Editoriali
Come un attacco zero-day ma 30 anni prima che avvenga
Tempo di lettura: 3 minuti. Il titolo del blog non è frutto di Matrice Digitale, ma del matematico canadese e noto accademico post-quantistico Michele Mosca.
Prima di spiegare le parole di Michele, permettetemi di fornire un po’ di background. Alla fine dell’anno scorso ho discusso con un collega di crittografia post-quantistica (PQC) e di come potrebbe riguardare tutti noi. Da quella conversazione abbiamo deciso di creare una serie di podcast che esplorassero argomenti come la post-quantistica da una prospettiva di leadership di pensiero.
Le regole di base erano semplici: Non volevamo che si trattasse di una vendita di prodotti, ma piuttosto che ci si concentrasse sul chiedere a esperti della materia di darci il loro punto di vista dalla loro prospettiva informata. Abbiamo anche deciso di fare tutto da soli invece di subappaltare il lavoro. Per iniziare abbiamo registrato sei podcast, condotti con competenza dalla mia collega Samantha Mabey, in conversazione con esperti accademici e industriali del mondo della scienza, della crittografia, della blockchain e del cloud computing.
Nell’episodio #6 Michele suggerisce che la PQ è “come un attacco zero-day…. ma 30 anni prima che avvenga”. Per chi non lo sapesse, un attacco zero-day è quello in cui un hacker o un cattivo attore scopre come portare a termine un exploit o un attacco prima che gli sviluppatori/organizzazioni di software riescano a trovare una soluzione. Quindi, nel contesto del sound bite di Michele, che si basa sul PQ, stiamo parlando molto probabilmente di attori statali e gruppi di hacker con buone risorse che hanno accesso a potenti computer quantistici che effettuano attacchi a organizzazioni e infrastrutture che non hanno implementato algoritmi post-quantum-resistenti.
Il punto di Michele è che per una volta abbiamo un preavviso. Lavora nel campo della PQ dal 1994, quando la minaccia quantistica ha iniziato a essere compresa. Sappiamo con ragionevole certezza che questi attacchi saranno possibili; è solo il momento esatto a essere indeterminato. La tempistica dipende dai progressi scientifici nel campo dell’informatica quantistica e dal superamento dei difficili problemi che ancora permangono, ma l’orologio di questa stima trentennale ha iniziato a ticchettare e la maggior parte degli esperti sostiene che la data sia compresa tra i 10 e i 15 anni. Sebbene sembri ancora un periodo molto lungo, non si tratta di un’ipotesi da gettare nel dimenticatoio. Per le organizzazioni, scoprire l’attuale patrimonio di algoritmi crittografici classici e successivamente pianificare, testare e distribuire algoritmi sicuri per la PQ è un’impresa ardua che potrebbe richiedere facilmente 5-10 anni.
Le organizzazioni hanno il tempo di pianificare e fare la cosa giusta, evitando che il PQ diventi una situazione di crisi. E la cosa migliore è che non ci sono svantaggi nel cominciare ora. Come sottolinea Michele, oltre 10 anni fa, quando ha iniziato ad evangelizzare il post-quantum, le organizzazioni interessate potevano fare ben poco se non stressarsi. C’erano pochi o nessun prodotto disponibile per consentire alle organizzazioni di iniziare a pianificare e studiare la migrazione verso algoritmi sicuri per il PQ.
Oggi, il concorso del NIST per la ricerca di una serie di algoritmi resistenti ai quanti è ben avviato, e un sottoinsieme di algoritmi finalisti è stato recentemente annunciato dal NIST, come illustrato da Samantha Mabey sul blog di Entrust.
Entrust è stata impegnata anche nello spazio PQ. Il post sul blog di Samantha descrive le nostre attività in materia di certificati digitali e PKI. Recentemente abbiamo anche rilasciato l’SDK nShield Post-Quantum per i nostri moduli di sicurezza hardware (HSM). Il kit di sviluppo software supporta gli algoritmi di crittografia PQ identificati dal NIST per la standardizzazione, tra cui gli algoritmi di firma digitale CRYSTALS Dilithium, FALCON e SPHINCS+, che funzionano all’interno del confine fisico FIPS 140-2 di livello 3 di un HSM nShield.
Le organizzazioni che stanno svolgendo un lavoro di indagine sugli algoritmi PQ selezionati dal NIST per scoprire come potrebbero funzionare nel loro ecosistema possono utilizzare un ambiente di esecuzione isolato e sicuro all’interno dell’HSM nShield chiamato CodeSafe per generare e utilizzare chiavi crittografiche resistenti ai quanti. In questo modo l’organizzazione può eseguire la firma delle chiavi, la firma digitale, la crittografia, la decrittografia e lo scambio di chiavi in un ambiente sicuro, evitando la “gestione della crisi” a cui allude Michele Mosca. Le organizzazioni hanno ora a disposizione gli strumenti per iniziare positivamente!
