiettivi era aumentare l’inclusione finanziaria raggiungendo gli unbanked del mondo, ma poco dopo le sue priorità si sono spostate sull’aiutare le società finanziarie a connettersi tra loro attraverso la tecnologia blockchain. Il token nativo della rete, lumen, funge da ponte che rende meno costoso il commercio di asset attraverso i confini. Tutto ciò mira a sfidare i fornitori di servizi di pagamento esistenti, che spesso addebitano commissioni elevate per un servizio simile. Se tutto ciò suona familiare, vale la pena notare che Stellar era originariamente basato sul protocollo Ripple Labs. La blockchain è stata creata come risultato dell’hard fork e il codice è stato successivamente riscritto.

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Chi sono i fondatori di Stellar?

Jed McCaleb ha fondato Stellar con l’avvocato Joyce Kim dopo aver lasciato Ripple nel 2013 per disaccordi sulla direzione futura dell’azienda. L’obiettivo di McCaleb è garantire che Stellar possa offrire alle persone un modo per trasferire la loro fiat in criptovalute ed eliminare l’attrito che le persone normalmente sperimentano quando inviano denaro in tutto il mondo. Attualmente ricopre il ruolo di CTO di Stellar, nonché co-fondatore della Stellar Development Foundation. Questa organizzazione senza scopo di lucro mira a “sbloccare il potenziale economico del mondo rendendo i soldi più fluidi, i mercati più aperti e le persone più responsabili”.

Cosa rende unico Stellar?

Le tasse sono un punto critico per molti. Tuttavia, i costi elevati quando si effettuano pagamenti transfrontalieri non sono solo esclusivi delle soluzioni di pagamento basate su fiat come PayPal: è noto che anche le commissioni di transazione superano il tetto sulle blockchain di Bitcoin ed Ethereum a causa della congestione. Stellar è unico perché ogni transazione costa solo 0,00001 XLM. Dato che un’unità di questa criptovaluta costa solo pochi centesimi al momento della scrittura, questo aiuta a garantire che gli utenti mantengano più soldi. Pochi progetti blockchain sono riusciti a garantire partnership con aziende tecnologiche di grandi marchi e aziende fintech. Alcuni anni fa, Stellar e IBM si sono uniti per lanciare World Wire, un progetto che ha consentito a grandi istituzioni finanziarie di inviare transazioni alla rete Stellar e di effettuare transazioni utilizzando asset bridge come le stablecoin. Sebbene altre blockchain abbiano fondi comunitari, il che significa che le sovvenzioni possono essere concesse a progetti che aiutano ulteriormente l’ecosistema, Stellar consente ai suoi utenti di votare su quali iniziative dovrebbero ricevere questo supporto.

Quante monete Stellar (XLM) ci sono in circolazione?

Quando la rete Stellar è stata lanciata nel 2015, sono stati emessi un totale di 100 miliardi di XLM, ma le cose sono cambiate dalla data di rilascio. Attualmente, l’offerta totale è di 50 miliardi di XLM e l’offerta in circolazione è attualmente di 20,7 miliardi. Nel 2019, la Stellar Development Foundation ha annunciato che stava bruciando oltre la metà della fornitura di criptovaluta. Ciò significa che ora controlla circa 30 miliardi di XLM. Mentre parte di questo capitale è destinato al marketing e allo sviluppo dell’organizzazione, circa un terzo è riservato a investimenti in altre iniziative blockchain. Spiegando perché è stata necessaria questa mossa drastica – e promettendo di non bruciare più XLM in futuro – la fondazione ha spiegato: “SDF può essere più snello e fare il lavoro per cui è stato creato utilizzando meno lumen… Quei 55,5 miliardi di lumen non stavano andando per aumentare l’adozione di Stellar.

Come è protetta la rete stellare?

Questa rete è protetta utilizzando lo Stellar Consensus Protocol, che è descritto come avente quattro proprietà principali: “Controllo decentralizzato, bassa latenza, fiducia flessibile e sicurezza asintotica”. Attraverso SCP, chiunque può partecipare al processo di raggiungimento del consenso e nessuna singola entità può finire con la maggioranza del potere decisionale. Anche le transazioni vengono confermate a buon mercato ed entro pochi secondi e sono in atto misure di sicurezza se i malintenzionati tentano di unirsi alla rete.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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