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L'Altra Bolla

Sondaggi pretestuosi, bugie e dati economici farlocchi: buon viaggio Draghi

Tempo di lettura: 4 minuti. Il governo dei migliori lascia un’Italia a pezzi, ma per i sondaggi è stato sempre gradito dalla popolazione nonostante le sconfitte diplomatiche, economiche ed elettorali

Tempo di lettura: 4 minuti.

Nell’euforia di questi mesi, anzi ultimo anno e mezzo, il governo dei migliori se n’è andato a casa ed il suo capo, Mario Draghi, ha toppato ogni promessa fatta al popolo italiano. Cosa ha tenuto in piedi un tecnico che ha fallito anche nel suo campo su cui ha costruito una sontuosa carriera internazionale?

La risposta Matrice Digitale l’ha data più volte: la propaganda. L’invito che facciamo a tutti è proprio questo: verificate non solo le promesse dei politici, ma anche quelle delle previsioni di esperti e società di rilevamento, contestualizzandole nel periodo in cui sono avvenute.

Nella ricerca Draghi Asocial, abbiamo descritto l’impianto comunicativo che ha reso possibile una narrazione eccellente di un capo di Governo che ha deluso sotto tutte le aspettative. Non sono bastati i titoloni dei giornali, un premio ricevuto oltreoceano come statista dell’anno a salvare Draghi da giudizio del popolo italiano.

Le bugie più importanti, ricordiamo che secondo pagella politica sono state il 30 per cento circa delle sue dichiarazioni, sono state:

Dovete vaccinarvi per ritornare alla vita di prima perchè non vi infetterete

Volete i condizionatori o la pace?

La guerra non inficia sul prezzo del Gas

La macchina perfetta tra sondaggi e notizie non verificate

Pochi hanno avuto il coraggio di scavare a fondo nelle questioni del Governo dei Migliori, ma nessuno ha avuto il coraggio di prendere di petto colui che ha provato a fare politica senza dichiararsi un politico, contando sul Partito Democratico ed il Terzo Polo che non hanno scaldato le folle anzi, i ministri voluti da Draghi che hanno lasciati i partiti che gli avevano consentito di gestire dei Dicasteri sono stati sconfitti sonoramente nelle Urne ottenendo risultati inaspettati per chi ha gestito il potere.

Oltre a riscontri fittizi sulla stampa, dove si è utilizzata la strategia dell’autoreferenzialità, con l’alto livello delle aderenze internazionali che avrebbero salvato l’Italia, tra una pacca sulla spalla di Macron, un’altra da Biden che l’ha descritto un fedele alleato e miglior interprete della linea atlantica, Mario Draghi è stato abbandonato da tutti, compresa l’Europa che ha sovvenzionato per anni e che ha lui stesso accusato di aver gestito male la crisi bellica portandola in recessione.

Ma proprio sul suo campo, quello economico e finanziario, Draghi ha goduto di previsioni farlocche che prima lo hanno descritto come un grande amministratore perché l’Italia nella sua gestione aveva un segno positivo, recuperando quanto perso dal Covid, senza considerare che il successo derivava da diversi fattori messi in piedi dal Governo precedente anche con il superbonus che egli stesso ha contestato in Europa preferendo il prestito del PNRR da banche estere.

Dall’agenda al “metodo” Draghi. Siamo sicuri che sia quello giusto?

L’agenzia di rating Fitch, sotto le elezioni aveva previsto un 2,3 di crescita dell’Italia, tra le migliori in Europa, mentre il Sole 24 Ore aveva espresso un dato del 1,3 tra i peggiori in Europa per poi arrivare alla verità più cruda: – 0,2% dal Fondo Monetario Internazionale per l’anno 2023, nonostante abbia trovato riscontri positivi del 3,2 di PIL. Nessuna soluzione sul prezzo del gas, nessun miglioramento della macchina sanitaria nonostante gli investimenti sul Covid, a cui va dato merito di aver provveduto alla vaccinazione con una logistica perfetta sfruttando le strutture pubbliche in modo differente da Conte che aveva previsto le Primule, così come poi c’è stato il grande bluff del Greenpass, dimostratosi un dispositivo politico e non basato su principi scientifici.

FONTE

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Gli Italiani amano Draghi come leader di Fratelli d’Italia

Draghi e Mattarella sono gli italiani più graditi in politica, meglio se in coppia però. Se nel dicembre 2021, il duo era tra i favoriti in Italia sull’entusiasmo di un saluto, rimangiato da senso di responsabilità del presidente della Repubblica, ed il premier che da meno di un anno aveva vaccinato l’Italia a colpi di obblighi sanitari portando risultati migliori, ma pur sempre discutibili sulla gestione della pandemia commisurati all’andamento economico (di cui ancora dovevano esserci gli effetti positivi di Conte, il Premier è stato essenzialmente dapprima portato come vincitore nello scontro con Giuseppe Conte, in cui aleggia un suo spettro sulla crisi interna ai Cinque Stelle con Di Maio tramite Tabacci, poi è stato proposto il suo metodo come risolutivo per l’Italia, ma la verità è stata sicuramente un’altra e l’ha data l’urna: Draghi non ha trainato il Terzo Polo ed i suoi ministri Di Maio e Speranza hanno affossato le ambizioni del PD di fare alleanze forti con 5 stelle e Terzo Polo, perdendo addirittura consensi. Nei giorni scorsi, dopo le elezioni vinte da Fratelli d’Italia, SWG ha proposto un sondaggio che descriveva gli italiani entusiasti di Draghi tanto da volerlo a capo del governo firmato Fratelli d’Italia. Un 63% di gradimento che non trovava riscontro tra la popolazione, attirandosi anche qualche sfottò sui social.

Draghi al 63%? Cosa non torna nei sondaggi sul Premier

Una nuova rivelazione dello stesso istituto, nel giorno del saluto del governo dei migliori, ha fornito una crescita di preferenza dell’elettorato verso il partito di Meloni ed un gradimento schizzato di molti punti (9) della futura prima premier rosa di un paese che ha ereditato un fallimento sulla gestione energetica, ma che ha aperto nuovi scenari sull’approvvigionamento del gas liquido sulle nuove tratte occidentali.

In poche parole, gli italiani che hanno votato Lega, Berlusconi (che hanno dato spallata a Draghi) con Meloni (sempre all’opposizione seppur considerata finta nell’ultima fase) volevano fino a ieri un Draghi a capo del governo dei suoi traditori. Come costruire un leader politico senza che abbia preso voti, senza che sia sceso in strada, solo in base al suo curriculum ed alle sue amicizie che contano. Hanno perso le sue liste, ha preso schiaffi in Europa e scoprirlo timidamente alla fine è stato per merito della propaganda che ora si presta ad accogliere Meloni.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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