Editoriali
Anche su Giovanna Pedretti avevamo ragione
Tempo di lettura: 2 minuti. Procura di Lodi chiede l’archiviazione sul suicidio di Giovanna Pedretti, escludendo colpe di Lucarelli e Biagiarelli: la recensione era falsa
Recentemente, la Procura di Lodi ha avanzato una richiesta di archiviazione per il caso di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano trovata morta a gennaio nelle acque del Lambro. L’indagine ha escluso qualsiasi istigazione o aiuto al suicidio da parte di terze persone.
Dettagli dell’indagine
La vicenda di Pedretti aveva suscitato grande attenzione mediatica, specialmente sui social media, dopo che era stata accusata ingiustamente di aver pubblicato una recensione falsa online. Questo episodio era seguito a una tempesta di critiche, principalmente influenzata da una serie di post di Selvaggia Lucarelli e del suo compagno, Lorenzo Biagiarelli, che avevano messo in dubbio l’autenticità della recensione. Tuttavia, le indagini hanno dimostrato che la recensione era effettivamente falsa e che nessuna azione diretta di terzi ha contribuito al tragico evento.
Esito e Reazioni
Con la richiesta di archiviazione, si chiude un capitolo doloroso, ma sorgono interrogativi sulla responsabilità dei media e delle figure pubbliche nell’amplificare situazioni che possono avere conseguenze gravi. Selvaggia Lucarelli, tramite i suoi canali social, ha espresso sollievo e ha criticato duramente la stampa per la gestione della notizia, sottolineando come la situazione abbia evidenziato una “storia squallida e meschina”.
Matrice Digitale dalla parte della verità
Matrice Digitale si è schierata senza esito a favore di Selvaggia Lucarelli e del giornalista del TG3 andato a chiedere spiegazioni sulla veridicità del post su cui si è scatenata una gogna mediatica con un richiamo ufficiale dell’azienda attraverso il Governo. La verità era chiara dall’inizio: la recensione era falsa ed era stata trasformata in una notizia solo perchè sfruttava l’immagine della comunità LGBT con un messaggio che poteva essere positivo, ma non era sicuramente una notizia. Questo caso non dovrebbe passare inosservato per “rispetto del dolore della famiglia” bensì diventare un caso di studio come tanti altri avvenuti in passato dove la notizia si è costruita per fini politici e commerciali.
Editoriali
Chip e smartphone cinesi ci avvisano del declino Occidentale
Tempo di lettura: < 1 minuto. Un declino quasi annunciato facendo un’analisi geopolitica degli ultimi eventi nel settore dei semiconduttori
Dopo mesi di sanzioni alla Russia si scopre che l’approvvigionamento di Mosca dei processori è ritornato al livello di normalità Questo vuol dire che su 140 paesi nel mondo, le sanzioni anglo-euro-nato non sono state efficaci a costringere i russi a “rubare le lavatrici per utilizzare i chip“.
La Russia, sta costruendo in casa sua i processori, ma non hanno molto successo se consideriamo il fatto che molti sono difettosi. Quindi li prende dalla Cina che attraverso Huawei è entrata silenziosamente nel Mercato Europeo con la sua ultima creatura: la Serie Pura 70 non solo è uno smartphone potente, ma allo stesso tempo è l’evoluzione in stile Apple di quella che un tempo era considerata una cinesata.
Oggi questa cinesata è prodotta al 90% in Cina con materiali cinesi e questo dovrebbe far comprendere a noi Europei che se non facciamo i bravi, saremmo costretti ad usare i chip delle friggitrici ad aria e le plastiche delle bici per produrre degli smartphone.
Chiudiamo l’analisi, che difficilmente leggerete altrove per tanti motivi, tra cui la lesa maestà. La chiusura della fabbrica di Intel in Russia coincide con risultati economici disastrosi del gigante tecnologico.
Indovinate chi sta sopperendo a questa perdita con fondi pubblici: l’Europa.
Editoriali
MITRE vittima di zero day Ivanti: anche i migliori le prendono
Tempo di lettura: 2 minuti. Anche le organizzazioni ben preparate come MITRE possono essere vulnerabili a minacce cibernetiche avanzate
Nel contesto della sicurezza informatica, anche le organizzazioni più preparate possono trovarsi vulnerabili di fronte a minacce persistenti e avanzate, come dimostrato dagli attacchi recentemente subiti da MITRE. Questo caso sottolinea l’importanza di adottare un approccio informato sulle minacce per la difesa contro gli attacchi cyber sempre più sofisticati.
