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Allarme da USA, Norvegia e Irlanda: Russia taglia i cavi marini di Internet per isolare l’Ucraina

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Chi ricorda la guerra del Golfo nella sua prima fase storica non avrà dimenticato il volo dei caccia americani che come primo obiettivo colpirono i ponti radio e le stazioni tv. Nell’era di Internet, i primi segnali di una guerra possono passare per mare e precisamente nei suoi fondali.

Come non tutti sanno, i cavi di fibra ottica che collegano diverse nazioni e più continenti, sono posati all’interno dei fondali marini. Invece di abbattere platealmente dei ponti radio, è possibile “in silenzio” tagliare i cavi che trasportano la rete Internet nelle dorsali marine con il fine di isolare la comunicazione e lo scambio di informazioni tra l’Europa e gli USA.

Secondo quanto riporta la MSNBC, nel dicembre 2021 sono stati tagliati misteriosamente i cavi sottomarini al largo della Norvegia ed un evento di corto circuito si è verificato il 22 gennaio di quest’anno, sempre in mare norreo all’altezza delle isole Svalbard , alla tratta che fornisce la connessione internet a tutte le isole artiche ed al principale centro di comando e di gestione di 100 antenne satellitari di natura commerciale.

La dorsale fornisce anche un collegamento con la Groenlandia toccando un minimo di 300 metri di profondità, fino ad arrivare ai 2700 metri.

Una nave ufficialmente identificata come un centro di ricerca oceanografico russo è stata monitorata per mesi al largo delle coste irlandesi perchè sospettata di gestire sottomarini capaci di individuare e colpire obiettivi al di sotto del mare ed è il caso delle linee sottomarine.

Ad insospettire gli occidentali, è stata la navigazione intrapresa dalla nave russa che ha assunto una rotta imprecisa e discontinua, come se fosse in cerca di infrastrutture sottomarine tramite l’utilizzo dei suoi sonar. Altro fattore che desta preoccupazione è quello di esercitazioni lontane dai propri confini ed in prossimità di luoghi strategici per lo snodo dei cavi marini.

Ad aggiungere forte preoccupazione sul caso, l’intenzione dei pescherecci irlandesi di interrompere pacificamente le esercitazioni militari della marina russa secondo quanto dichiarato da Patrick Murphy, amministratore delegato dell’Organizzazione irlandese dei produttori di pesce del sud e dell’ovest.

Le esercitazioni militari si svolgeranno in acque internazionali a 240 chilometri dalla costa sud-occidentale dell’Irlanda frequentata dai pescatori irlandesi che temono gravi conseguenze per la fauna marina. Secondo l’ambasciatore russo in Irlanda, Yuri Filatov, si tratta di “una piccola esercitazione composta forse da tre o quattro navi, non di più“.

Gli irlandesi sono preoccupati di disperdere il potenziale mezzo miliardo di tonnellate di melù nella zona in cui si svolgerebbero le esercitazioni militari russe ed è forte la preoccupazione di scosse sismiche che potrebbero derivare dal lancio di missili e comporterebbero un cambio del modello di migrazione dei tonni per anni.

L’esclusiva è stata raccolta da POLITICO ed è stato dato annuncio di una attività di pesca costante il giorno dell’esercitazioni russe che non sono gradite così come annunciato il ministro degli Esteri irlandese Simon Coveney. L’ambasciatore russo Filatov ha detto di non sapere se verranno sparati missili o se i sottomarini saranno coinvolti nelle esercitazioni, ma l’unica cosa certa è che i russi hanno informato le autorità aeronautiche irlandesi delle esercitazioni previste.

La preoccupazione di un assalto da parte di Mosca ai cavi marini non è una novità, già nel 2015 si era prospettata questa situazione che ad oggi non ha colpevoli individuati, ma forti sospetti così come quando scoppia un attacco informatico e le prime colpe ricadono spesso sull’esercito di Putin.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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