Cos’è MITRE?
MITRE è una corporazione senza scopo di lucro americana con sede principale a Bedford, Massachusetts, e una secondaria a McLean, Virginia. Fondata nel 1958, l’organizzazione opera centri federali di ricerca e sviluppo (FFRDCs) per conto del governo degli Stati Uniti. MITRE è dedicata all’interesse pubblico e lavora su una vasta gamma di questioni di sicurezza nazionale, aviazione, sanità, cybersecurity e innovazione del governo.
La missione principale di MITRE è quella di risolvere problemi complessi per un mondo più sicuro, fornendo ricerca, sviluppo e consulenza strategica ai vari enti governativi per aiutarli a prendere decisioni informate e implementare soluzioni tecnologiche avanzate. Uno degli aspetti notevoli del lavoro di MITRE è il suo impegno nella sicurezza informatica, attraverso lo sviluppo di framework e strumenti come il Common Vulnerabilities and Exposures (CVE) e l’ATT&CK framework, che sono largamente utilizzati a livello internazionale per la gestione delle minacce e la protezione delle infrastrutture critiche. Per ulteriori informazioni, puoi visitare il sito ufficiale.
Dettagli dell’attacco subito da MITRE
MITRE, un’organizzazione che si impegna a mantenere elevati standard di sicurezza cibernetica, ha recentemente rivelato di essere stata vittima di un attacco informatico significativo. Nonostante la solidità delle sue difese, MITRE ha scoperto vulnerabilità critiche che sono state sfruttate dagli attaccanti, segnalando un tema di sicurezza concentrato sulla compromissione di dispositivi di protezione perimetrale.
L’incidente e le sue conseguenze
L’attacco ha avuto inizio con un’intensa attività di ricognizione da parte degli attaccanti nei primi mesi del 2024, culminata nell’uso di due vulnerabilità zero-day nel VPN di Ivanti Connect Secure, bypassando l’autenticazione multifattore tramite session hijacking. Questo ha permesso agli attaccanti di muoversi lateralmente e infiltrarsi profondamente nell’infrastruttura VMware di MITRE, utilizzando account amministrativi compromessi e un mix di backdoor sofisticate e web shell per mantenere la persistenza e raccogliere credenziali.
Risposta di MITRE all’incidente
La risposta all’incidente ha incluso l’isolamento dei sistemi colpiti, la revisione completa della rete per impedire ulteriori diffusione dell’attacco, e l’introduzione di nuove suite di sensori per monitorare e analizzare i sistemi compromessi. Inoltre, l’organizzazione ha avviato una serie di analisi forensi per determinare l’entità del compromesso e le tecniche utilizzate dagli avversari.
Lezioni apprese e miglioramenti futuri
Questo incidente ha rafforzato per MITRE l’importanza di comprendere i comportamenti degli hacker come mezzo per sconfiggerli, spingendo l’organizzazione a creare tassonomie comportamentali che catalogano le TTP (tattiche, tecniche e procedure) degli avversari, che hanno portato alla creazione di MITRE ATT&CK®. Questo evento ha anche stimolato l’adozione del concetto di difesa informata dalle minacce, culminando nella creazione del Center for Threat-Informed Defense. L’incidente di sicurezza subito serve da monito per tutte le organizzazioni sulla necessità di mantenere sistemi di difesa aggiornati e proattivi, utilizzando le risorse come il MITRE ATT&CK, costantemente monitorato anche da CISA i cui bollettini sono riportati puntualmente da Matrice Digitale, per rimanere informati sulle ultime strategie degli avversari e su come contrastarle efficacemente.
- L'Altra Bolla1 settimana fa
Meta arriva l’intelligenza artificiale per la Pubblicità
- L'Altra Bolla1 settimana fa
TikTok: azione legale contro Stati Uniti per bloccare il divieto
- L'Altra Bolla1 settimana fa
Meta testa la condivisione incrociata da Instagram a Threads
- L'Altra Bolla1 settimana fa
X sotto indagine dell’Unione Europea
- Robotica6 giorni fa
Come controllare dei Robot morbidi ? MIT ha un’idea geniale
- Smartphone1 settimana fa
Xiaomi 14 e 14 Ultra, problemi di condensa nelle fotocamere
- Smartphone1 settimana fa
Google Pixel 8a vs Pixel 8: quale scegliere?
- Sicurezza Informatica1 settimana fa
Nuovo attacco “Pathfinder” alle CPU Intel: è il nuovo Spectre?